[NASCE YOUSUF KARSH]
E’ facile imbattersi nelle fotografie di Yousuf Karsh, fotografo ritrattista. Le sue immagini le possiamo riconoscere ovunque: sulle copertine dei libri, su banconote e francobolli, e, naturalmente, esposte nelle gallerie. Nel corso della sua lunga carriera (più di 65 anni), Karsh ha fotografato alcuni tra i più importanti leader del 20° secolo, con una tecnica di illuminazione della quale lui stesso è stato pioniere. Divenne particolarmente richiesto, al punto che il giornalista Perry pubblicò sul London Sunday una frase particolarmente esaustiva: “Quando i famosi cominciano a pensare all’immortalità, chiamano Karsh”. Osservare le sue immagini significa studiare, andare a lezione, far proprio un atteggiamento da tenersi di fronte al soggetto; oltre che, ovviamente, rendere percepibili (e riconoscibili) gli elementi essenziali di colui che si va a ritrarre.
[La vita di Yousuf Karsh]
Yousuf Karsh, uno dei più importanti fotografi armeno-canadesi, era famoso per i suoi ritratti. Nasce a Mardin, una città nella parte orientale dell'Impero ottomano (Turchia) il 23 dicembre 1908. È cresciuto nell'era del genocidio armeno e, quando aveva 16 anni, i suoi genitori lo spinsero a vivere insieme a suo zio Georg Nakash, anche lui fotografo, a Sherbrooke, nel Quebec, in Canada. Karsh ha frequentato la scuola per un breve periodo, mentre aiutava suo zio con il lavoro in studio. Nakash vide sul campo le capacità di suo nipote e nel 1928 organizzò per lui uno stage sotto un grande ritrattista che viveva a Boston, di nome John Garo.
Nel 1931, per farsi un nome, Yousuf Karsh tornò in Canada e iniziò a lavorare con John Powl, nel suo studio, che poi ha rilevato pochi anni dopo. Nel 1936, ha esposto la sua prima mostra nella Drawing Room dell'hotel Château Laurier. Tempo dopo, trasferì lì il suo studio, dove visse e lavorò fino al 1992.
Karsh è stato scoperto dal primo ministro canadese, Mackenzie King, che lo ha presentato ai notabili in visita per le sedute di ritratto. Il suo lavoro iniziò a raccogliere consensi, ma la svolta arrivò quando ritrasse Winston Churchill, nel 1941 mentre Churchill pronunciava un'orazione alla Camera dei Comuni canadese a Ottawa. Questo è rimasto il uno dei ritratti più riprodotti nella storia.
La grande opera di Yousuf Karsh è esposta in numerosi stimati istituti e gallerie come collezione permanente. Pochi esempi sono il Museum of Modern Art di New York, il Metropolitan Museum of Art, la Bibliotheque nationale de France, il George Eastman House International Museum, la National Gallery of Canada e altri. Diverse biblioteche e vari registri in Canada conservano l'intera collezione, insieme ai negativi e ai documenti. Gli strumenti fotografici di Karsh sono stati donati al Canada Technology and Science Museum di Ottawa.
Yousuf Karsh muore il 13 luglio 2002, a Boston,
[L’incontro con Ernest Hemingway]
Il ricordo di Karsh (fonte sito ufficiale dell’autore)
Mi aspettavo di incontrare nell'autore un insieme degli eroi dei suoi romanzi. Invece, nel 1957, nella sua casa Finca Vigía, vicino a L'Avana, ho trovato un uomo di particolare gentilezza, l'uomo più timido che abbia mai fotografato, crudelmente martoriato dalla vita, ma apparentemente invincibile. Soffriva ancora per gli effetti di un incidente aereo avvenuto durante il suo quarto safari in Africa. La sera prima ero andato a La Floridita, il bar preferito di Hemingway, per conoscerne i desideri e assaggiare la sua miscela preferita, il daiquiri. Può accadere, però, di essere troppo preparati! Quando, alle nove del mattino successivo, Hemingway chiamò dalla cucina: "Cosa beve?", la mia risposta voleva essere perfetta: "Daiquiri, signore". "Buon Dio, Karsh", protestò Hemingway, “A quest'ora del giorno!'”.
[Il ritratto di Winston Churchill]
Il ritratto di Winston Churchill ha cambiato la vita di Yousuf Karsh. Di certo conosceva l’importanza del personaggio, ma di sicuro non poteva immaginare, come ha spesso confermato, che quella del politico inglese sarebbe diventata una delle immagini più riprodotte nella storia della fotografia.
Nel 1941, Churchill ha fatto visita prima a Washington, poi di Ottawa. Il Primo Ministro canadese, Mackenzie King, aveva invitato Karsh a un incontro nel quale Churchill avrebbe tenuto un discorso. Il fotografo l’ha aspettato nella Camera degli Speaker dove, la sera prima, aveva collocato luci e macchina fotografica. Il Primo Ministro, sottobraccio con Churchill, l’ha accompagnato nella stanza. Karsh accese i proiettori; un Churchill sorpreso chiese: “Cos’è tutto questo?” Nessuno aveva il coraggio di parlare. Karsh si fece avanti e disse: “Signore, spero di essere abbastanza fortunato nel fare un ritratto degno di questa storica occasione”. Il politico chiese spiegazioni: “Perché non sono stato avvisato?”; poi accese un sigaro, soffiò una nuvola di fumo e aggiunse: “Uno scatto si può fare”. Il Sigaro di Churchill era sempre tra le sue labbra, nonostante Karsh avesse allontanato il posacenere. Alla fine, il fotografo gli si avvicinò, strappandogli il sigaro di bocca: “Mi perdoni, signore”, disse. Churchill doveva essere furente e quell’ira siamo in grado di riconoscerla ancora oggi; ma forse c’è di più: un’aria indispettita, sospesa, in attesa; come quella di un adulto che abbia assistito alla marachella di un ragazzo.
[Le fotografie]
Ernest Hemingway by Yousuf Karsh, 1957
30 dicembre 1941, Churchill tiene il suo discorso alla Camera del Parlamento canadese. Subito dopo Karsh realizza il ritratto del Primo Ministro britannico.