ACCADDE IERI …
Non potevamo dimenticarci di lei: Fernanda Pivano, nata ieri, nel 1917. Il lunedì della “Fotografia da leggere” ci ha rubato lo spazio, ma poco importa; c’è tempo per sfogliare un libro, con le pagine ingiallite, sempre in attesa in libreria. Si tratta dell’Antologia di Spoon River, di Edgar Lee Masters, in un’edizione Einaudi del 1963, tradotta e curata, ovviamente, da Fernanda, vent’anni dopo la prima pubblicazione.
Ecco le sue parole nella prefazione: «Edgar fissò con occhi chiari e spietati l’uomo americano, localizzandolo in provincia, con intento simbolico e non descrittivo». Altri seguirono le medesime impronte, tutti tradotti dalla letterata genovese.
Per noi, lettori d’oltreoceano, inizia un viaggio nell’America dei battuti, della controcultura, dell’avanguardia culturale. Lei, Fernanda, non ha mai lesinato il suo aiuto, con la testimonianza diretta, andando a conoscere di persona quanti avrebbe descritto nei suoi saggi. Ha poi costruito un ponte ideologico tra diverse generazioni, anche in ambito musicale; avvicinando Dylan a Vasco Rossi e De André (suo grande amore). Ma lei e il cantautore genovese parlavano la stessa lingua, unita simbolicamente (e non solo) nel disco “Non al denaro, né all’amore, né al cielo”. Anche lì c’è una collina con delle croci e degli epitaffi, e pure quella nella provincia delle persone comuni: «Perché solo le anime semplici riescono a trionfare della vita», come dice Fernanda.
Fernanda Pivano, note biografiche
Ferdinanda Pivano nasce a Genova il 18 luglio 1917. Con la famiglia si trasferisce a Torino quand’è adolescente. Lì frequenta il liceo classico "Massimo D'Azeglio", dove tra i suoi insegnanti vi è Cesare Pavese. Si laurea in Lettere nel 1941. La sua tesi, in Letteratura Americana, riguarda "Moby Dick", di Herman Melville.
La sua attività letteraria inizia nel 1943, quando traduce “l’Antologia di Spoon River”, di Edgar Lee Masters. Cesare Pavese ne vuole la pubblicazione (Einaudi). In quell’anno si laurea anche in Filosofia.
La sua carriera di traduttrice prosegue con molti noti e importanti romanzieri americani: Faulkner, Hemingway, Fitzgerald, Anderson. Con tutti, ne anticipa saggi critici, che completano la conoscenza degli autori. Propone poi agli editori opere di scrittori americani contemporanei: Allen Ginsberg, William Burroughs, Jack Kerouac, Gregory Corso, Lawrence Ferlinghetti. Fernanda ha rappresentato l’amore per la letteratura e i libri dell’America della controcultura targata anni Sessanta.
La Pivano, all’attività editoriale affianca quella saggistica, basata sulla testimonianza diretta, indagando a livello storico-sociale gli scrittori e dei fenomeni letterari.
Incontra Ernest Hemingway nel 1948, a Cortina; per volere dello stesso scrittore. Lei aveva tradotto “Addio alle armi” durante il regime fascista, finendo in carcere per questo. Tra i due s’instaura un intenso rapporto professionale e di amicizia. L'anno successivo sarà pubblicata la sua traduzione di "Addio alle armi" (Mondadori).
Nel 1949 sposa l'architetto Ettore Sottsass Il matrimonio nel 1971 inizia a vacillare, finché nel 1990 Sottsass, dopo la separazione, chiederà il divorzio.
Il suo primo viaggio negli USA risale al 1956, seguito da altre destinazioni: America, India, Nuova Guinea, Mari del Sud, oltre a numerosi altri Paesi orientali e africani.
Fernanda è stata anche considerata un'esperta di musica leggera italiana e internazionale. Innato il suo amore per Fabrizio De André, con il quale ha condiviso i sentimenti dell’LP “Non al denaro, né all’amore, né al cielo”, ispirato appunto dall’antologia di Spoon River. E' rimasta famosa la risposta che diede in un'intervista quando le venne chiesto se Fabrizio De André fosse il Bob Dylan italiano: "Credo che Bob Dylan sia il Fabrizio De André americano!".
Fino agli ultimi anni ha dedicato le proprie attenzioni alle nuove generazioni, avvicinando i cantautori del nostro panorama musicale: da Jovanotti a Vasco Rossi. Fernanda Pivano ha occupato un secolo, raccontandone le mutazioni sociali e culturali. Insieme a lei abbiamo viaggiato oltre oceano, scoprendo l’America.
Fernanda Pivano è scomparsa all'età di 92 anni il 18 agosto 2009 a Milano, presso la clinica privata Don Leone Porta, dove da qualche tempo era ricoverata.
Il fotografo, Giuseppe Pino
Giuseppe Pino (Milano, 1940). Inizia a fotografare nel 1962, dopo aver frequentato a Milano la scuola di fotografia della Società Umanitaria. Nel 1967 inizia la collaborazione con la rivista Panorama, terminata nel 1974 per intraprendere la carriera di freelance. Nel 1973 si trasferisce a New York, dove documenta gli interpreti del jazz. Rientra in Italia alla fine degli anni Ottanta per dedicarsi alla pubblicità e alla moda. Attori, musicisti, Politici, potenti dell'economia, in tanti hanno rivolto lo sguardo verso l'obiettivo del fotografo Giuseppe Pino.
Il fotografo, Guido Harari
Guido Harari nasce al Cairo (Egitto) nel 1952. Nei primi anni Settanta avvia la duplice professione di fotografo e di critico musicale, contribuendo a porre le basi di un lavoro specialistico, sino ad allora senza precedenti in Italia. Dagli anni Novanta il suo raggio d’azione contempla anche l’immagine pubblicitaria, il ritratto istituzionale, il reportage a sfondo sociale. Dal 1994 è membro dell’Agenzia Contrasto. Ha firmato copertine di dischi per Claudio Baglioni, Angelo Branduardi, Kate Bush, Vinicio Capossela, Paolo Conte, David Crosby, Pino Daniele, Bob Dylan, Ivano Fossati, BB King, Ute Lemper, Ligabue, Gianna Nannini, Michael Nyman, Luciano Pavarotti, PFM, Lou Reed, Vasco Rossi, Simple Minds e Frank Zappa, fotografato in chiave semiseria per una storica copertina de «L’Uomo Vogue». È stato per vent’anni uno dei fotografi personali di Fabrizio De André. Ha al suo attivo numerose mostre e libri illustrati tra cui Fabrizio De André. E poi, il futuro (Mondadori, 2001), Strange Angels (2003), The Beat Goes On (con Fernanda Pivano, Mondadori, 2004), Vasco! (Edel, 2006), Wall Of Sound (2007), Fabrizio De André. Una goccia di splendore (Rizzoli, 2007).
Di lui ha detto Lou Reed: “Sono sempre felice di farmi fotografare da Guido”. “So che le sue saranno immagini musicali, piene di poesia e di sentimento”. “Le cose che Guido cattura nei suoi ritratti vengono generalmente ignorate dagli altri fotografi”. “Considero Guido un amico, non un semplice fotografo”.
Le fotografie
Fernanda Pivano e Ettore Sottsass, 1969. Ph. Giuseppe Pino
Fabrizio De André con Fernanda Pivano. Teatro Smeraldo, Milano, 1997. Photo © Guido Harari.