FOTOGRAFIA DA LEGGERE …
Consueto appuntamento del lunedì con “fotografia da leggere”. Questa volta incontriamo un volume verso il quale nutriamo un’invidia positiva, per l’idea messa in atto, tra letteratura e fotografia. Si tratta di “Uno sbiadito ottimismo”, scritto da Roberto Mutti e arricchito dalle immagini da lui scattate appositamente per il volume (Edizioni PhotoSHOWall).
Diciamo subito che “Uno sbiadito ottimismo” è nato durante i mesi di lockdown, nel 2020; e qui la nostra invidia raddoppia, perché in quel periodo sembrava che il mondo si fosse firmato. Sì, è vero: in molti si sono scoperti cuochi, musicisti, cantanti; ma di base emergevano le città vuote, senza nessuno, con i negozi chiusi. Le esortazioni urlavano: «Io resto a casa», e il silenzio quasi si respirava. Roberto Mutti non si ferma, così riesce a trovare la libertà di chi è costretto ai domiciliari, in grado però di guardare oltre il confine della finestra. Già perché proprio lì, nella prossimità assoluta, s’incontrano realtà e storie neanche immaginabili, e anche pensieri che si ripetono, a lungo.
Nell’ottimismo sbiadito di Roberto Mutti s’incontrano tante fotografie, scattate per l’occasione e nate per via della circostanza. Ne parleremo.
Uno sbiadito ottimismo
Così dice Roberto Mutti del suo lavoro: «Se fossi un libraio avrei qualche difficoltà nel collocare questo volumetto che sfugge alle più consuete categorie e potrebbe stare nello scaffale della saggistica per alcune considerazioni definite filosofiche dall’autore come anche, contenendo dei racconti, in quello della narrativa. Essendo costituito da diverse parti che s’intrecciano, se esistesse una sezione labirinti si troverebbe perfettamente a suo agio».
Il libro parte da un’introduzione che trova ispirazione da un cassetto, uno di quelli di una volta, almeno per quel che concerne il contenuto. Non c’è un legame con quanto verrà dopo, ma a noi piace pensare che da lì sia nata la forza centrifuga per i successivi esercizi di stile (i capitoli), cioè considerazioni filosofiche, storie di quotidianità nate guardando il mondo da una finestra, spunti tratti dalla storia della fotografia e trasformati in omaggi ai più grandi fotografi.
Già, la fotografia; entra nella narrazione quasi in punta di piedi, mossa dalla curiosità di chi conosce e desidera confrontarsi con il presente. Ogni giorno Roberto poteva percorrere solo pochi passi nella prossimità della sua abitazione: per il giornale e la spesa; ma quotidianamente ha cercato, e trovato, inquadrature simili a quelle dei grandi fotografi. Ecco quindi un palazzo fotografato alla Basilico e quell’uovo nel piatto che richiama Sudek. Non sono stati dimenticati Migliori, Fontana, Vivian Maier, Martin Parr; Gastel, Irving Penn e altri. E pensare che anche noi avevamo messo un uovo in un piatto, ma c’è mancato il racconto successivo, il filo legante per descrivere in “quadri” il nostro pensiero nella complessità dell’ideazione. Bravo Roberto, quanta invidia.
Per finire, possiamo dire che ogni pagina di Uno sbiadito ottimismo porta il lettore a sorprendersi di quante pieghe inaspettate possa riservare la realtà. Chi leggerà, soprattutto gli appassionati di fotografia, troveranno nel libro la voce di Roberto Mutti, la penna che ha scritto di tanti fotografi; ma troveranno anche interessanti spunti di lettura della realtà da fare proprio e magari da trasformare in esercizi di osservazione quotidiana.
Roberto Mutti, l’autore
Roberto Mutti è giornalista, critico, docente di fotografia presso l’Accademia del Teatro alla Scala e l’Istituto Italiano di Fotografia, curatore di mostre di giovani promettenti e autori affermati. Da molti anni scrive di fotografia sulle pagine milanesi del quotidiano la Repubblica e ha collaborato con diverse riviste di settore dirigendo la 1998 al 2005 Immagini Foto Pratica. Autore di numerosi libri, cataloghi e monografie di argomento fotografico, è direttore artistico del Photo Festival di Milano, curatore dell’archivio della Fondazione 3M e Capodipartimento della casa d’aste Finarte.
La fotografia
Copertina del libro “Uno sbiadito ottimismo”
Edizioni PhotoSHOWall