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[GORDON PARKS, UNA VOLTA DI PIÙ]

Lo abbiamo incontrato il 30 novembre 1919: oggi è quella volta in più, e Gordon se la merita tutta. Lui è stato un fotografo, ma anche regista, sceneggiatore e attore; ma poi, compositore, produttore, attivista politico, scrittore e giornalista. Era afro-americano, di colore. Non sappiamo da dove derivasse tutto questo talento, anche perché le sue origini non erano certo agiate. E’ difficile anche trovare un fattore legante, che possa almeno fornirci un’idea, una supposizione. Certo è che la sua vita, longeva peraltro, pare scritta come in un romanzo a lieto fine. E’ bello scorrerla per intero, cercando di cucire le varie fonti; magari ricominciando subito dopo, come in un film indimenticabile. Si dice parlasse sovente allo specchio, ripetendosi spesso: “Un'ultima cosa: finché non sarai sicuro di te stesso, non sarai sicuro di nulla, pensaci su, ci vediamo domani mattina". Una volta di più anche per lui.

Parks è nato a Fort Scott, nel Kansas, il 30 novembre 1912, ultimo di quindici figli. Da ragazzo ha dovuto affrontare i problemi con i bianchi di città e delle scuole segregate, ma è stato confortato dall’amore dei suoi genitori e dall'unità della comunità nera. Quando era solo un adolescente, sua madre morì improvvisamente e lui ne fu devastato. Il padre gli impose di trasferirsi a St. Paul, nel Minnesota, per vivere con la sorella e la sua famiglia. Poco dopo il suo arrivo, lui e il cognato hanno avuto un’accesa discussione e Parks fu costretto ad andarsene. Veniva spinto in un mondo che conosceva poco, con pochi soldi, nel gelido inverno del Minnesota.

Per evitare il congelamento, Parks ha viaggiato in tram tra St. Paul e Minneapolis di notte per quasi due settimane. Dopo, i soldi erano spariti, così iniziò a lavorare come lavapiatti, durante il giorno; mentre di notte utilizzava il suo talento musicale per suonare il piano in un bordello. Per molti anni Parks ha svolto diverse mansioni, arrivando a lavorare come aiuto cameriere in un ristorante di alta classe che aveva una band dal vivo. Una notte Parks, mentre suonava il piano fuori orario, il leader della band lo sentì; iniziò così a viaggiare con la band, ma quel periodo finì rapidamente, perché proprio il leader della band se ne andò con i soldi.

Come voleva il destino, a Parks doveva succedere qualcosa di buono, così trovò lavoro come cameriere per il North Coast Limited, un treno transcontinentale. Sposò Sally e mise su famiglia. Alcune delle riviste lasciate dai passeggeri contenevano le fotografie di Dorothea Lange, Walker Evens e altri; e lo hanno ispirato a diventare un fotografo. Soffrendo ancora per le crudeltà della sua vita, voleva una voce che lo aiutasse ad allontanarne la memoria. Nel 1938, una macchina fotografica comprata per pochi dollari sarebbe diventata quella voce.

Acquistò una Voightlander Brilliant al banco dei pegni di Seattle. Non era una gran macchina fotografica, ma gli consentì di scattare fotografie, ottenendo il primo lavoro come fotografo di moda. Il suo talento è stato immediatamente riconosciuto da Eastman Kodak, che ha sponsorizzato le prime mostre. Il successo lo portò a Chicago, dove poté continuare con la fotografia di moda, concentrandosi anche sulla comunità nera colpita dalla povertà nel lato sud di Chicago. Quel portfolio gli è valso la Julius Rosenwald Fellowship. Parks ha poi iniziato a lavorare per la Farm Security Administration a Washington, DC. È stato il primo afroamericano a lavorare per la FSA. Come fotografo autodidatta, che aveva imparato studiando i grandi fotografi dell'epoca, Parks era ormai sulla buona strada. Possedeva un talento naturale, e sebbene molte volte fosse ancora e costretto a entrare dalla porta sul retro o a sedersi in fondo all'autobus, si era guadagnato il rispetto dei colleghi fotografi.

La carriera di Parks ha iniziato a decollare. È diventato il primo afroamericano a fotografare per le riviste Life e Vogue. Il suo lavoro documentaristico includeva immagini di Harlem, l movimento per i diritti civili degli anni '60, l'organizzazione delle Pantere Nere, la storia d'amore tra Ingrid Bergman e Roberto Rossellini, ma anche molto altro. Ha girato il mondo con la rivista Life, ma poi è tornato a casa per documentare la sua città natale, per come fosse cambiata.

Oltre al suo lavoro da fotografo, Parks ha continuato la carriera musicale, componendo musica orchestrale e colonne sonore di film. Ha scritto il balletto Martin, che parlava del dottor Martin Luther King, Jr. E’ stato il regista di diversi film, tra cui The Learning Tree, basato sul suo romanzo omonimo. Il libro narrava i primi anni della sua vita in Kansas. Parks ha detto che il titolo del libro gli era stato suggerito dalla madre, che una volta disse: "Devi lasciare che questo posto sia il tuo albero di apprendimento”. “Gli alberi danno frutti buoni e frutti cattivi, ed è così anche qui”. È stato il primo afroamericano a produrre e dirigere un film per un importante studio di Hollywood, la Warner Brothers. In seguito ha prodotto film e colonne sonore tra cui Shaft. Inoltre, è stato il compositore di numerosi brani blues e jazz.

Ha pubblicato un totale di 12 libri, tra cui tre autobiografie; il primo libro nel 1947, ed era un manuale di istruzioni intitolato Flash Photography.

Parks ha ricevuto numerosi premi e più di 24 lauree honoris causa, tra cui il Maryland Institute of Fine Arts, la Syracuse University, la Boston University of Public Communication e il Kansas City Art Institute.

Parks sposò Sally Alvis nel 1933. La coppia divorziò nel 1961 con tre figli: Gordon Parks, Jr., Toni Parks Parson e David Parks. Nel 1962 Parks sposò Elizabeth Campbell, dalla quale ebbe una figlia, Leslie. Solo 11 anni dopo, hanno divorziato. Nello stesso anno del suo secondo divorzio, si sposò di nuovo con Genevieve Young. Aveva tre nipoti e un pronipote. Morì di cancro all'età di 93 anni, il 7 marzo 2006, mentre viveva a Manhattan. E’ sepolto nella sua città, Fort Scott, nel Kansas.

Le fotografie.

Gordon Parks. “Modelle con taglio di capelli alla garçonne”, New York 1949

Gordon Parks. “Grandi magazzini”, Birmingham, Alabama, 1956

30 novembre 1919, Gordon Parks

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