Skip to main content

[MONICA VITTI, UN’ETERNA SORPRESA]

Non dimenticheremo mai Monica Vitti e non lo farà nemmeno il cinema di casa nostra. Lei è sempre rimasta se stessa, autonoma nelle scelte, senza mai mettere in mostra gratuitamente la propria bellezza. Sì perché, diciamolo, era (ed è) esageratamente bella, cucita da un’estetica impenetrabile, lontana dai simbolismi dell’epoca. Non l’abbiamo mai vista svestita, in quegli anni ’70 durante i quali il cinema proponeva ammiccamenti a basso costo e trame fatte per mettere in mostra le grazie dell’attrice di turno. Lei no, abbagliava col viso incorniciato di biondo e destava il sorriso per via della voce roca. Faceva ridere e riflettere, Monica; in un’eterna sorpresa: quella che riviviamo ancora oggi al solo ricordo di lei. Compie novant’anni: auguri.

Monica Vitti, nasce a Roma il 3 novembre 1931, ma cresce in Sicilia, per via del lavoro paterno. Nel 1953 si diploma all'Accademia d'Arte Drammatica Silvio D'amico e da qui inizia la sua carriera sul palcoscenico.

Nel 1959 avviene il suo esordio nel cinema, con il film "Le dritte". Subito dopo, incontra un regista che diventerà il suo maestro: Michelangelo Antonioni. Insieme i due gireranno quattro film: "L'avventura" del 1960, "La notte" del 1961, "L'eclisse" del 1961 e "Deserto Rosso" del 1964. La giovane attrice si legò al regista con una relazione sentimentale che durerà quattro anni circa.

Nella seconda metà degli anni '60, Monica Vitti passa alla commedia dimostrando talento e vena comica, grazie anche alla sua forza recitativa. Con Mario Monicelli nel 1968 recita ne "La ragazza con la pistola", nel 1969 in "Amore mio aiutami" di Alberto Sordi, nel 1970 ne "Dramma della gelosia” e "Tutti i particolari in cronaca" di Ettore Scola.

Ricordiamo Monica nel film “Polvere di Stelle” (1973), di fianco ad Alberto Sordi. I due sono attori di avanspettacolo in una compagnia di poco successo. Vivono però una serata da sogno, recitando di fronte a un teatro pieno. Lì canteranno Ma 'ndo vai (se la banana non ce l'hai), per un trionfo che svanirà in un attimo. L’interpretazione della coppia è magistrale.

Non mancano i riconoscimenti: vince tre Nastri d'argento e cinque David di Donatello, mentre calca il palcoscenico dei teatri (è del 1986 "La strana coppia" diretta da Franca Valeri). Nel frattempo, alcuni registi stranieri desiderano averla nei loro film: Losey la dirige nel 1969 in "Modesty Blaise, la bellissima che uccide", Miklos Jancso nel 1971 ne "La pacifista" e Louis Buñuel ne "Il fantasma della libertà" del 1974.

Nel 1990 debutta alla regia con il film "Scandalo Segreto" con il quale vince il Globo d'oro come regista e come interprete. Nel 1993 esce la sua autobiografia "Sette sottane". Nel 1995 le viene assegnato il Leone d'Oro al Festival del Cinema di Venezia.

Nella vita privata ha avuto tre storie d'amore: come abbiamo visto, la prima con il regista Michelangelo Antonioni, poi con il direttore della fotografia Carlo Di Palma, ed infine con il fotografo di moda Roberto Russo, con il quale si è unita in matrimonio nel 2000.

Il fotografo, Peter Basch (1921-2004)

Peter Basch è nato a Berlino, in Germania, il 23 settembre 1921, figlio di Felix Basch e Grete Basch-Freund, personalità di spicco del cinema e del teatro. Nel 1933, la famiglia si trasferì a New York a causa dei timori circa i crescenti sentimenti antiebraici in Germania. La famiglia aveva la cittadinanza americana perché il padre di Felix, Arthur Basch, era un commerciante di vini che viveva a San Francisco. Tornato in Germania, Arthur Basch mantenne la cittadinanza americana e la trasmise ai figli e, da lì, ai nipoti. Quando la famiglia Basch arrivò a New York nel 1933, aprì un ristorante a Central Park South, presso l'Hotel Navarro. Il ristorante viennese di Gretel divenne un ritrovo per la comunità di espatriati austriaci. Lì Peter Basch svolse il suo primo impiego come cameriere.

In seguito, la famiglia si trasferì a Los Angeles per aiutare la carriera del padre, mentre Peter andò a studiare in Inghilterra. Al ritorno negli Stati Uniti, Basch si arruolò nell'esercito, dove mobilitato nella prima unità cinematografica delle forze aeree dell'esercito degli Stati Uniti.

Dopo la guerra, ha iniziato a frequentare l'UCLA, ma sua madre gli chiese di raggiungerla a New York. I suoi genitori avevano deciso che Basch sarebbe diventato un fotografo e avevano messo in piedi uno studio fotografico per lui. Per più di vent'anni, Peter Basch ha percorso una carriera di successo come fotografo di riviste. Era noto per le sue immagini di celebrità, artisti, ballerini, attori, star e ragazze affascinanti in America e in Europa. Le sue foto sono apparse su molte riviste importanti come Life, Look e Playboy.

Peter è morto a New York il 15 marzo 2004.

La fotografa, Karen Radkai

Sfacciata, brillante, schietta e molto supponente, sapeva far diventare nemici gli amici in pochi minuti, ma poteva anche attirare la lealtà di coloro che erano disposti a darle spazio, che riconoscevano la persona dietro l'obiettivo, che vedevano e apprezzavano le cose belle che il suo occhio riusciva a mostrare. Era anche ambiziosa, aveva risorse energetiche infinite e una sorta di resilienza che poteva portare qualsiasi persona normale alla distrazione. Gran parte dell'energia è venuta dalla passione per il suo lavoro. Ha avuto la grande fortuna di vivere in un'epoca in cui la fotografia aveva raggiunto una sorta di apoteosi creativa ed era saldamente nelle mani e nelle dita di una piccola, indaffarata e dotata élite di editori e fotografi.

È nata nel 1919 a Monaco di Baviera. Abbandonata dai genitori, che si separarono subito dopo la sua nascita, fu mandata in un convento, dove acquisì la disciplina che mantenne per tutta la vita. Da adolescente, lasciò la Germania nazista per gli Stati Uniti, dove sua madre si era trasferita circa otto anni prima. Stava lavorando come stilista a New York, a metà degli anni '40, quando incontrò un emigrato ungherese, che era già un fotografo abbastanza affermato, Paul Radkai; il che le ha permesso di avere un suo studio nel quale lavorare e sperimentare. La sua sconfinata energetica ambizione ha dato i suoi frutti. Presto divenne una protetta del famoso Alexey Brodovich all'Harper's Bazaar.

Ha avuto in tutto quattro figli, ma la sua vera compagna era il lavoro, e questo l'ha resa la preferita di molti vip, in particolare nel mondo del cinema e della musica.

Radkai muore nel 2003 all’età di 84 anni.

(Fonte: le parole della figlia)

Le fotografie.

Monica Vitti ripresa allo specchio da Peter Basch, fotografo austriaco. 1960.

Monica Vitti per Bulgari. Photo Karen Radkai, 1965.

Monica Vitti, Peter Basch, 3 novembre 1931, Karen Radkai

Like what you see?

Hit the buttons below to follow us, you won't regret it...