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[NEIL YOUNG, E QUEL VIZIO CHE NON VUOI SMETTERE]

“Certe notti la radio che passa Neil Young sembra avere capito chi sei”. “Certe notti somigliano a un vizio, che tu non vuoi smettere, smettere mai”. Così canta Ligabue nella sua “Certe notti” (1995), e parla di un musicista riconoscibile, come una voce profetica; ma anche di un vizio, quello che Neil ha vissuto per anni, senza mai interromperlo. "Rock'n'roll can never die": così cantava Neil Young nel 1979; e quel brano quasi rappresentava una battaglia: quella contro l'alcool e le droghe, contro le ombre degli amici scomparsi, contro i dolori d'una vita. Gli anni ’70 erano anche questo e Neil Young ne è stato un testimone.

Neil Young nasce il 12 novembre del 1945 a Toronto (Canada), figlio di un noto giornalista sportivo. Cresce a Omemee, a 130 chilometri dalla sua città natale, dove all'età di sei anni si vede diagnosticare il diabete e si ammala di poliomielite. A dodici anni Neil, in seguito al divorzio dei genitori, va a vivere in Manitoba, a Winnipeg, con la madre.

Avendo suonato in vari gruppi sin dall'adolescenza, e in seguito come solista nei caffè di Toronto, Neil poteva spaziare tra il folk e il rock. Quando arrivò a Los Angeles nel 1966 era pronto per i Buffalo Springfield, il gruppo in voga nella California del tempo. Emergerà la sua voce acuta e nasale, che rappresenterà quasi lo stile della sua carriera musicale.

Il suo debutto da solista del 1969 non fu un grande successo, ma preparò un terreno musicale ambizioso. Presto si unì a Crosby, Stills e Nash, che avevano già pubblicato il loro primo album di successo. Young ha aggiunto peso al gruppo, ma i quattro hanno rappresentato uno scontro continuo di ego. Dopo l'uscita del loro primo album, Déjà Vu (1970), Young scrisse e cantò "Ohio", un inno che radunò gli attivisti del campus dopo che le guardie nazionali avevano ucciso quattro manifestanti contro la guerra alla Kent State University, nel maggio 1970. "Four Way Street" (disco live del 1971) fu un altro successo commerciale dei quattro (da avere, per forza).

Nel 1970 pubblica "After the Gold Rush", mentre nel 1972 raggiunge i vertici delle classifiche con il singolo "Heart of gold". Dopo arriverà un periodo di forte crisi, contraddistinto da depressione e problemi fisici, complice la morte per overdose di Danny Whitten, il chitarrista dei Crazy Horse. Lo stesso Neil Young, per altro, fa uso di droghe, il che contribuisce a peggiorare la sua salute già malferma. Nel 1977 è la volta di "American stars 'n' bars", al cui interno è presente "Like a hurricane". Mentre nel 1978 tocca a "Comes a time".

Sconvolto dalla morte, nel 1994, di Kurt Cobain, che nella lettera scritta prima di suicidarsi riporta un verso del suo brano "My my, hey hey", Young rende omaggio al leader dei Nirvana dedicandogli "Sleeps with angels".

Nel frattempo scrive per il film "Philadelphia" il brano omonimo, che gli vale una candidatura agli Oscar per la migliore canzone. Nel 1997 è protagonista del live "Year of the horse", che segue la pubblicazione di "Broken arrow".

Neil Young si è unito due volte in matrimonio. Young ha due figli maschi, entrambi nati con una forma di paralisi cerebrale. Ha inoltre una figlia, che come Neil stesso, soffre di epilessia. Dopo trentasei anni di matrimonio con la seconda moglie, ha iniziato una relazione sentimentale con l'attrice Daryl Hannah.

Colpito da un aneurisma cerebrale nel 2005, Neil riesce comunque a registrare il disco acustico "Prairie wind". Nel 2006 dà alle stampe il politico "Living with war", in cui si scaglia contro la guerra in Iraq e il presidente degli Stati Uniti George W. Bush. Nel 2009 pubblica "Fork in the road" e nel 2012 tocca ad "Americana", che ripropone i grandi classici del folk statunitense, e a "Psychedelic Pill", che ripropone la collaborazione con i Crazy Horse. Due anni più tardi, nel 2017, mette a disposizione gratuitamente tutti i suoi archivi.

Il fotografo

Joel Bernstein è un fotografo, chitarrista e produttore discografico con sede a Oakland, in California. Le sue fotografie sono state pubblicate su Time, The New York Times e Rolling Stone, tra le altre pubblicazioni, e ci sono state mostre retrospettive del suo lavoro a New York, San Francisco, Los Angeles e Londra.

Joel Bernstein è un acclamato fotografo di foto rock, il cui lavoro, che abbraccia quattro decenni, racconta le vite e i momenti pubblici di alcuni dei più importanti cantautori, artisti e musicisti del suo tempo: Joni Mitchell, Neil Young, Bob Dylan, Bruce Springsteen, David Crosby, Stephen Stills, Graham Nash, Prince, Jackson Browne, Laura Nyro, Tom Petty e molti altri. Bernstein divenne anche un caro amico e collaboratore musicale con molti dei suoi soggetti, suonando e cantando nei loro album e nelle tournée. Il suo lavoro più importante, però, rimane quello delle fotografie colte da vicino ai vari artisti. Lui passava più tempo possibile con i suoi soggetti fino a quando si sarebbe rivelato l’istante giusto, quello perfetto.

Le numerose copertine degli album di Bernstein sono comunemente elencate tra le più influenti nella storia visiva del rock. La sua prima cover, all'età di 18 anni, è stata “After the Gold Rush” di Neil Young, spesso citato nelle liste delle migliori copertine di album di tutti i tempi. Il suo lavoro è apparso nella copertina dell'album per Hejira di Joni Mitchell, nominato per un Grammy Award per la migliore copertina dell'album.

La Copertina dell'album "After The Gold Rush".

Joel Bernstein spiega così la sua fotografia: "La foto non è stata un errore". “Ho visto la vecchia donna venire verso di noi lungo il marciapiede, ero incuriosito e volevo sorprenderla mentre passava Neil”. “Nella fretta ho messo a fuoco appena oltre le due figure, più vicino alla recinzione che al viso di Neil”. “Questo è stato il motivo per il quale ho realizzato una stampa solarizzata: per aiutarla con un’apparente nitidezza”. “La solarizzazione ha comunque aggiunto una dimensione un po' inquietante all'immagine, ben adatta alla figura di Neil”.

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Neil Young, 12 novembre 1945

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