[DA CUBA CON ORGOGLIO]
Andy i capelli li porta tirati indietro, l’aspetto è piacente. Nelle trame dei film deve spesso far fronte ai pregiudizi, perché sì: lui sembra un immigrato ravveduto, gangster o poliziotto che sia. Lo ricordiamo in “Gli Intoccabili”, con Kevin Costner e Sean Connery. Lì impersonava l’italiano ai tempi del proibizionismo, un poliziotto orgoglioso delle sue origini. Andy Garcia comunque si muove bene nelle varie parti, anche al di fuori della lotta tra bene e male. A vincere sono state le sue scelte e anche il garbo antico della sua provenienza. L’orgoglio cubano l’ha sempre conservato, tenendo a distanza fama, denaro, vita facile.
Andy Garcia è nato il 12 aprile 1956 a L'Avana, Cuba, da una famiglia relativamente benestante, costretta a fuggire dopo la salita al potere di Fidel Castro. A Miami Beach i Garcia iniziarono una nuova vita, partendo dal basso. Andy aveva due anni.
Studente volenteroso, bravo nella pallacanestro e di bell’aspetto, il futuro attore bramava diventare un giocatore di baseball, ma nell’ultimo anno delle superiori le sue condizioni di salute lo costrinsero a dedicarsi alla recitazione, verso la quale diresse i suoi studi, che poi gli permisero di arrivare a Hollywood.
Il suo ruolo di boss della cocaina in “8 milioni di modi per morire” (1986) ha ispirato Brian De Palma, che stava facendo il casting per “Gli intoccabili” (1987). A Garcia è toccato il ruolo del poliziotto italiano, nel gruppo che cercava di combattere Al Capone. Il ruolo successivo è arrivato con “Black Rain - Pioggia sporca” (1989), dell'acclamato regista Ridley Scott, come partner del detective di polizia Michael Douglas. Ha poi recitato insieme a Richard Gere in “Affari sporchi (1990)”, diretto da Mike Figgis. Nel 1989, Francis Ford Coppola stava facendo il casting per Il padrino - Parte III (1990). Uno dei ruoli più ricercati era quello di "Vincent Mancini", il mafioso protetto di "Michael Corloene" e toccò proprio ad Andy, che superò una fitta concorrenza. La sua interpretazione ha ricevuto la nomination all'Oscar come miglior attore non protagonista, assicurandogli la celebrità internazionale e un posto nella storia del cinema. Ha poi recitato in film come “Gli occhi del delitto” (1992) ed “Eroe per caso” (1992), e impersonato il marito di Meg Ryan in “Amarsi” (1994), nonché il gangster in “Cosa fare a Denver quando sei morto” (1995). È poi apparso in “Prove apparenti” (1996), diretto da Sidney Lumet, oltre a interpretare il leggendario mafioso Lucky Luciano in “Hoodlum” (1997) e un poliziotto nel film d'azione “Soluzione estrema” (1998). Nel 2001 ecco un altro successo, Andy interpreta il ruolo del freddo proprietario di casinò in “Ocean's Eleven - Fate il vostro gioco” (2001), diretto da Steven Soderbergh.
Andy è orgoglioso delle sue origini cubane e ha sempre manifestato una cavalleria vecchio stile. Sposato con Maria Victoria, dal 1982, ha tre figlie. Garcia ha percorso una carriera unica, rimanendo fedele ai propri ideali e ai propri pensieri sulla recitazione; rinunciando a progetti leggeri, preferendo così ruoli che gli avrebbero permesso di esprimere qualcosa in più.
[Le fotografie]
Due ritratti per un soggetto, Andy Garcia; e stesso fotografo. L’interpretazione è classica, ma forse è giusto così: vista la regolarità del viso e l’espressione “iconica” dell’attore. Il pubblico lo conosce così.
Andy Garcia fotografato da Greg Gorman
Andy Garcia fotografato da Greg Gorman, LA 1994
[Il fotografo Greg Gorman]
Conosciuto per i suoi ritratti dei volti più famosi del mondo dello spettacolo, dell'arte, dello sport e della musica, le immagini di Greg Gorman hanno incuriosito il pubblico sin dall'inizio della sua carriera. A Greg Gorman è stato riconosciuto il contributo al mondo della fotografia con il premio Lifetime Achievement dal Professional Photographer’s of America, The Achievement in Portraiture Award dalla Lucie Foundation e il Pacific Design Center Stars of Design award. Greg è anche stato elogiato dalla critica per la sua attività di beneficenza per la Elton John Aids Foundation, Aids Healthcare Foundation, Focus on Aids, Oscar De La Hoya Foundation, e Paws LA. Oltre a viaggiare per il mondo per progetti fotografici specializzati, Greg continua a lavorare sul suo archivio d’immagini, esponendo il suo lavoro in gallerie e musei di tutto il mondo.
“It's Not About Me: A Retrospective” rappresenta la dodicesima monografia di Gorman, uscita nel 2021. Inoltre, Gorman è uno degli oratori più ricercati nella comunità fotografica e condivide la sua esperienza in workshop fotografici in tutto il mondo. L'ultima avventura lavorativa di Greg è stata nel mondo del vino, dove ha iniziato una produzione con una etichetta propria.
Nato nel 1949 a Kansas City, Missouri, Greg ha frequentato l'Università del Kansas con una specializzazione in fotogiornalismo e ha completato i suoi studi presso la University of Southern California, laureandosi con un Master of Fine Arts in Cinematografia. Inizialmente voleva diventare un fotoreporter, ma trovò la sua vera vocazione nel 1968 quando, durante un concerto Jimi Hendrix a Kansas City, scattò alcune fotografie al leggendario chitarrista. Quelle immagini segnarono l’inizio della sua carriera come fotografo ritrattista delle celebrità, carriera che dura da oltre 40anni.*