[LE DONNE ITALIANE AL VOTO]
Il 1° febbraio del 1945 è una data importantissima per le donne italiane, che si videro estendere il diritto di voto con un decreto legislativo luogotenenziale che sancì la possibilità delle donne italiane recarsi alle urne. Lo fecero, peraltro, nella consultazione più importante, il referendum istituzionale monarchia-repubblica. Per decreto, Potevano votare tutte le italiane che avessero compiuto 21 anni e quindi: casalinghe e massaie, nobildonne e contadine, analfabete e intellettuali; le italiane insomma, per le quali il suffragio femminile diventava una conquista, un diritto atteso da secoli.
Per precisione, ricordiamo che Il decreto legislativo luogotenenziale è un atto avente forza di legge adottato dal Consiglio dei Ministri e promulgato dal Luogotenente del Regno durante il Regno d'Italia. I decreti legislativi luogotenenziali non abrogati da successive disposizioni e compatibili con la Costituzione repubblicana restano in vigore anche nell'ordinamento della Repubblica.
Per alcune donne, le urne si erano aperte il 10 marzo (1945) dello stesso anno, durante le elezioni amministrative comunali. Si trattò comunque di una svolta radicale, arrivata all’alba del processo del processo di ricostruzione, per madri e mogli che avevano combattuto una guerra tutta loro. Mentre gli uomini si trovavano al fronte, avevano lavorato per mantenere le famiglie, affrontando i razionamenti, le tessere e la borsa nera. Avevano sostituito gli uomini, nelle campagne, nella fabbriche, cercando di proteggere i figli sotto i bombardamenti. Alcune di loro erano entrate nella Resistenza, partecipando alla guerra di liberazione, combattendo anche con le armi in pugno, proprio come gli uomini.
Eccole, quelle donne, nelle fotografie d’epoca le vediamo timide, quasi disorientate, consapevoli di una responsabilità nuova, da affrontare senza rossetto. Già, perché la busta elettorale andava incollata e le labbra avrebbero potuto invalidare il voto.
[Storia di una fotografia]
A ricordare la prima votazione con anche le donne (e il referendum) c’è la fotografia che riportiamo, ormai diventata iconica. Ritrae una giovane donna simbolicamente sorridente, che sbuca fuori da una pagina del Corriere della Sera. L’immagine fu pubblicata per la prima volta il 15 giugno del 1946 sulla copertina del settimanale Tempo, il periodico fondato nel 1939 da Alberto Mondadori sull'esempio di Life.
La bellezza genuina della donna e il suo sorriso infondono fiducia e speranza, dopo anni di guerra, a una nazione che doveva ripartire. Oggi sappiamo che quella donna si chiamava Anna.
Per ottenere l'immagine, che durerà più di settant’anni, il fotografo aveva prodotto 41 scatti con la sua Leica, come si vede nei provini a contatto conservati presso il Museo della Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo. Pare che alcuni siano stati realizzati sulla terrazza della sede dell’Avanti. La foto di Federico Patellani è stata utilizzata per illustrare articoli, saggi e libri; ha accompagnato mostre e manifestazioni politiche. Siamo sicuri che le occasioni si moltiplicheranno anche in futuro.
[Federico Patellani, narratore d’Italia]
Abbiamo incontrato spesso Federico Patellani quale autore delle immagini che accompagnavano altre notizie. Sensibile e colto narratore, ha accompagnato la storia dell’Italia del dopoguerra: dal referendum monarchia-repubblica alla ripresa economica, portando alla ribalta la vita culturale di un paese in movimento. Si è anche occupato di cronaca e cinema, approdando, a fine carriera, alla fotografia di viaggio. Le sue immagini godono di una bellezza riconoscibile, spontanea; frutto di un’intelligenza acuta e della passione necessaria. Alcune vivono di una complessità visuale facile da cogliere, perché figlia di un formalismo spontaneo, quasi istintivo. Si respirano, le fotografie di Patellani, e meritano uno sguardo attento, fatto anche di tempo. Assaggiare non basterebbe.
Federico Patellani è stato una personalità di spicco del nostro fotogiornalismo. Lui nasce a Monza il 1° dicembre 1911; frequenta i circoli culturali milanesi, forte degli studi classici e di una laurea in legge. Inizia a fotografare nel 1935, durante le operazioni militari in Africa (era ufficiale del genio). Le sue immagini verranno pubblicate da un quotidiano milanese e da quel momento Patellani farà della fotografia la propria professione. Collaborerà a lungo col periodico il “Tempo” di Alberto Mondadori, per il quale, nel 1940, documenterà le operazioni militari in Jugoslavia. Nel 1941, come richiamato, fotograferà la campagna di Russia, nel 1943 la Milano bombardata.
Nel 1946, Patellani torna al Tempo; collaborerà poi con le testate “Epoca” e “Oggi”. Le sue immagini raccontano l’Italia del dopoguerra: il boom economico, le industrie, i mutamenti sociali. A rileggerle, si riconosce l’entusiasmo intellettuale dell’autore, quello che ripesca di continuo nella sua Milano, ombelico dei cambiamenti e patria dell’editoria nascente. Rivolgerà il suo sguardo anche all’estero, soprattutto dopo aver fondato una propria agenzia.
Nel 1953 è aiuto regista di Alberto Lattuada per il film “La Lupa”, mentre nel 1959, su “Epoca”, pubblica una serie di servizi dal titolo “Paradiso Nero” realizzati, con l’aiuto del figlio Aldo, durante un lungo viaggio dal Congo Belga al Kenya. A partire dallo stesso anno Patellani collabora con vari periodici come “La Domenica del Corriere”, “Successo”, “Storia Illustrata”, “Atlante”, producendo numerosi servizi in tutto il mondo.
Intelligenza e passione, queste sono le impronte riconoscibili nelle fotografie di Patellani. Per ogni immagine, quasi stacca una reliquia di realtà, restituendoci una complessità semplice, popolata di personaggi riconoscibili, fortemente caratterizzati, quasi filmici. A lui va il merito di aver guardato altrove, in altre discipline e anche oltre confine, all’estero; questo senza rimanere confinato nel bianco e nero dolciastro dell’Italia migliore.
L’ultimo reportage è datato 1976 e riguarda il Ceylon.
Patellani morirà a Milano nel 1977.
[Le fotografie]
Federico Patellani, immagine per la copertina del “Tempo” n. 22, uscito nella settimana 15-22 giugno 1946, Milano, 1946.
Federico Patellani, una fotografia scattata lo stesso giorno della precedente.