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FOTOGRAFIA DA LEGGERE ...

Consueto appuntamento del lunedì con “Fotografie da leggere …”. Il libro suggerito è “Leggermente Fuori Fuoco” (ed. Contrasto), di Robert Capa. Si tratta di un diario circa la partecipazione di Robert, come fotoreporter di guerra, alla Seconda guerra mondiale. Con uno stile accattivante e ironico, Capa racconta delle sue peripezie di viaggio, gli incontri fatti, l'atmosfera di quegli anni cruciali: l'Europa, l'Africa, la campagna d'Italia a fianco degli alleati, lo sbarco in Normandia, la liberazione della Francia. Si tratta di un diario particolare, ricco di colpi di scena, di storie d'amore, di personaggi intensi, di esperienze forti e drammatiche. Ne esce la vera figura del fotografo, amante della vita e dell’amore. Un po’ di Gossip: nota è la sua relazione con l’attrice (bellissima) Ingrid Bergman.

Questo libro andrebbe letto come un romanzo. In esso non c’è solo la fotografia, ma anche la stesura di una sceneggiatura, di un film autobiografico. Ne viene fuori una storia di vita, raccontata in prima persona, da parte di colui che ha compreso il modo col quale affrontare la propria. Robert Capa, ungherese ed ebreo di nascita, registrato all’anagrafe di Budapest nel 1913 col nome di Endre Friedmann, era un ribelle, un combattente, sicuramente uno spirito libero. La passione per la fotografia lo accompagnerà per sempre, fino alla morte: quando nel 1954 calpesterà una mina, con la fotocamera in mano; l’amante mai tradita.

“Leggermente fuori fuoco” esprime l’amore per la vita di Robert Capa. Lui voleva bene alla gente, quella che incontrava tra un volo e un altro, in uno scenario mondiale impazzito. Tra le righe, s‘incontreranno anche donne, passioni e delusioni; sicuramente pulsioni. Il “fuori fuoco” è anche un suggerimento, per leggere e affrontare la vita in maniera più disincantata: fotografandola da vicino, come Robert ama consigliare.

Il libro, "Leggermente fuori fuoco ― Slightly Out of Focus", mutua il titolo dalle didascalie che su Life accompagnavano le sue foto dello sbarco in Normandia, rovinate da un tecnico di laboratorio in fase di sviluppo. Ecco cosa scrisse Cornell circa suo fratello Robert: «Mio fratello Robert assunse volontariamente l’incarico di raccontare la guerra. La sua capacità di sentirsi vicino a quanti soffrivano in guerra e le sue fotografie, hanno trasformato in istanti di eternità non solo gli eventi cruciali ma anche le prove cui erano sottoposti i singoli. Durante il suo breve passaggio sulla terra visse e amò molto. Quel che ci ha lasciato è la storia del suo viaggio irripetibile e una testimonianza visiva che proclama la fede nella capacità degli uomini di sopportare tante avversità e, a volte, di farcela».

Robert Capa, note biografiche

Robert Capa è il più famoso fotografo di tutti i tempi. Nato in Ungheria nel 1913 con il nome di Endre Friedmann, costretto a emigrare a Berlino, si trasferisce a Parigi dove assume lo pseudonimo di Robert Capa, un fotografo americano da lui inventato per conquistare credibilità presso i giornali. Durante la sua vita, Capa ha fotografato molte guerre e le sue immagini, coraggiose al limite del temerario, lo hanno reso immediatamente famoso. Amante della vita, ha conosciuto e frequentato scrittori come Hemingway e Steinbeck, attori come Gene Kelly e Ingrid Bergman, registi come John Huston, artisti come Pablo Picasso e molti altri. Nel 1947, insieme a Henri Cartier-Bresson, George Rodger, David “Chim” Seymour e William Vandivert fonda la Magnum Photos, tuttora la più importante agenzia di fotogiornalismo del mondo. Muore in Indocina nel 1954, dopo aver messo accidentalmente il piede su una mina. Aveva due motti, che ripeteva continuamente ai suoi colleghi fotografi: «Ama la gente e faglielo capire» e «Se le vostre foto non sono sufficientemente buone, vuol dire che non siete andati abbastanza vicini».

La fotografia

Copertina del libro “Leggermente fuori fuoco”, di Robert Capa. Edizioni Contrasto.

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