IL CESTISTA DEI RECORD
Ci prendiamo una piccola pausa, dettata anche dalla passione per la pallacanestro. Il desiderio è quello di riportare alla luce una leggenda dello sport, caduta col tempo nel dimenticatoio. Stiamo parlando di Wilt Chamberlain. I suoi numeri parlano di un giocatore unico, in altezza e nelle prestazioni. Appare strano il fatto che non abbia vinto tanto (solo due titoli NBA, il campionato americano di pallacanestro). Ma la vita è così, soprattutto nello sport della palla a spicchi, dove la chimica di squadra spesso supera il risultato delle qualità individuali. Resta il fatto che Wilt ha raggiunto dei record siderali, mai più superabili; e per questo merita il ricordo che gli stiamo dedicando.
La fotografia proposta porta la firma di Annie Leibovitz; ed è riconoscibile. Lei ha sempre contestualizzato con cura i soggetti ritratti, e qui ha raggiunto l’estremo: ritrarre un campione di basket, notoriamente molto alto, di fianco a un fantino. Giù il cappello.
Chamberlain è nato il 21 agosto del 1936 a Filadelfia, in Pennsylvania, da Olivia Ruth (Johnson), una collaboratrice domestica, e William Chamberlain, saldatore, custode e tuttofare. Wilt non proveniva da una razza di giganti, come molti pensavano. Spiccava per i suoi 2 metri e 16, che gli rendevano facile qualsiasi movimento, in attacco o in difesa. Wilt detiene il record dei punti segnati in una stagione: più di quattromila; ma anche di quelli messi a segno in una partita, 100. Per questo è entrato nella leggenda tra gli appassionati di basket.
Wilt era forte al tiro a canestro, ma pure ai rimbalzi (lì l’altezza aiuta). Anche nel palleggio era efficace: dato inusuale, perché proprio dei giocatori di bassa statura. E’ stato nominato quattro volte MVP della NBA: nel 1960 e dal 1966 al 1968. Meglio di lui han fatto solo leggende del calibro di Kareem Abdul-Jabbar, fermo a sei; e Michael Jordan, cinque volte come Bill Russell.
Come dicevamo, Wilt Chamberlain raggiunse ben 100 punti in una partita, record che rimane ancora imbattuto. L’unico ad avvicinarsi è finito a 19 lunghezze: Kobe Bryant, e di punti ne ha totalizzati 81. Chamberlain raggiunse il suo record il 2 marzo del 1962, contro i New York Knicks, con la canotta dei Warriors di Philadelphia. La partita terminò 169 a 147 a favore del team di Wilt, quando ancora non esisteva il tiro da tre punti.
Oltre ai Warriors, dove giocò tra il 1959 e il 1965, Chamberlain fece anche parte dei Philadelphia Sixers tra il 1965 e il 1968, anno in cui passò ai Los Angeles Lakers. Con i Sixers fu campione NBA nel 1967 e nel 1972 replicò il risultato con i Lakers. Il dato dissonante è lo scarso numero di anelli vinti (titoli), a fronte di tanti record raggiunti.
Wilt è morto il 12 ottobre del 1999, a soli 63 anni, per un infarto, che lo ha colto durante il sonno. Era nella sua villa di Bel-Air, in California. Una vita da sogno, tra donne (tante, a suo dire) e pallacanestro, con un sipario venuto giù troppo presto.
La fotografa, Annie Leibovitz
Annie Leibovitz è una fotografa americana nota per i suoi ritratti di celebrità. Abile nel catturare la personalità e la vita interiore del suo soggetto, le sue immagini riflettono momenti intimi o messi in scena che rivelano gli aspetti giocosi ed espressivi di chi ha di fronte, come si vede nei suoi Disney Dream Portraits (2011).
«Non credo più che esista una cosa come l'obiettività», ha detto una volta. «Ognuno ha un punto di vista. Alcune persone lo chiamano stile, ma ciò di cui stiamo parlando è il coraggio di una fotografia. Quando ti fidi del tuo punto di vista, è allora che inizi a scattare foto».
Nata il 2 ottobre 1949 a Waterbury, Connecticut, l'artista ha studiato pittura al San Francisco Art Institute con l'intenzione di diventare un insegnante d'arte e ha preso lezioni serali di fotografia. Nel 1970 ha iniziato a lavorare come fotografa commerciale presso la rivista Rolling Stone e presto è diventata la prima donna ad essere nominata capo fotografa. Ha lasciato la pubblicazione e ha iniziato a lavorare a Vanity Fair, dove ha sviluppato il suo stile di ritratti. Ancora oggi contribuisce regolarmente alla rivista, così come a Vogue. Ha citato sia Richard Avedon che Henri-Cartier Bresson come influenze sul suo lavoro, oltre al fatto che scattava fotografie durante le vacanze in famiglia, da bambina.
Leibovitz è nota per i suoi ritratti di celebrità e ha catturato l'ultima immagine di John Lennon e Yoko Ono prima della sua morte nel 1980. Nel 1991, è diventata la prima donna in assoluto ad avere una mostra personale alla National Portrait Gallery di Washington, DC.
Nel 2008, la fotografa ha scritto e pubblicato il libro Annie Leibovitz at Work, che analizza in dettaglio come sono diventate iconiche alcune delle sue immagini. Le fotografie dell'artista sono conservate nelle collezioni dell'Art Institute of Chicago, del Museum of Modern Art di New York e del Los Angeles County Museum of Art, tra gli altri. Leibovitz attualmente vive e lavora a New York.
La fotografia
Wilt Chamberlain and Willie Shoemaker (fantino statunitense), Los Angeles, 1987. Ph. Annie Leibovitz.