PENSIERO FILOSOFICO E FOLLIA
E’ difficile introdurre una personalità di spicco (oggi un pensatore), soprattutto quando la si vuole utilizzare per le fotografie che gli sono state dedicate. Gli accenni che faremo sul filosofo ritratto vogliono solo essere uno stimolo per indagare su di lui, cercando eventualmente ulteriori elementi che possano gettare un legame tra soggetto e immagine. Iniziamo comunque con una sua frase: «Forse oggi l'obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare».
Inserito tra i grandi pensatori del XX secolo, Paul-Michel Foucault realizzò un progetto seguendo le orme di Friedrich Nietzsche, che sosteneva come continuasse a mancare una storia della follia, del crimine e della sessualità, da lui considerata come un’invenzione moderna.
Una delle opere più importanti di Paul-Michel Foucault consiste nella “Storia della follia”, all’interno della quale si trova una ricerca delle coordinate teoriche della patologia stessa. Dall’opera si legge: «Forse, un giorno, non sapremo più esattamente che cosa ha potuto essere la follia. Resterà soltanto un enigma di questa esteriorità. Qual era dunque, ci si domanderà, questa strana delimitazione che è stata alla ribalta dal profondo Medioevo sino al ventesimo secolo e forse oltre? Perché la cultura occidentale ha respinto dalla parte dei confini proprio ciò in cui avrebbe potuto benissimo riconoscersi, in cui di fatto si è essa stessa riconosciuta in modo obliquo? Perché ha affermato con chiarezza a partire dal XIX secolo, ma anche già dall’età classica, che la follia era la verità denudata dell’uomo, e tuttavia l’ha posta in uno spazio neutralizzato e pallido ove era come annullata?».
Paul-Michel Foucault, note biografiche
Paul-Michel Foucault nasce a Poitiers (Francia) il giorno 15 ottobre 1926, da una famiglia della medio - borghesia francese. Il padre, il nonno e come il bisnonno erano medici, ma il giovane già a undici anni sconcerta il padre dichiara di voler rompere la tradizione. Ammesso all’École Normale Supérieure nel 1946, consegue il diploma di laurea in filosofia e in psicologia.
Durante gli anni dell'università Foucault si manifesta come un ragazzo stravagante ed eccentrico. Omosessuale, vive con disagio la propria condizione e, nel giro di pochi anni, tenta per tre volte il suicidio. Nel 1952 viene assunto come psicologo al fianco del professor Jean Delay a l’hopital Sainte-Anne a Parigi. In questi anni ottiene i primi incarichi universitari e avvia con il compositore Jean Barraqué una relazione piuttosto burrascosa che si consumerà nel giro di pochi anni. Dal 1954 al 1958 insegnò francese nelle università di Uppsala, Varsavia e Amburgo, ottenendo la direzione dell’Istituto francese di Uppsala.
Nel 1960 pubblica "Storia della follia in età classica", la sua prima opera importante. Alla fine dello stesso anno conosce Daniel Defert, un giovane studente che rimarrà suo compagno per il resto della vita. Per rimanere vicino a lui durante il servizio militare, Foucault rinuncia all'occasione di trasferirsi in Giappone, accettando invece un incarico a Tunisi. E nel nord dell'Africa Foucault si trasferisce nel 1966. Del resto, gli ambienti culturali di Parigi gradiscono poco la sua vita privata.
Sempre nel 1966 pubblica "Le parole e le cose", il cui enorme successo gli procura una posizione di primo piano tra i pensatori del suo tempo, nonché l'occasione di avviare una lunga amicizia epistolare con il pittore belga René Magritte; altre opere letterarie del periodo sono: “Nascita della clinica: un’archeologia dello sguardo medico” e “L’archeologia del sapere”. Nel 1970 Paul-Michel Foucault fu eletto professore presso il Collège de France, continuando a impegnarsi nella ricerca fino alla data della sua stessa morte. Tra le altre opere pubblicò “Sorvegliare e punire”, “Storia della sessualità”, “La volontà di sapere” (1976), “L’uso dei piaceri”(1983).
A causa dell'AIDS la sua salute inizia a peggiorare irrimediabilmente. Un anno più tardi, il 26 giugno 1984, Michel Foucault muore in ospedale a Parigi.
La fotografa Martine Franck
Martine Franck nasce ad Anversa, in Belgio, il 2 aprile 1938. Lei credeva che "bisognerebbe sempre parlare con le persone prima di scattare il loro ritratto, questo per farle sentire a proprio agio”. Le persone occupavano infatti i suoi principali interessi. Cercava di catturare uno squarcio di luce nei loro occhi, un gesto o un singolo momento della loro concentrazione. Meglio conosciuta per le fotografie di artisti e scrittori, e per il suo carattere sociale e umanitario, esplora anche il mondo del teatro e nel 1964 diventa la fotografa ufficiale del Theatre du Soleil.
Franck è stata una grande viaggiatrice, sin dalla giovane età; e proprio durante uno dei suoi numerosi viaggi in India e in Estremo Oriente si è appassionata alla fotografia. Quando è tornata in Europa, ha iniziato a lavorare per Time-Life e le è stata commissionata una serie di ritratti per Vogue, Life, Fortune, Sports Illustrated e il New York Times.Inizialmente era membro dell'agenzia Vu e nel 1970 ha creato con i suoi associati l'agenzia di stampa Viva, prima di entrare definitivamente in Magnum Photos nel 1980. Ne diventerà membro a pieno titolo nel 1983. È stata una delle poche donne a essere accettata nell'agenzia come vicepresidente dal 1998 al 2000. Evitando il reportage di guerra, che ha sempre caratterizzato la reputazione di Magnum, Franck si è concentrata sulle vite ai margini per il resto della sua vita.
Pur essendo nata ad Anversa, Martine Franck è cresciuta negli Stati Uniti e in Inghilterra. Prima di dedicarsi alla fotografia ha studiato storia dell'arte a Madrid e all'Ecole du Louvre di Parigi. Nel 1966, mentre fotografava le sfilate di moda di Parigi per il New York Times, incontra Henri Cartier-Bresson (1908-2004) con il quale si sposerà nel 1970, condividendo quasi quarant'anni d’interessi comuni, compresa la causa tibetana.
Martine Franck muore il 16 agosto 2012 a Parigi.
Il fotografo Raymond Depardon e lo spirito del tempo
Raymond Depardon nasce a Villefranche-sur-Saône (Francia) il 6 luglio 1942. Ha iniziato a fotografare nella fattoria di famiglia, a Garet, all'età di 12 anni. All'età di 16 anni si trasferisce a Parigi con il suo certificato di operatore fotografo in tasca e lavora per l’agenzia Dalmas. Il suo primo reportage nel 1960 nel Sahara fu un grande successo, poi partì per l'Algeria e il Vietnam. Gli scatti di Raymond erano permeati dallo spirito del tempo: i grandi sogni, le lotte, gli eventi bellici. Si dedicò anche al cinema; significativo, a tale proposito, il lungometraggio sulla campagna elettorale di Valery Giscard d’Estaing. Tra i suoi lavori è da annoverare anche “Dieci minuti di silenzio per John Lennon”, un documento sulla morte dell’ex Beatle.
Depardon nel 1966 ha co-fondato l'agenzia Gamma con Gilles Caron. La sua morte in Vietnam farà sì che Raymond si allontani dal fotogiornalismo. Dal 1974 al 1977, come fotografo e regista, ha seguito il rapimento di un etnologo francese, François Claustre, nel nord del Ciad. Parallelamente alla carriera fotografica, inizia a realizzare film documentari (1974). Nel 1978 Depardon entra in Magnum e continua il suo lavoro di reportage fino alla pubblicazione di Notes nel 1979 e Correspondance New Yorkaise nel 1981. Nello stesso anno esce Reporters che rimane per sette mesi nel programma di un cinema del Quartiere Latino. Nel 1984 partecipa al progetto DATAR circa il paesaggio francese (per il quale fu chiamato anche il nostro Gabriele Basilico).
Pur continuando la sua carriera cinematografica, ha ricevuto il Grand Prix National de la Photographie nel 1991. Anche i suoi film hanno ottenuto riconoscimenti: nel 1995 il suo “Délits Flagrants”, sul sistema giudiziario francese, ha ricevuto un César Award per il miglior documentario, e nel 1998 ha realizzato il primo di una serie di tre film dedicati al mondo rurale francese.
Nel 2006 è stato invitato come direttore artistico dei Rencontres Internationales d'Arles. Ha realizzato diciotto lungometraggi e pubblicato quarantasette libri. Raymond Depardon è stato scelto nel 2012 per realizzare il ritratto ufficiale del presidente François Hollande. Lo stesso anno ha presentato il suo film documentario Journal de France, un viaggio in camper coprodotto con sua moglie Claudine Nougaret. Raymond Depardon ha ricevuto numerosi premi per un cospicuo corpus di opere.
Le fotografie
Paul-Michel Foucault, 1978. Fotografia di Martine Franck
Il filosofo Michel Foucault, a un convegno a Berlino Ovest nel 1978, fotografato da Raymond Depardon, Magnum Photos, Contrasto