[ANNA GALIENA, BELLA E SEDUTTRICE]
Anna Galiena è bella, e seducente. E’ la “chimica” dell’attrice a sorprendere, non solo il suo aspetto fisico. Non vogliamo usare le parole di Tinto Brass, che pure è stato stregato da Anna (l’ha voluta nel film Senso 45); ci è bastato guardare il “Marito della Parrucchiera” (1990) per comprendere cosa potesse esprimere la bella Galiena. Ma fermarsi alla sola seduzione sarebbe un errore, grave peraltro. L’attrice romana è forte di una formazione classica, che l’ha resa versatile al cinema come a teatro, in parti drammatiche e da commedia. Ha avuto il privilegio (meritato) di lavorare con i registi più influenti, in Italia e all’estero; e non solo per le capacità seduttive.
Anna Galiena nasce a Roma il 22 dicembre del 1954, dove crescerà alternando alcuni soggiorni a Londra. Determinata a intraprendere la carriera di attrice, lascia la sua città a poco più di venti anni per studiare recitazione a New York, dove si forma artisticamente. Il suo debutto avverrà in teatro nel 1978. Nello spettacolo "Romeo e Giulietta” ottiene la parte principale.
Parlando di Anna Galiena ci si accorge della sua grande versatilità, che le ha permesso di passare facilmente dal teatro al cinema senza disprezzare il piccolo schermo. Nel 1980 Anna entra all'Actors' Studio, la celeberrima scuola di recitazione, frequentata tra gli altri da Robert De Niro.
Nel 1983 ritorna in Italia e debutta in "Sotto il vestito niente", di Carlo Vanzina. L'anno seguente interpreta Natasha al Teatro Stabile di Genova in "Tre sorelle" di Cechov. La sua formazione all'estero la rendono famosa anche al di là delle Alpi. Con un film francese del 1990 riscuote il primo grande successo, interpretando Mathilde in “Il marito della parrucchiera”, di Patrice Leconte. Nel 1993 la troviamo in “Il grande cocomero” di Francesca Archibugi, pellicola dalla forte carica drammatica; anche se poi non disprezzerà la commedia, recitando in "Come te nessuno mai" (1999), di Gabriele Muccino.
Nell'arco della sua carriera ha spesso avuto il privilegio di essere scelta da registi stranieri, come Claude Chabrol, Raoul Ruiz per Tre vite e Manuel Gomez Pereira. Copiosa è anche la sua presenza in televisione sia in Europa che in America. È stata anche la prima attrice ammessa a recitare in teatro con la Compagnia del Teatro Nô giapponese, diretta nel 1994 da Takayuki Kawabata in Susanô al Festival di Avignone.
Di recente ha collaborato a diverse pellicole in Italia. Nel 2013 partecipa alla commedia con Enrico Brignano e Ambra Angiolini “Stai lontana da me” e l'anno successivo gira il film di Sergio Castellitto “Nessuno si salva da solo”.
Meno fortunata è stata la sua vita sentimentale. Sposata due volte, con uno scrittore americano e con un produttore cinematografico francese, in entrambi i casi l'unione è terminata con il divorzio.
La fotografa, Elisabetta Catalano
Elisabetta Catalano ci ha lasciato domenica 4 gennaio 2015, in un ospedale romano; e ancora ne sentiamo la mancanza, forse di più. Lei era la fotografa delle star. Aveva 70 anni e molti la ricorderanno per il ritratto di Pier Paolo Pasolini o quello di Andy Warhol e Monica Vitti.
La sua è stata una vita tra arte e immagini in bianco e nero. Da autodidatta aveva lavorato in vari periodici fra cui l'Espresso, poi, negli anni ‘70 si era trovata a collaborare con artisti concettuali e della transavanguardia; un piglio artistico, il suo, che era confluito poi in ritratti d’arte a personaggi del mondo della cultura e del cinema. Tra i suoi scatti più famosi quelli dedicati a Michelangelo Antonioni, Florinda Bolkan, Stefania Sandrelli (in particolare quello che la ritrae adolescente ed efebica), Federico Fellini, Italo Calvino, Pier Paolo Pasolini, Alberto Moravia, Alberto Arbasino, Raffaele La Capria.
Negli anni Settanta Elisabetta Catalano ha lavorato anche per “Vogue”, nelle varie edizioni, italiana, americana, francese. Non si affezionerà mai però alla foto di moda, perché lì l’immagine del personaggio è in un certo senso precostituita. Elisabetta invece scava nell’intimo del soggetto, fermandosi solo quando è certa di aver colto il carattere essenziale della persona che le è di fronte, dopo averla spogliata di ogni falsa immagine di sé.
Nel ’78 la Polaroid le commissiona una serie di ritratti di registi italiani per una mostra a Boston. Dopo questa esperienza al suo caratteristico bianco e nero si aggiungerà sempre più l’uso del colore.
Elisabetta ha sempre frequentato il mondo dell’arte, e per molti artisti Elisabetta realizzerà varie sequenze fotografiche, che documentano le loro performance. E’ proprio l’Elisabetta ritrattista a interessare scrittori, pittori e scultori, l’espressività dei quali viene accomunata all’essenza della loro arte.
Per finire, però, Elisabetta ci fa rimpiangere l’eleganza che ha sempre contraddistinto i suoi lavori e forse la sua stessa vita. Avrebbe dovuto scattare ancora, di più: per ingigantire un lavoro distintivo e prezioso. Manca a tanti, ma soprattutto alla fotografia.
Elisabetta era nata a Roma nel 1941
Le fotografie. Anna Galiena ritratta da Elisabetta Catalano.