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TANTI AUGURI FRANCO

Il 9 Dicembre 1933 nasce Franco Fontana. Considerato un "maestro del colore", nel corso della sua lunga carriera ha dimostrato di essere un fotografo molto eclettico, cimentandosi con il paesaggio, il nudo, il reportage, con la fotografia fine art e con le polaroid, senza disdegnare la pubblicità, la moda o altri lavori commerciali.
Non siamo qui a magnificare il lavoro del Fontana professionista: non servirebbe, la carriera parla da sola. Ci piace ricordare il suo modo di relazionarsi con gli altri e col mondo: sempre lucido, attento, diverso perché originale. Lui non accarezza mai gli argomenti che affronta e nemmeno si nasconde: trova sempre il modo di esporsi, con un’impronta ottimista in ogni parola. Certo, Franco è anche simpatico, emiliano, “lambrusco positivo” come ama definirsi, ma di base queste qualità poggiano sull’onestà e sull’altruismo. Già, Fontana ha donato molto di se stesso: al prossimo e alla fotografia, senza risparmiarsi. Il proselitismo che lo segue è dovuto alla sua capacità di omaggiare la prossimità che lo circonda.
C’è dell’altro? Eccome: lui guarda e vede diversamente e ci ha aperto gli occhi, offrendo a tutti noi un’opportunità plausibile, percorribile solo volendolo. Tra l’altro, nelle sue parole non emerge mai la presunzione, né il desiderio di creare dei cloni: solo l’invito, rivolto a tutti, a guardarsi dentro, per conoscersi meglio; da lì alla fotografia il passo è breve, al di là della tecnica o degli algoritmi.
Per finire, noi a Franco vogliamo bene; e l’augurio che gli dedichiamo viene dal cuore.

Buon Compleanno

Rendere visibile l’invisibile

Ci accoglie nella sua casa, Franco Fontana. La gentilezza è quella emiliana, fatta di semplicità e garbo. Ci sentiamo un po’ in difficoltà, perché per lui tutto è facile, scontato. Quando gli chiediamo dei corsi universitari che tiene a Torino, lui ci dice che insegna alla gente “come si sta al mondo”; e poi, per tutte le cose importanti (anche fotografiche) si rivolge al buon senso: quello che bisognerebbe non perdere mai. Parole sante, per carità; ma ci troviamo di fronte al fotografo italiano più famoso all’estero e non possiamo tornarcene a casa con delle regole di vita.
Su Franco Fontana si è scritto tanto, sotto varie prospettive: maestro del colore, paesaggista, artista; senza accorgersi che il nostro si è occupato anche di nudo, reportage, fine art e Polaroid: con lavori dedicati a pubblicità, moda e ad altri generi commerciali. Le cifre confermano un fronte d’impegno così ampio: quaranta libri all'attivo e centinaia di mostre esposte in tutto il mondo (al Museum of Modern Art di New York e al Musée d'Art Moderne di Parigi, tanto per fare dei nomi).
Per capire Franco Fontana, però, occorre non farlo uscire allo scoperto, indagando sul “suo” rapporto profondo con la fotografia, quello che vive nell’intimità di una passione antica e mai venuta meno. La pratica fotografica per lui è una ragione di vita e questo traspare anche nelle parole che compongono la sua dialettica. Più volte ci ha detto che “la fotografia” gli ha restituito qualità, tutti i giorni: allontanando (sono suo parole) quel cimitero che è dentro di noi e che si combatte rischiando il proprio esistere e non cercando certezze. Questo dimostrerebbe il suo ampio fronte d’impegno, e anche i tanti generi frequentati (con successo, peraltro). E’ una questione di atteggiamento, innanzitutto verso se stessi. Ci dice ancora: «Picasso a ottant'anni ha continuato a sperimentare, io da poco ho scoperto il Computer». Occorre quindi anche tanta energia, non avulsa dal proprio essere, ma in simbiosi con l’identità che ci accompagna. «Una scimmia può restituirci una buona foto, semplicemente facendo click sulla fotocamera; di certo, armata di matita, non produrrà mai il nostro ritratto», così ci ha parlato, aggiungendo però: «Noi dobbiamo essere quella matita, noi dobbiamo incarnare quella macchina fotografica; non possiamo permettere che lo strumento, se pur semplice, possa sostituirsi alle nostre idee».
Che dire, quindi? La fotografia, per Franco Fontana, è parte della vita stessa, forse anche un atto d'amore. La professione viene dopo, quindi, non abbinabile com’è al proprio essere, all’io che è dentro di noi. Anche l’arte non è avulsa da questi concetti e prevede un atto deciso e radicale: «Occorre donarsi totalmente alla fotografia, costituirsi a Lei come un sacrificio. Solo così la materia potrà diventare opera, elemento che vive: però sempre se saremo in grado di essere, prima di diventare. Perché l’arte è rendere visibile l’invisibile».

Franco Fontana, note biografiche

Franco Fontana è nato a Modena, nel 1933, vive e lavora a Cognento (Modena). È uno dei protagonisti assoluti della fotografia italiana e internazionale del dopoguerra. Ha “reinventato” il colore come mezzo espressivo e non soltanto documentario, mediante un’inedita analisi, a volte provocatoria, del paesaggio naturale e di quello strutturato, nella ricerca di nuovi segni, strutture, superfici cromatiche corrispondenti alla sua fantasia creativa. I suoi paesaggi si situano al confine tra rappresentazione e astrazione, attraverso una grande sensibilità cromatica e un’abilità compositiva altrettanto notevole. Le forme naturali diventano campiture di colore sorprendenti e la veduta si trasforma in visione. Egli suggerisce spazi d’atmosfera metafisica, di un cosmo altrimenti sconosciuto e improbabile.

Le sue opere sono oggi conservate nei maggiori musei del mondo, tra i quali il “MoMa” di New York, il “Metropolitan Museum” di Tokyo, la “George Eastman House” di Rochester, il “Ludwig Museum” di Colonia, il “Museum of Modern Art” di San Francisco, il “Museum of Fine Arts” di Boston, il “Pushkin Museum of Fine Arts” di Mosca, l’ “Australian National Gallery” di Melbourne, lo “Stedeliijk Museum” di Amsterdam, la “GAM” di Torino, il “Mesèe d’Art Moderne” di Parigi, il “Kunsthaus Museum” di Zurigo, il “Victoria & Albert Museum” di Londra.
Ha esposto, tra personali e collettive, in tutto il mondo. La sua prima mostra personale risale al 1965, a Torino Società fotografica Subalpina. Tra le sue mostre più significative: al Metropolitan Museum of Photography di Tokyo nel 1993, agli Scavi Scaligeri di Verona nel 2000, alla GAM di Torino nel 2001, al Palazzo Reale di Milano nel 2004, alla Maison Europèenne de la Photographie di Parigi, al Museum de Arte di Buenos Aires nel 2006 e altre ancora.

Ha tenuto workshop in tutto il mondo e firmato numerose campagne pubblicitarie, tra le quali : Fiat, Vollswagen, Ferrovie dello Stato, Sony, Volvo, Canon, Kodak, Snam, Robe di Kappa. Ha collaborato con molte riviste e pubblicato (con i maggiori editori d’arte e fotografia italiani, francesi, tedeschi, svizzeri, spagnoli, americani, giapponesi) oltre sessanta libri, tra i quali, nel 2011, per l’Editore 24 Ore Cultura, “L’anima: un paesaggio interiore” con testi di Giorgio Faletti, Francesca Lavazza e Liborio Termine. Il volume riporta, in apertura, la citazione “l’anima è la sostanza senza l’apparenza”. Tra gli altri titoli editoriali recenti anche “Retrospettiva”.
Una sua fotografia è stata scelta dal Ministero della Cultura francese per rappresentare “lo spirito della cultura francese” attraverso i tempi e un analogo riconoscimento gli è stato attribuito dal Ministero della Cultura del Giappone.
Franco Fontana ha ricevuto, nel 1984, il XXVIII Premio per l’Arte Ragno d’Oro-Unicef, nel 2000, l’onorificenza di “Commendatore della Repubblica” per meriti artistici e, nel 2006, la “Laurea honoris causa” in design eco compatibile dal Politecnico di Torino.

Scrive Franco Fontana: «Esistono tanti paesaggi dell’anima, tanti quanti sono gli artisti che da sempre creano opere di pittura, di fotografia, componimenti poetici, letterari o musicali; la bellezza stessa è un’opera dell’anima che si nutre della sensibilità e della passione di chi la sa cogliere. Come un libro, quando è finito e pubblicato, comincia a vivere la sua vita e i lettori ne diventano i nuovi autori, così ogni paesaggio o opera d’arte comincia a vivere nel momento stesso in cui in cui è visto, percepito dagli occhi, dal cuore, dalla mente ed entra nell’anima di chi lo guarda».

(Fonte: Comune di Modena)

Le fotografie

Franco Fontana, Praga 1967
Franco Fontana, ritratto

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