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[L’INVENTORE DELL’HORROR ROCK]

Alice Cooper, cantante e chitarrista rock statunitense, è una leggenda nel suo genere. Inventore di una corrente dark che ha in lui il primo storico esempio musicale, è stato protagonista durante la sua lunga carriera di alcuni dei concerti più spettacolari di sempre. L'horror è l'ambito da cui ha da sempre tratto ispirazione per le sue performance, caratterizzate da strumenti cruenti posti sul palco, come ghigliottine, serpenti e molto altro.

Alice Cooper nasce a Detroit, Michigan, il 4 febbraio 1948, figlio di un predicatore. Si è trasferito a Phoenix, in Arizona, in giovane età, stato in cui vive ancora oggi. All'età di 17 anni, formò una rock band chiamata The Earwigs, che cambiarono il loro nome in The Spiders e poi in The Nazz, prima di stabilirsi definitivamente con Alice Cooper.

La band ebbe la sua prima grande occasione suonando al Whisky a Go Go di Los Angeles, una notte del 1969, quando Frank Zappa li scoprì e li mise sotto contratto con la sua etichetta discografica. Dopo due album, e il trasferimento a Detroit, furono opzionati dalla Warner Bros. e uscirono con il loro terzo album, "Love It to Death" nel 1971. Seguirono diversi LP, tra cui "Killer", il grande successo "School's Out", "Billion Dollar Babies" e "Muscle of Love". La band è anche apparsa nel film Diario di una casalinga inquieta (1970).

La band originale di Alice Cooper si sciolse nel 1975, con il cantante che ne prese il nome. Alice come artista solista ha completato l'album "Welcome to My Nightmare" e il suo tour incredibilmente teatrale. Fu durante questo tour che incontrò la sua futura moglie Sheryl Cooper, che era stata assunta come ballerina.

Tuttavia, alla fine degli anni '70, Alice fu ricoverato in una clinica per la riabilitazione a causa dell’alcool. Raccontò le sue esperienze nell'album semi-immaginario "From the Inside". Gli anni '80 videro Alice protagonista nei film horror Monster dog - Il signore dei cani (1984) e Il signore del male (1987), oltre a comporre nuove canzoni per le colonne sonore di Roadie le strade del rock (1980), Classe 1984(1982), Venerdì 13: parte VII - Il sangue scorre di nuovo (1988) e Sotto shock (1989).

Tuttavia, sono stati gli anni '90 a portare l'apparizione cinematografica più memorabile di Alice: interpretare se stesso in “Fusi di testa” (1992). Alice ha anche interpretato il padre di Freddy Krueger in Nightmare 6 - La fine (1991), e se stesso in That '70s Show (1998) e Quel pasticcione di papà (1994). Il decennio ha visto anche l'uscita dei suoi "Hey Stoopid" e "The Last Temptation". Alice andò in tour occasionalmente ma si prese una pausa fino al 2000, quando pubblicò "Brutal Planet". Ha seguito questo con "Dragon Town", "The Eyes of Alice Cooper" e "Dirty Diamonds", e continua a fare regolarmente tournée, esibendosi in spettacoli con le rappresentazioni teatrali bizzarramente oscure e a tema horror, per le quali è conosciuto.

Nel 2015 l'eclettico cantante fonda gli Hollywood Vampires, un supergruppo rock formato da lui, il chitarrista degli Aerosmith Joe Perry e l'attore Johnny Depp: il nome si rifà al The Hollywood Vampires, club per rockstar fondato da Cooper negli anni '70. Nell'album d'esordio omonimo partecipano ospiti eccellenti, tra cui: Paul McCartney, Dave Grohl, Joe Walsh, Slash, Brian Johnson, Christopher Lee.

[La fotografa, Annie Leibovitz]

Annie Leibovitz nasce il 2 ottobre 1949 a Waterbury, nel Connecticut. Era uno dei sei figli di Sam, un tenente dell’aviazione, e Marilyn Leibovitz, un’istruttrice di danza moderna. Ha viaggiato gli USA in lungo e in largo e forse, al finestrino della Station Vagon paterna ha sviluppato quella sensibilità fotografica che oggi conosciamo. Grande appassionata di Avedon, nel 1967 si iscrive al San Francisco Art Institute, dove ha sviluppato l’amore per la fotografia .

Nel 1970 si presenta alla rivista rivista Rolling Stone. Impressionato dal suo portfolio, l’editore non esita ad assumerla. Nel giro di due anni, Annie ne ha 23, è capo fotografo. Nel 1975 la rivista le ha offerto l'opportunità di accompagnare la band dei Rolling Stones nel loro tour internazionale. Nel 1983 la Leibovitz lascia Rolling Stone per la rivista Vanity Fair, dove diventerà autrice di molte copertine di personaggi celebri; ricordiamo, tra questi, Demi Moore in dolce attesa e Whoopi Goldberg semisommersa in una vasca da bagno piena di latte.

Durante la fine degli anni 1980, la Leibovitz ha iniziato a lavorare su una serie di campagne pubblicitarie di alto profilo. Tra queste quella per l’American Express "Abbonamento", per la quale ha ritratto celebrità del calibro di Tom Selleck e Luciano Pavarotti.

Annie è considerata una delle migliori fotografe americane, particolarmente per quanto attiene al ritratto. Nel 1999 ha pubblicato il libro Women, che è stata accompagnato da un saggio dell’amica Susan Sontag. Nella pubblicazione Leibovitz ha presentato una serie d’immagini femminili: dai Giudici della Corte Suprema, fino alle showgirl dello spettacolo.

Di Annie ricordiamo la fotografia dove John Lennon (completamente nudo) è avvinghiato a sua moglie Yoko Ono. Si tratta dell'ultimo ritratto dedicato all’ex Beatles. E’ L'8 dicembre 1981. Poche ore dopo la posa per questa fotografia, Lennon fece due passi fuori dalla sua residenza a New York. Lì è stato colpito a morte da Stalker Mark David Chapman.

Nel gennaio del 1981 (22 gennaio), l'immagine è apparsa sulla copertina della rivista Rolling Stone. Anni dopo la Leibovitz ha raccontato che quando Lennon ha visto il primo test Polaroid delle riprese, si era espresso così: "Hai catturato esattamente il nostro rapporto".

Anche Lavazza ha affidato un lavoro importante alla fotografa statunitense, la campagna pubblicitaria che il brand italiano del caffè ha lanciato, nel 2009, in 15 paesi. Si trattava di fotografare cinque top model italiane per il calendario The Italian Espresso Experience 2009. Eva Riccobono, Elettra Rossellini Wiedemann, Alessia Piovan, Gilda Sansone e Kate Ballo, sono diventate le protagoniste del viaggio paradossale che la fotografa americana ha intrapreso sfruttando i “luoghi comuni” dell’italianità: quelli che hanno reso famoso il Made in Italy in tutto il mondo. Annie ha mescolato, con ironia e classe, i luoghi famosi, la moda, i set cinematografici, le belle donne, gli spaghetti e le immancabili tazzine di caffè. La Leibovitz ha messo in scena la nostra Italia, ben consapevole che gli stessi italiani amano la teatralità, il divertimento e la bella vita.

Un’altra campagna famosa portata avanti da Annie è quella relativa alle fiabe Disney. La stessa doveva reclamizzare i parchi divertimenti. Lei ha usato la sua capacità di ritrarre le celebrità.

Annie Leibovitz continua a essere richiesta come fotografa ritrattista, per ritrarre le celebrità di oggi.

[Oliviero Toscani, un incontro]

Ci piace incontrare Oliviero, perché abbiamo avuto il privilegio di parlare con lui più di una volta. In ogni occasione si è sempre manifestato gentile, restituendoci elementi di riflessione lucidi e logici. Ricordiamo anche la prima intervista che ci è stata concessa. Ne eravamo preoccupati, forse anche spaventati; di certo ne sentivamo la responsabilità. Tutto filò liscio, soprattutto per merito suo. Riportiamo di seguito le nostre riflessioni di allora, valide anche oggi: a dimostrazione della coerenza che muove il pensiero fotografico di Oliviero Toscani, e non solo quello.

Super Studio, via Tortona. Maggio 2014

Incontriamo Oliviero Toscani presso il Superstudio, a Milano. Un taxi lo aspetta per portarlo a Malpensa. L’indomani scatterà a Parigi. Conosciamo così, da vicino e in poco tempo, il più grande comunicatore di oggi. Molti lo ricordano per le immagini forti, di rottura: quelle che hanno suscitato polemiche e inciso sulla comunicazione; tanti si rammentano di lui per l’era Benetton, quella di Fabrica e Colors, altri ancora lo apprezzano per gli inizi e l’impegno continuo. Oliviero Toscani ha creato un linguaggio nuovo, ecco tutto: esplicito, reale, consapevole. Se spesso lo si definisce sovversivo, è perché risulta difficile seguirlo; abituati come siamo alle consuetudini e alle posizioni di comodo. La stessa fotografia, con lui, perde molti dei suoi paradigmi, di forma soprattutto: un bel fondo bianco e dentro ciò che diviene; anzi, un limbo illuminato e all’interno quanto sappiamo sia accaduto, ma che non vogliamo vedere.

Se affrontiamo Toscani con una logica nuova, tutto diventa più chiaro. Lui non commenta i fatti, li mostra: senza false ipocrisie o prese di parte. I media, oggi, ci spingono all’opinione duale, con un sound che convince; Toscani ci invita all’analisi, quella profonda e conoscitiva. “C’è un’ignoranza delle persone colte!”, ci dice; e noi intuiamo come questa sia figlia della presupponenza, della logica che si conforma; gettando sentenze, per giunta. Eppure l’AIDS non è il diavolo che diventa peccato, e l’anoressia vive nei modelli (mentali) e non nei comportamenti. Questioni d’opinione? No, la differenza sta nei presupposti. L’impegno, per Toscani, è un valore staminale, da assumersi con responsabilità. Da lì in poi parte la creatività, quella che non vive di sola fantasia (astratta), essendo dedicata a raggiungere un risultato tangibile; con una lauta assunzione di rischi da parte di chi la porta avanti.

Ecco, sì: il nostro non ha avuto paura, mai. La sua carriera ha rappresentato una scommessa continua, volta al futuro peraltro. Siamo sicuri che in molti cercheranno di imitarlo, disobbedendo a un assioma alla Toscani: “Il già fatto non è creatività”. E poi, forse verrebbe a mancare il coraggio necessario: quello per guardare a occhi aperti ciò che non si vuol vedere.

[Oliviero Toscani, note biografiche]

Oliviero Toscani, figlio del primo fotoreporter del Corriere Della Sera, è nato a Milano nel 1942 e ha studiato fotografia e grafica all’Università Delle Arti di Zurigo dal 1961 al 1965. Conosciuto internazionalmente come la forza creativa dietro i più famosi giornali e marchi del mondo, creatore di immagini corporate e campagne pubblicitarie attraverso gli anni per Esprit, Chanel, Robe di Kappa, Fiorucci, Prenatal, Jesus, Inter, Snai, Toyota, Ministero del Lavoro, della Salute, Artemide, Woolworth e altri.

Tra gli ultimi progetti: la collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Salute, con la Regione Calabria, con la Fondazione Umberto Veronesi, e alcune campagne d’interesse e impegno sociale dedicate alla sicurezza stradale, all’anoressia, alla violenza contro le donne, e contro il randagismo.

Come fotografo di moda ha collaborato e collabora tuttora per giornali come Elle, Vogue, GQ, Harper’s Bazaar, Esquire, Stern, Liberation e molti altri nelle edizioni di tutto il mondo. Dal 1982 al 2000, ha creato l’immagine, l’identità, la strategia di comunicazione e la presenza online di United Colors of Benetton, trasformandolo in uno dei marchi più conosciuti al mondo. Nel 1990 ha ideato e diretto Colors, il primo giornale globale al mondo, e nel 1993 ha concepito e diretto Fabrica, centro di ricerca di creatività nella comunicazione moderna.

Dal 1999 al 2000 è stato direttore creativo del mensile Talk Miramax a New York diretto da Tina Brown. Toscani è stato uno dei fondatori dell’Accademia di Architettura di Mendrisio, ha insegnato comunicazione visiva in svariate università e ha scritto diversi libri sulla comunicazione.

Dopo quasi cinque decadi d’innovazione editoriale, pubblicità, film e televisione, ora si interessa di creatività della comunicazione applicata ai vari media, producendo, con il suo studio, progetti editoriali, libri, programmi televisivi, mostre ed esposizioni.

Dal 2007 Oliviero Toscani inizia Razza Umana, progetto di fotografia e video sulle diverse morfologie e condizioni umane, per rappresentare tutte le espressioni, le caratteristiche fisiche, somatiche, sociali e culturali dell’umanità, toccando più di 100 comuni italiani, lo Stato di Israele, la Palestina, il Giappone e per le Nazioni Unite, il Guatemala.

Da quasi trent’anni è impegnato al progetto: Nuovo Paesaggio Italiano, progetto contro il degrado dell’Italia. Il lavoro di Toscani è stato esposto alla Biennale di Venezia, a San Paolo del Brasile, alla Triennale di Milano e nei musei d’arte moderna e contemporanea di tutto il mondo. Ha vinto numerosi premi come quattro Leoni d’Oro, il Gran Premio dell’UNESCO, due volte il Gran Premio d’Affichage, e numerosi premi degli Art Directors Club di tutto il mondo.

È stato vincitore del premio “creative hero” della Saatchi & Saatchi. L’Accademia di Belle Arti di Urbino gli conferisce il premio Il Sogno di Piero e riceve dall’Accademia delle Belle Arti di Firenze il titolo di Accademico d’Onore.

Oliviero Toscani è socio onorario del Comitato Leonardo e della European Academy of Sciences and Arts.

[Le fotografie]

Annie Leibovitz. Alice Cooper.

Oliviero Toscani. Alice Cooper fotografato a New York per la rivista Vogue, 1974.

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