[DUE DONNE, LA LORO STORIA]
L’8 novembre non è certo avaro di nascite celebri. Vedono la luce Virna Lisi (1936) e Alain Delon (1935), ma anche Sandro Mazzola (1942) e Paolo Taviani (il regista, 1931). Siamo però rimasti colpiti dalla scrittrice Margaret Mitchell, autrice di un romanzo famosissimo; e subito l’abbiamo accomunata all’attrice che di quel lavoro ha interpretato la trasposizione filmica (nata anche lei i primi di novembre). Due donne, quindi; alle quali la vita ha dato molto, togliendo anche tanto. Entrambe sono uscite dall’anonimato con coraggio e decisione, ma l’esistenza offre e prende; e con loro non ha fatto un’eccezione.
Margaret Mitchell, la scrittrice
Nata l'8 novembre del 1900 ad Atlanta, da una famiglia di antiche origini, Margaret Mitchell non eccelle negli studi, nonostante risulti simpatica, vivace e cordiale. Cresce però leggendo tutto quello che le capita, ascoltando storie sulla vecchia Atlanta, circa le eroiche battaglie dell’esercito confederato. Molti sono i veterani che possono raccontare la Guerra di Secessione, perché ancora vicina nel tempo; e la piccola Margaret, “Peggy” per i familiari, ha l’impressione di essere protagonista dei grandiosi eventi del passato.
Da ragazza, conosce Clifford Henry, suo primo grande amore, purtroppo finito in tragedia. La scrittrice ha quindici anni quando scoppia la prima guerra mondiale, lui parte per il fronte, ma non tornerà più. Si seppe solo che era deceduto in Francia.
Nel 1919, Margareth perde anche la madre per via dell’epidemia spagnola e abbandona gli studi, richiamata a casa dal padre. Tre anni dopo sposerà un ex giocatore di football, ma il matrimonio durerà solo due anni. Intanto la scrittrice collabora con l’Atlanta Journal Sunday Magazine, per il quale intervista addirittura Rodolfo Valentino.
L'intraprendente scrittrice prova a rifarsi una vita, risposandosi con George Marsh, un agente pubblicitario. Purtroppo dovrà lasciare il lavoro per motivi di salute (una grave frattura). Durante la convalescenza, scrive "Gone with the wind" (Via col vento) e lo terminerà nel 1929. L’autrice però lo chiude in un cassetto: solo il marito e pochi amici ne sono a conoscenza. Sarà pubblicato nel 1936 e vincerà il premio Pulitzer nel 1937.
Nel 1939 dal suo libro verrà tratto il film omonimo interpretato da Vivien Leigh e Clark Gable. La storia d'amore di una giovane donna, Rossella O'Hara, per Red Buttler, ambientata in Georgia durante la guerra di secessione americana, commuove tutto il mondo, battendo ogni record ai botteghini.
La sfortuna perseguita ancora la brava Margaret. Dieci anni dopo viene investita da un taxi e muore il 16 agosto 1949, dopo un'agonia di dieci giorni.
Vivien Leigh, l’attrice
Bella e seducente, anche troppo, Vivien Leigh rimarrà per sempre negli annali del cinema per aver interpretato il melodrammatico personaggio di Rossella O'Hara nel film "Via col vento", tra i maggiori successi di tutti i tempi.
Nata in India il 5 novembre 1913 da un alto funzionario inglese delle colonie poco prima della Prima guerra mondiale, vive là fino all'età di sei anni. La famiglia si stabilisce poi in Inghilterra, dove Vivien frequenta una scuola gestita da suore: un'infanzia complicata dai rigidi metodi d’insegnamento che è costretta a subire. A diciotto anni, spinta dalla vocazione artistica, consapevole anche della sua eccezionale bellezza, si iscrive all'Accademia di Londra.
E' attratta dal teatro, ma guarda con occhio interessato anche al mondo del cinema. I set americani l’accoglieranno nel 1932, un anno dopo le sue nozze con Hubert Leigh Holman. Vivien ai tempi non era ancora ventenne.
Le prime pellicole interpretate dalla bella attrice non colpiscono critica e pubblico, a tal punto che viene messa in discussione la stessa personalità della giovane attrice. La grande occasione arriva nel 1938 e si chiama "Via col vento", film tratto dal fortunatissimo romanzo di Margaret Mitchell. Con quell’interpretazione, Vivien Leigh vincerà l’Oscar. Le malelingue del tempo parlarono di un successo favorito da una relazione dell’attrice con il celebre Laurence Olivier.
Il successo del film, però, non modificò più di tanto i gusti della Leigh, da sempre più interessata al teatro che al cinema. Forse per questa ragione l’attrice, per quanto bella e talentuosa, girerà solo una ventina di pellicole. Sullo schermo interpreterà quasi sempre donne che le assomigliavano psicologicamente. La Rossella di “Via col Vento”, la Blanche de “Un tram che si chiama desiderio” (recitato di fianco a Marlon Brando, altro Oscar, 1952) riflettevano la sua stessa debolezza di vivere e le sue stesse ansie interiori.
Vivien Leigh girerà anche Anna Karenina, diretto da Julien Duvivier (1948). Una curiosità: il regista francese diventerà famoso in Italia per la direzione di “Don Camillo” (1952) e “Il ritorno di Don Camillo” (1953).
Il vizio per il fumo (fumava quattro pacchetti di sigarette al giorno) e una terribile depressione parevano indirizzarla a un destino infausto, nonostante l'allontanamento da Olivier, che comunque mantenne con lei ottimi rapporti (pare). Il suo corpo deperì lentamente, fino a che una grave forma di tubercolosi se la portò via il 7 luglio 1967, all'età di cinquantatré anni.
Il fotografo, Cecil Beaton
Sir Cecil Beaton (Cecil Walter Hardy Beaton) nasce a Londra il 14 gennaio 1904. E’ noto principalmente per i suoi ritratti di personaggi celebri, ma anche per aver lavorato come illustratore, diarista e costumista e scenografo vincitore di un Oscar.
L'interesse di Beaton circa la fotografia è iniziato quando, da ragazzo, ammirava i ritratti di donne e attrici della società che circolavano nei supplementi domenicali dei giornali. Quando ha ricevuto in dono la prima macchina fotografica, all'età di 11 anni, la sua bambinaia gli ha insegnato ad usarla e come elaborare negativi e stampe. Ha vestito e fatto posare le sue sorelle, nel tentativo di ricreare i ritratti popolari che amava.
Negli anni '20 Beaton divenne il fotografo delle riviste Vanity Fair e Vogue. Ha sviluppato uno stile di ritratto nel quale il soggetto diventava semplicemente un elemento decorativo generale, su sfondi realizzati con materiali insoliti, come un foglio di alluminio o la cartapesta. I risultati, erano alternativamente squisiti, esotici o bizzarri, ma sempre raffinati.
Nelle immagini di Beaton, c’è quasi una somiglianza tra il fotografo e i suoi soggetti: non nelle fattezze, bensì per quanto appartiene allo stile e all’atmosfera; e questo avviene perché, come abbiamo detto, i personaggi ritratti non emergono dalle ambientazioni create, bensì ne rimangono integrati.
Nel 1937 viene nominato fotografo di corte dalla famiglia reale.
Durante la seconda guerra mondiale, Beaton prestò servizio nel Ministero dell'Informazione britannico, documentando i combattimenti in Africa e nell'Asia orientale. Dopo la guerra Beaton riprese la fotografia di ritratto, ma il suo stile era diventato molto meno appariscente. Ha inoltre ampliato la sua attività, disegnando costumi e scenografie per il teatro e il cinema. Ha vinto gli Academy Awards per i suoi costumi in Gigi (1958) e My Fair Lady (1964, dove curava anche la direzione artistica).
Nel 1974 a Beaton viene conferito il titolo di baronetto.
Nel 1979, fotografa le collezioni autunno di Parigi per Vogue francese. Beaton muore a Rossastro House, la sua casa in Broad Chalke in Wiltshire, il 18 gennaio 1980.
Le fotografie
Margaret Mitchell, archivio Bettmann
Vivien Leigh vestita da Anna Karenina, 1948. Ph. Cecil Beaton
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