SCARLETT, LA GIOVANE ADULTA
Bellissima, dall’incarnato chiaro e dorato, lo sguardo triste ma intrigante: questa è Scarlett Johansson. La popolarità dell’attrice è esplosa nel 2003 grazie a Lost in Translation di Sofia Coppola, nel quale ha recitato al fianco di Bill Murray. In quel film Johansson aveva solo 17 anni ma interpretava un personaggio – la neolaureata Charlotte – di cinque anni più grande. La sua fama poi si consolidava con i film di Woody Allen (Match point, 2005; Scoop, 2006; Vicky Cristina Barcelona, 2008), con i quali si affermava definitivamente per il suo talento naturale e la vocazione recitativa.
Di bellezze al femminile è pieno il cinema. Senza scomodare i mostri sacri (Marilyn Monroe e via dicendo), potrebbero esserne citati altri. Ecco che celebrare le qualità estetiche di Scarlett ci sembra banale. Emerge piuttosto un talento giovanile, da bambina prodigio, che forse l’ambiente stava rovinando, obbedendo solo a quell’occhio che vuole la sua parte. Registi importanti l’hanno pretesa nei loro lavori, anche quel Woody Allen che, pur con un’ironia di base, produce sempre dei cult. Anche i generi che ha frequentato risultano essere disparati, questo per dire che l’attrice non si è mai accontentata di vivere nella comfort zone. Bene così, quindi. Brava Scarlett.
Scarlett Johansson, note biografiche
Scarlett Ingrid Johansson è nata il 22 novembre 1984 a Manhattan, New York City, New York. Johansson ha iniziato a recitare durante l'infanzia, dopo che sua madre ha iniziato a portarla alle audizioni. Ha fatto il suo debutto cinematografico all'età di nove anni, come la figlia del personaggio di John Ritter, nella commedia fantasy “Genitori cercasi” (1994). Dopo ruoli minori in “La giusta causa” (1995) e “Appuntamento col ponte” (1996), ha interpretato il ruolo di Amanda in Manny & Lo (1996), ottenendo recensioni positive.
Dopo recitato in “Felicità Rubata” (1997) e “Mamma, ho preso il morbillo” (1997), Scarlett Johansson ha ottenuto un'ampia attenzione per la sua interpretazione in “L'uomo che sussurrava ai cavalli” (1998), diretto da Robert Redford, dove ha interpretato Grace MacLean, un'adolescente traumatizzata da un incidente a cavallo. Nel 1999 è apparsa in “Mamma mi sono persa il fratellino!” (1999) e nel video musicale del singolo di Mandy Moore, "Candy". È stata anche protagonista del film drammatico dei fratelli Coen “L'uomo che non c'era” (2001), al fianco di Billy Bob Thornton e Frances McDormand. È apparsa nella commedia horror “Arac Attack - Mostri a otto zampe” (2002), con David Arquette e Kari Wuhrer.
Nel 2003, è stata nominata per due Golden Globe: uno per il dramma “La ragazza con l'orecchino di perla” e uno per la commedia “Lost in Translation - L'amore tradotto” (2003); in quest’ultimo film recita, da protagonista, al fianco di Bill Murray, ricevendo un premio come migliore attrice al Festival del cinema di Venezia. I suoi ruoli cinematografici includono l'acclamato film dei fratelli Weitz In Good Company (2004), oltre a recitare al fianco di John Travolta in “Una canzone per Bobby Long” (2004), che le è valso una terza nomination ai Golden Globe.
Come dicevamo, nel 2005 è apparsa in “Match Point” (2005) di Woody Allen, venendo nuovamente nominata per un Golden Globe Award. Nel maggio 2008, ha pubblicato il suo album "Anywhere I Lay My Head", una raccolta di cover di Tom Waits con una canzone originale. Nello stesso anno, ha recitato in “The Spirit” (2008) di Frank Miller, nel film di Woody Allen “Vicky Cristina Barcelona” (2008) e ha interpretato Mary Boleyn al fianco di Natalie Portman in “L'altra donna del re” (2008).
Da allora è apparsa come parte di un cast corale nella commedia romantica “La verità è che non gli piaci abbastanza” (2009), nel film d'azione sui supereroi “Iron Man 2” (2010), nella commedia drammatica “La mia vita è uno zoo” (2011) e ha recitato nel ruolo di Janet Leigh in “Hitchcock” (2012). Ha poi interpretato il suo personaggio, Black Widow, nei film d'azione di successo “The Avengers” (2012), “Captain America: The Winter Soldier” (2014), “Avengers: Age of Ultron” (2015), “Captain America: Civil War” (2016), “Avengers: Infinity War” (2018), “Avengers: Endgame” (2019) e “Black Widow” (2021). Raggiunse il successo anche con il thriller d'azione fantascientifico “Lucy” (2014), di Luc Besson. Con oltre un decennio di lavoro già alle sue spalle, Scarlett ha dimostrato di essere una delle giovani attrici più talentuose di Hollywood.
La fotografa Annie Leibovitz
Oggi proponiamo una sola fotografa per le due immagini, Annie Leibovitz. Nel farlo, proponiamo un suo libro “Ritratti 2005-2016”, Edizioni White Star.
Annie Leibovitz è una delle fotografe più influenti del nostro tempo e la sua carriera si snoda su quasi cinque decenni, a partire dagli anni '70 quando si è dedicata a immortalare il mondo del rock-and-roll. Per questa nuova raccolta Annie Leibovitz ha selezionato 150 ritratti di figure celebri e di grande influenza sulla scena mondiale. Le sue immagini documentano la cultura contemporanea attraverso l'occhio e l'intuizione dell'artista, facendo leva su una sorprendente capacità di mettere a nudo i tratti più intimi anche di personaggi la cui notorietà sembrerebbe aver già svelato ogni segreto.
A pagina 72 del volume troviamo Scarlett Johansson. Ecco cosa riporta il testo di accompagnamento: «Scarlett Johansson recita sin da bambina. Il suo ruolo adulto di successo è del 2003, quando nel film “Lost in Translation” di Sofia Coppola interpreta una giovane moglie annoiata che si aggira di notte con Bill Murray tra hotel e locali di Tokio. La donna avrebbe dovuto avere venticinque anni, mentre Johansson era appena diciottenne; ma la sua sensualità riesce a colmare la differenza d’età. Lo stesso anno interpreta la modella di Vermeer in “La ragazza con l'orecchino di perla”. Anche in questo caso la sua naturale sensualità si rivela adeguata al soggetto».
Annie Leibovitz ha voluto interpretare un soggetto giovane e sensuale e lo ha fatto con i monili con i quali ha adornato Scarlett: un simbolo adulto, ma anche un vezzo da bambina.
Annie Leibovitz, note biografiche
Annie Leibovitz nasce il 2 ottobre 1949 a Waterbury, nel Connecticut. Era uno dei sei figli di Sam, un tenente dell’aviazione, e Marilyn Leibovitz, un’istruttrice di danza moderna. Ha viaggiato gli USA in lungo e in largo e forse, al finestrino della Station Vagon paterna ha sviluppato quella sensibilità fotografica che oggi conosciamo. Grande appassionata di Avedon, nel 1967 si iscrive al San Francisco Art Institute, dove ha sviluppato l’amore per la fotografia . Nel 1970 si presenta alla rivista rivista Rolling Stone. Impressionato dal suo portfolio, l’editore non esita ad assumerla. Nel giro di due anni, Annie ne ha 23, è capo fotografo. Nel 1975 la rivista le ha offerto l'opportunità di accompagnare la band dei Rolling Stones nel loro tour internazionale.
Nel 1983 la Leibovitz lascia Rolling Stone per la rivista Vanity Fair, dove diventerà autrice di molte copertine di personaggi celebri; ricordiamo, tra questi, Demi Moore in dolce attesa e Whoopi Goldberg semisommersa in una vasca da bagno piena di latte.
Durante la fine degli anni 1980, la Leibovitz ha iniziato a lavorare su una serie di campagne pubblicitarie di alto profilo. Tra queste quella per l’American Express "Abbonamento", per la quale ha ritratto celebrità del calibro di Tom Selleck e Luciano Pavarotti.
Annie è considerata una delle migliori fotografe americane, particolarmente per quanto attiene al ritratto. Nel 1999 ha pubblicato il libro Women, che è stata accompagnato da un saggio dell’amica Susan Sontag. Nella pubblicazione Leibovitz ha presentato una serie d’immagini femminili: dai Giudici della Corte Suprema, fino alle showgirl dello spettacolo.
Di Annie ricordiamo la fotografia dove John Lennon (completamente nudo) è avvinghiato a sua moglie Yoko Ono. Si tratta dell'ultimo ritratto dedicato all’ex Beatles. E’ L'8 dicembre 1981. Poche ore dopo la posa per questa fotografia, Lennon fece due passi fuori dalla sua residenza a New York. Lì è stato colpito a morte da Stalker Mark David Chapman. Nel gennaio del 1981 (22 gennaio), l'immagine è apparsa sulla copertina della rivista Rolling Stone. Anni dopo la Leibovitz ha raccontato che quando Lennon ha visto il primo test Polaroid delle riprese, si era espresso così: "Hai catturato esattamente il nostro rapporto".
Anche Lavazza ha affidato un lavoro importante alla fotografa statunitense, la campagna pubblicitaria che il brand italiano del caffè ha lanciato, nel 2009, in 15 paesi. Si trattava di fotografare cinque top model italiane per il calendario The Italian Espresso Experience 2009. Eva Riccobono, Elettra Rossellini Wiedemann, Alessia Piovan, Gilda Sansone e Kate Ballo, sono diventate le protagoniste del viaggio paradossale che la fotografa americana ha intrapreso sfruttando i “luoghi comuni” dell’italianità: quelli che hanno reso famoso il Made in Italy in tutto il mondo. Annie ha mescolato, con ironia e classe, i luoghi famosi, la moda, i set cinematografici, le belle donne, gli spaghetti e le immancabili tazzine di caffè. La Leibovitz ha messo in scena la nostra Italia, ben consapevole che gli stessi italiani amano la teatralità, il divertimento e la bella vita.
Un’altra campagna famosa portata avanti da Annie è quella relativa alle fiabe Disney. La stessa doveva reclamizzare i parchi divertimenti. Lei ha usato la sua capacità di ritrarre le celebrità.
Annie Leibovitz continua a essere richiesta come fotografa ritrattista, per ritrarre le celebrità di oggi.
Le fotografie
Scarlett Johansson fotografata da Annie Leibovitz, maggio 2014
Scarlett Johansson, Chateau Marmont, Los Angeles 2004. Ph. Annie Leibovitz