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[AUGURI FERDINANDO]

Ogni anno ricordiamo questa data, il 4 luglio; perché nel 1943, a Bagheria, nasceva Ferdinando Scianna: auguri. Lui, per noi, rappresenta la fotografia a tutto tondo: per via del lavoro importante che ha svolto e per come ne ha parlato e scritto. Già, è bello guardare le sue fotografie, ma anche leggere le parole dei libri che ha scritto. Ci sarebbe piaciuto, quest’anno, incontrare nuovamente Ferdinando Scianna nel suo studio. Come ogni volta, ci avrebbe colpito la sua naturalezza, la lucidità. Lui si sarebbe rivolto a noi con la consueta logica cristallina, per nulla scontata, suffragata da una dialettica schietta, colta perché ricca di punti di non ritorno. Ferdinando Scianna è stato ospite di Image Mag nel numero Novembre Dicembre 2013.

“Il fotografo non scrive con la luce” - ci disse Scianna l’ultima volta - “la legge”. Così iniziammo ad addentrarci in un ambito esistenziale complesso e decisamente meraviglioso, dove fortuna e talento andavano di pari passo, senza finte ipocrisie. Fu lui a dirlo, ma di questo ragazzo di Bagheria ci sarebbe piaciuto conoscere di più e non soltanto di fotografia. Avendolo letto con assiduità, avremmo voluto sapere dei suoi incontri, magari di quelle lunghe passeggiate che deve aver compiuto con i grandi, meritandone (eccome!) la compagnia.

Ferdinando ci spiegò come la sua vita abbia rappresentato un piatto ben confezionato, dove lui ne ha utilizzato bene gli ingredienti. Ovviamente si riferiva agli incontri che gli si sono parati davanti, ma a noi tutto questo apparve troppo semplice. Ci deve essere stato dell’altro, almeno un istinto riconoscibile da pochi: una forza interiore chiamata coraggio, desiderio, passione, persino carnalità. Forse la sua terra, la Sicilia, gli andò incontro, regalandogli il sole, la luce, la cultura e lo sguardo per leggerla; ma anche un sapere antico, che gli è rimasto addosso anche quando la lasciava, per vivere lontano. Ecco, sì! Ferdinando è partito da giovane. Ce lo raccontò, però, senza rimpianto e nemmeno retorica. Lo strappo c’è stato: poi ricucito, ma mai dimenticato. La sua fotografia? Ne parlammo poco: preferimmo guardarla, o forse leggerla. Cercammo di spiegare la nostra curiosità per un’esistenza che avremmo voluto farci raccontare più volte, dove parole e immagini sono sempre vissute di pari passo, in simbiosi, mostrando lucidità e spirito narrativo.

Fotografia e Letteratura

Una volta chiedemmo a Ferdinando del rapporto tra letteratura e fotografia. Le sue parole si spostarono su alcuni autori, Jorge Luis Borges e Ernest Hemingway, ma anche su quanti di questi avessero preso in mano una fotocamera (Verga, Simenon). Non viveva però lì il nesso logico. Il fatto che il creatore di Maigret abbia anche scattato fotografie non aggiungeva nulla (o poco) al rapporto tra letteratura e fotografia, che invece andava ricercato nel linguaggio, nell’atteggiamento, nella “postura”. E Scianna ne è un testimone diretto. Lui non ha mai concepito la fotografia come un frammento della realtà e nemmeno come un semplice documento, bensì alla stregua di uno strumento idoneo a costruire un racconto dell’esistenza: racchiuso nelle immagini e attraverso le stesse.

Ne fummo convinti, e lo siamo ancora oggi. Osservando il lavoro del maestro siciliano, ci si accorge come esista un filo rosso a congiungere le Feste Siciliane con “Visti e Scritti”, un volume pubblicato nel 2014. Leggerlo vuol dire scegliere tra diversi momenti interpretativi. Perché sì, ci sono i fotografi, gli aneddoti su di loro, i commenti e anche quel lato oscuro sconosciuto ai più; ma altri personaggi popolano il volume, che in realtà ha una struttura letteraria, romanzata. A una seconda scorsa, ci si accorge come il lavoro abbia un inizio e un finale: quest’ultimo semplice, coinvolgente ed anche imprevisto

“Visti e Scritti”, come lavoro, ci impone una continua rilettura, con anche una riflessione: come fotografia e letteratura possono congiungersi? E poi (banalmente) perché dovrebbero farlo? Esiste forse una risposta magica: l’autorialità. Il fotografo e lo scrittore, per i quali non esiste un titolo professionale suffragante, devono restituire al lettore, o al guardante, uno sguardo più lungo, che anticipi tempi e modi, ma anche riscontri, non raggiungibili nell’immediato; sensazioni che possano resistere ai cambiamenti e agli stati d’animo, recuperabili sempre.

Per parlare ancora di Ferdinando Scianna, vorremmo ricorrere a un altro suo lavoro. “Obiettivo ambiguo” (2001). Nel libro si “racconta” il rapporto tra fotografia e società, ma vengono illustrati tanti articoli che il fotografo ha scritto su alcuni fotografi. Anche qui la “postura” (sempre lei) non è quella del critico, non semplicemente; ma di colui che vuole meglio conoscere se stesso. Già, la conoscenza di sé: per il narratore risulta sostanziale. La moda di Scianna ci viene in aiuto il tal senso. Le sue immagini sono facilmente riconoscibili, perché legate a quanto visto nel cinema neo realista che tanto ci piace. In realtà, però, il fotografo racconta se stesso, la propria esperienza siciliana, il vissuto che gli appartiene; e lo fa da autore.

Usciamo virtualmente dallo studio di Scianna. Ci voltiamo indietro nel tempo per augurarci di tornare ancora. La nostra non è solo ammirazione o affetto (tanto), ma anche la necessità di comprendere ancora, di più; anche sulle cose della vita. Letteratura e fotografia possono congiungersi? Scianna ci ha risposto: “Ho raccontato per immagini e anche con la scrittura”. Resta il tema di chi possa farlo e come. E qui nasce un annuncio (che poi è un’esortazione): “AAA, autore cercasi”, colui che possa farci guardare oltre, sia dell’oggi che del domani. E in questo periodo ce ne è un bisogno assoluto. Questo è l’augurio che Ferdinando ci rivolge nel giorno del suo Compleanno.

La fotografia. Marpessa, Caltagirone (Catania), 1987. Ferdinando Scianna.

Ferdinando Scianna, Obiettivo ambiguo, Visti e Scritti, 4 luglio 1943

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