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[UNA GITA FUORI PORTA]

Per una volta non faremo riferimento ai fatti del giorno, e forse accadrà ancora. Le imminenti vacanze pasquali ci invitano a riflettere su un’ipotetica gita fuori porta, un piccolo viaggio per ritrovare il proprio tempo e conoscere luoghi diversi, magari legati alla fotografia. No, non vogliamo sostituirci agli operatori turistici, ma offrire un piccolo suggerimento per allargare l’orizzonte oltre il consueto, magari respirando un’atmosfera antica e ben conservata. Non è solo la fotogenia ciò che ci interessa (l’Italia è bella in ogni dove), bensì quel legame stretto con l’arte dello scatto, nato per caso (forse) e replicato per anni. Questa volta ci recheremo a Scanno, borgo montano dell’Abruzzo: là si sono recati tanti fotografi, lasciando un segno nel tempo e nella cultura.

[SCANNO, LA “CITTÀ DEI FOTOGRAFI”]

Scanno è uno dei borghi più belli d’Italia, divenuto famoso per i suoi costumi femminili. Nel tempo è stato oggetto di studio tra i fotografi più importanti del XX secolo. Ecco perché il paese, in provincia dell’Aquila, immerso nel Parco Nazionale d’Abruzzo, è conosciuto anche come “città dei fotografi”.

Tra i fotografi di fama internazionale che hanno fatto tappa a Scanno c’è il pioniere del foto-giornalismo Henri Cartier-Bresson, la fotografa tedesca Hilde Lotz-Bauer e l’italiano Mario Giacomelli, famoso per la foto “il bambino di Scanno”, o Scanno Boy. Ne vanno annoverati comunque altri.

[La fotografie]

Le donne di Scanno – Photo: Hilde Lotz-Bauer

“Il bambino di Scanno” (Scanno Boy), 1957. Photo: Mario Giacomelli

[I FOTOGRAFI DI SCANNO]

[Il primo, M.C. Ercher]

L’aver parlato di Scanno ce ne ha fatto venire la voglia. Vorremmo conoscere meglio il paese abruzzese, sapere chi c’è stato, visitarlo anche. Indagando, abbiamo scoperto come i “grandi fotografi” (li vedremo dopo) non siano stati i primi ad approdare lì. Il primo personaggio a conoscere Scanno è stato M. C. Ercher: grafico, disegnatore e, all’occorrenza, fotografo.

E' nel 1928 che Escher scopre l'Abruzzo dalle ripide vette ed i paesi di pietra arroccati che, abituato a sconfinati orizzonti, dovettero esercitare su di lui un fascino irresistibile. Tornò più a lungo, nel 1929. Così scrisse: "Mi metto in cammino ogni primavera; questo tipo di viaggio mi restituisce vigore nel corpo e nell'anima…non conosco gioia più grande che vagabondare per le colline e le valli, da paese a paese…". Raccolse una cartella con più di 28 disegni e tante foto.

[Una donna fotografa: Hilde Lotz Bauer]

La fama fotografica di Scanno la si deve a una donna: Hilde Lotz Bauer. Arrivata a Scanno pochi anni dopo M.C. Escher e vent'anni prima di Henri Cartier-Bresson (siamo negli anni ’30), fu la prima donna che scattò a Scanno.

La maggior parte dei soggetti di Hilde sono rappresentati da donne: donne al lavoro fuori dalle porte delle loro case, ragazze piegate agli angoli delle strade che offrono mucchietti di lumache a manciate, donne che portano sulla testa catini pieni di panni lavati da mettere ad asciugare all'aperto, su cataste di legna.

Hilde è stata capace di catturare le donne all'uscita dalla chiesa e i giovani uomini che gironzolano intorno a loro, in un contrasto tra l'elegante modernità della gioventù e la severità dell'abbigliamento tradizionale femminile. Fu proprio in Italia che diventò una libera professionista, utilizzando la sua bravura come fotografa e il suo occhio di storica dell'arte per guadagnarsi da vivere.

Il suo stile diventò unico e riconoscibile, anche quando lo applicava attraverso l’Italia (in Sicilia soprattutto), portando con sé pesantissimi banchi ottici. I soggetti fotografati non venivano intrusi dagli scatti di Hilde. Del resto il suo scopo era quello di raffigurare il mondo così com'era, non edulcorato da sentimenti o emozioni personali.

Note biografiche

Hilde Bauer nasce il 31 marzo 1907 a Monaco di Baviera. Ha frequentato la scuola elementare a Bogenhausen dal 1913, poi dal 1917 al 1920 una scuola secondaria per ragazze e poi un’altra a Monaco fino al 1925. Dal 1928 ha studiato storia dell'arte all'Università di Monaco e ha conseguito il dottorato nel 1931. Si è poi formata come fotografa presso la Bavarian State School of Photography di Monaco fino al 1933.

Dal 1935 ha lavorato insieme al suo primo marito, lo storico dell'arte Bernhard Degenhart, in Italia all'Istituto di Storia dell'Arte di Firenze e alla Bibliotheca Hertziana di Roma. Nel 1939 divorzia.

Nel 1939 conobbe Wolfgang Lotz all'Art History Institute, con il quale sposò il 5 agosto 1941 e con il quale tornò a Monaco nel settembre 1943. Wolfgang Lotz e Hilde Lotz-Bauer hanno avuto un figlio e due figlie. Dal 1953 al 1962 hanno lavorato negli Stati Uniti, dove il marito ha assunto una cattedra, e dal 1962 ancora alla Bibliotheca Hertziana di Roma, di cui Wolfgang Lotz è stato direttore fino al 1980. Nel 1981, suo marito morì per un infarto. Hilde Lotz-Bauer è tornata a Monaco nel 1984, dove morì quasi cieca nel 1999.

E’ stata sepolta accanto al marito a Roma.

Lo stile fotografico di Hilde Lotz-Bauer mostra una certa vicinanza a Henri Cartier-Bresson, i suoi ritratti ricordano quelli di August Sander.

Il suo lavoro fotografico è stato esposto in diverse mostre, come nel 1977 presso Palazzo Strozzi a Firenze, nel 1980 al Courtauld Institute of Art di Londra, nel 1981 al Science Center di Bonn, nel 1993 Reiss Museum a Mannheim e nel 2008 a Scanno.

[Il più grande, Henri Cartier Bresson]

Henri Cartier Bresson, pioniere del foto-giornalismo e maestro dell’istante decisivo, immortalò Scanno nei primi anni ’50. I suoi scatti del borgo abruzzese sono stati esposti in innumerevoli mostre internazionali e fanno parte della storia della fotografia mondiale. Le fotografie di Cartier-Bresson restituiscono le tradizioni del borgo, facendole rivivere nell’attimo di un’azione, tra gli scorci più caratteristici del paese.

[Mario Giacomelli e il suo bambino]

La fotografia “Il bambino di Scanno” ha fatto letteralmente il giro del mondo, diventando una sorta d’icona della cultura del luogo. Lo scatto è esposto al Museo d’Arte Moderna di New York (MoMA) e risale al 1957; ritrae quattro donne in costume tradizionale, ma l’unico soggetto a fuoco è un bambino, che procede con le mani in tasca e con un modo di camminare che sembra da adulto. La foto è carica di un’atmosfera surreale, ricca però di dinamismo per via delle anziane signore.

Ecco cosa disse Giacomelli circa Scanno: “A me Scanno ha dato l’impressione di un paese di favola, pieno di sole, con figurine nere”. “Ho cercato di bruciare i particolari proprio perché sparisse via tutto quello che poteva far pensare al documentario, così pensavo di trovare dentro più poesia”. “Non ho mai pensato di fare del realismo con Scanno […] ma solo delle cose, anche se non eccezionali, che riproducessero il mio stato d’animo in quel momento”.

[Il grande narratore, Gianni Berengo Gardin]

Gianni Berengo Gardin, da cinquant’anni riconosciuto protagonista della fotografia in ambito internazionale, è cittadino onorario di Scanno. Autore di oltre 250 volumi di fotografie, Berengo Gardin ha dedicato al paese una serie di scatti, racchiusi nel libro “Scanno, un paese che non cambia”.

[La moda di Ferdinando Scianna]

“Non sono mai stato a Scanno e non credo di volerci andare…Troppi santi del mio Paradiso vi hanno fatto miracoli: Cartier-Bresson, Giacomelli, Berengo Gardin”. “Meglio evitare le tentazioni, i confronti, le sconfitte”.

(Ferdinando Scianna, dalla prefazione al libro “Scanno” di Giovanni Bucci)

Invece Scianna c’è andato, nel paese abruzzese, portandogli anche la moda.

[Gli altri fotografi da ricordare]

Ecco gli altri fotografi che hanno ritratto Scanno: Mario Cresci, Jill Hartley, Claudio Marcozzi, Pepi Merisio, Lynn Saville, Yoko Yamamoto, Giovanni Bucci (farmacista fotografo), Piergiorgio Branzi.

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