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[CI LASCIA MONICA VITTI]

Dovremo abituarci, e sarà difficile: da ieri Monica Vitti è solo un ricordo. La notizia arriva da Walter Veltroni, su Twitter: “Roberto Russo, il suo compagno di tutti questi anni, mi chiede di comunicare che Monica Vitti non c’è più; lo faccio con dolore, affetto, rimpianto”. Non la vedevamo da tempo, Monica, prigioniera com’era di una malattia degenerativa; ma almeno sapevamo che respirava, guardava, ascoltava come noi. Abitava il nostro mondo, avvicinata dalla sua arte: quella che ci meravigliava sempre, soprattutto quando la voce roca completava il suo volto. Era bella, Monica, tanto; mai stereotipata, ci ha fatto ridere e piangere, perché rappresentava mille donne in una, tutte donate al cinema del suo tempo.

Da oggi Monica inizieremo a ricordarla e ci verranno in mente le sue espressioni: quelle degli occhi, del volto, dei gesti; ma anche delle tante donne che è stata capace di interpretare: ricche, povere, nevrotiche tristi, popolane e tante altre.

Come scrivemmo, non dimenticheremo mai Monica Vitti e non lo farà nemmeno il cinema di casa nostra. Lei è sempre rimasta se stessa, autonoma nelle scelte, senza mai mettere in mostra gratuitamente la propria bellezza. Non l’abbiamo mai vista svestita, in quegli anni ’70 durante i quali il cinema proponeva ammiccamenti a basso costo e trame fatte per mettere in mostra le grazie dell’attrice di turno. Lei no, abbagliava col viso incorniciato di biondo e destava il sorriso per via della voce roca. Faceva ridere e riflettere, Monica; in un’eterna sorpresa: quella che riviviamo ancora oggi al solo ricordo di lei.

Grazie Monica

[Monica Vitti, la sua vita]

Monica Vitti, nasce a Roma il 3 novembre 1931, ma cresce in Sicilia, per via del lavoro paterno. Nel 1953 si diploma all'Accademia d'Arte Drammatica Silvio D'amico e da qui inizia la sua carriera sul palcoscenico.

Nel 1959 avviene il suo esordio nel cinema, con il film "Le dritte". Subito dopo, incontra un regista che diventerà il suo maestro: Michelangelo Antonioni. Insieme i due gireranno quattro film: "L'avventura" del 1960, "La notte" del 1961, "L'eclisse" del 1961 e "Deserto Rosso" del 1964. La giovane attrice si legò al regista con una relazione sentimentale che durerà quattro anni circa.

Nella seconda metà degli anni '60, Monica Vitti passa alla commedia dimostrando talento e vena comica, grazie anche alla sua forza recitativa. Con Mario Monicelli nel 1968 recita ne "La ragazza con la pistola", nel 1969 in "Amore mio aiutami" di Alberto Sordi, nel 1970 ne "Dramma della gelosia” e "Tutti i particolari in cronaca" di Ettore Scola.

Ricordiamo Monica nel film “Polvere di Stelle” (1973), di fianco ad Alberto Sordi. I due sono attori di avanspettacolo in una compagnia di poco successo. Vivono però una serata da sogno, recitando di fronte a un teatro pieno. Lì canteranno Ma 'ndo vai (se la banana non ce l'hai), per un trionfo che svanirà in un attimo. L’interpretazione della coppia è magistrale.

Non mancano i riconoscimenti: vince tre Nastri d'argento e cinque David di Donatello, mentre calca il palcoscenico dei teatri (è del 1986 "La strana coppia" diretta da Franca Valeri). Nel frattempo, alcuni registi stranieri desiderano averla nei loro film: Losey la dirige nel 1969 in "Modesty Blaise, la bellissima che uccide", Miklos Jancso nel 1971 ne "La pacifista" e Louis Buñuel ne "Il fantasma della libertà" del 1974.

Nel 1990 debutta alla regia con il film "Scandalo Segreto" con il quale vince il Globo d'oro come regista e come interprete. Nel 1993 esce la sua autobiografia "Sette sottane". Nel 1995 le viene assegnato il Leone d'Oro al Festival del Cinema di Venezia.

Nella vita privata ha avuto tre storie d'amore: come abbiamo visto, la prima con il regista Michelangelo Antonioni, poi con il direttore della fotografia Carlo Di Palma, e infine con il fotografo di moda Roberto Russo, con il quale si è unita in matrimonio nel 2000.

[Il fotografo, Pierluigi Praturlon]

Pierluigi Praturlon è nato a Roma nel 1924. Ha iniziato la sua carriera come "fotografo di strada" nel 1946 e, solo pochi anni dopo, divenne il "principe" della fotografia di scena in Italia, lavorando (1959-1987) sui set cinematografici di Cinecittà e Hollywood. Con più di 400 film Pierluigi Praturlon ha fotografato la realizzazione di capolavori acclamati della storia del cinema: Ben Hur, Cleopatra, La grande guerra, 007 Thunderball, Grand Prix, La Dolce Vita, La pantera rosa, Matrimonio all'italiana, Amarcord, La Ciociara.

A quel tempo era l'unico fotografo italiano in grado di parlare correntemente l'inglese (conosceva cinque lingue). Per questo motivo, egli è stato in grado di sviluppare rapporti diretti con attori e registi di film e lavorare come il fotografo ufficiale delle icone del cinema come Sophia Loren, Claudia Cardinale, Marcello Mastroianni, Monica Vitti, Anita Ekberg, Raquel Welch, Peter Sellers, Frank Sinatra, Ursula Andress e molti altri.

Insomma, Pierluigi non era un paparazzo, anche perché non ha mai rovinato una celebrità. Claudia Cardinale lo definiva come un gentiluomo.

Avendo lavorato all'inizio della sua carriera come fotoreporter, Praturlon è stato in grado di portare sul set cinematografico il senso del reportage di; anzi, gli è attribuito il merito di aver trasformato l'arte del fotografo di scena. Prima del suo arrivo, almeno in Italia, le star si limitavano a posare per le immagini fisse durante le pause delle riprese; Praturlon ha vagato per i set, catturandoli mentre svolgevano il loro lavoro.

Il 1960, anno de “La Dolce Vita”, fu l'apice della carriera di Praturlon. L'ultimo film importante in cui ha lavorato è stato Ginger e Fred di Fellini, uscito nel 1986. Gli ultimi anni di Praturlon furono tristi: una spirale discendente di alcol e depressione che si concluse con la sua morte nel 1999. Ancora oggi, pochi conoscono il ruolo che aveva avuto nel raccontare il periodo d'oro del cinema italiano.

Claudia Cardinale scrisse di lui: "Guardare le foto di Pierluigi Praturlon e riflettere su di esse è rivivere un'epoca gloriosa, ma irrimediabilmente perduta, alla quale non posso non guardare indietro con un pizzico di orgoglio e rimpianto".

[Le fotografie]

Pierluigi Praturlon. Monica Vitti (Maria Luisa Ceciarelli) posa con la sua mano sulla guancia. 1969.

Pierluigi Praturlon. Monica Vitti, 1960 ca.

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