[UNA FESTA TUTTA NOSTRA]
In un certo senso l’abbiamo inventata noi: si tratta della festività del Ferragosto, quella che si celebra il 15 del mese. L’hanno introdotta i romani, ai tempi di Augusto; e allora sanciva la fine del lavoro nei campi. Anche la religione cattolica ha detto la sua, introducendo il giorno dell’Assunta. Nel resto del mondo, il 15 agosto è un giorno come un altro.
E allora, godiamocela questa giornata: con amici, parenti o anche assieme al vicino d’ombrellone. L’estate è al culmine e gira la boa, per cui il riposo augusteo deve sentirci tutti partecipi, quasi abbracciati (virtualmente) lungo le coste, sui laghi o passeggiando in montagna.
Il libro sul comodino l’abbiamo quasi dimenticato, la TV trasmette cose già viste, le radio parlano spesso di ieri e degli anni trascorsi. Il 15 agosto ripropone se stesso, con istanti che ci inseguono, accumulandosi sulle nostre spalle. Trattandosi di una festività quasi “inventata”, priva di un suo rito, siamo maggiormente padroni del nostro tempo, più responsabili verso noi stessi. Ne ricordiamo i tormentoni musicali, le località visitate, le promesse non mantenute, gli amori, i treni che partono, le code in autostrada, il caldo. Diversamente dalle altre festività, ci accorgiamo di essere cambiati, con i figli più grandi e gli amici (ma anche noi) appesantiti da qualche chilo in più.
La fotografia può venirci in aiuto e, quasi terapeuticamente, confidiamo che in tanti vogliano ritrarre gli attimi di questo 15 agosto, mettendo assieme amici, parenti, ricordi, incontri nuovi, orizzonti mai visti prima. E’ un giorno nostro: merita quello scatto.
Buon Ferragosto a tutti i lettori.
Fotograficamente proponiamo due scatti, che vorrebbero essere evocativi. Il primo è di Henri Cartier Bresson e ritrae una scampagnata. Non siamo in Italia, è vero; ma agosto è il mese del fotografo francese, per cui tutto torna. Il secondo porta la firma di Paolo Di Paolo, peraltro già visto in questa rubrica; ed è tipicamente vacanziero.
Ricordiamo che il fotografo molisano, nell’estate 1959, ha affrontato con lo scrittore Pier Paolo Pasolini un lungo viaggio lungo le coste italiane, da Ventimiglia a Trieste. Per il futuro regista, è stata l’occasione per incontrare amici e intellettuali, ma anche per conoscere un’Italia non ancora in pieno boom economico, che quindi non riesce a fare breccia sul suo sogno ricco d’innocenza. Di Paolo porterà a casa molte fotografie, affascinati perché vicine agli italiani del tempo. Le immagini furono pubblicate a puntate sulla rivista “Il Successo”. Il fotografo ebbe modo di dire: “Pasolini cercava un mondo perduto, di fantasmi letterari, un’Italia che non c’era più; io cercavo un’Italia che guardava al futuro”. “Io avevo ideato il titolo del lavoro; la lunga strada di sabbia voleva indicare la strada faticosa percorsa dagli italiani per raggiungere il benessere e le vacanze”. Parte delle fotografie dell’estate ‘59 (centouno) sono esposte in una mostra presso la Fondazione Sozzani a Milano, fino al 29 agosto: un’occasione da non perdere.
Le fotografie.
Henri Cartier-Bresson – Juvisy, Dimanche sur les bords de la Marne, Francia 1938
“Pappagalli a Viareggio”, 1959. Archivio Fotografico Paolo Di Paolo.