SALUTIAMO LA BERSAGLIERA
Le agenzie battono la notizia di continuo, assieme ai giornali on line. Ci ha lasciato Gina Lollobrigida, attrice e artista vivace, simbolo di un’era: quella dell’Italia post bellica, che andava solo in treno a ancora non guardava la televisione. I nostri nonni potrebbero ricordarla volentieri, forse anche i padri; ma anche a noi, oggi, è arrivata qualche scaglia della “Lollo” di “Pane amore e fantasia”, il film di Comencini che la rese celebre (1953).
Correva sempre, Gina, nelle scene della pellicola, innamorata di un carabiniere veneto, ma corteggiata da un altro milite, quel Vittorio De Sica col quale ha duettato durante la trama. Le vicende si svolgono a Castel San Pietro Romano, in un paesaggio neorealistico, dove verranno girate le riprese di “Pane amore e gelosia”, già l’anno dopo.
La “Lollo” (così era soprannominata l’attrice) ha infuso in entrambi i film l’entusiasmo vero che l’ha sempre accompagnata nella vita, anche quando la carriera l’ha eletta a sex symbol dello schermo. Già, perché lei era bella, molto; pronta a spettinarsi per piacere di più, come fanno gli umili: coloro che non si vergognano della curiosità che li anima, per comprendere la giusta direzione della vita.
Ha visto un bel mondo, Gina Lollobrigida; ma non ha mai dimenticato le proprie origini, che forse le hanno infuso l’energia della creatività. Oggi, qui, vogliamo ricordarne la figura umana. Forse sarebbe giusto menzionare film e premi, vicende e curiosità; ma preferiamo fermarci alle corse della bersagliera, a quella voce popolana sempre urlata, a quel coraggio che parte dal nulla: dove il possesso non esiste, e la vita corre sul desiderio di potersi esprimere, anche con i sentimenti.
Bersagliera, arrivederci.
Gina Lollobrigida fotografa e artista
Dal 1959 Gina Lollobrigida ha associato alla professione cinematografica un'intensa attività in ambito fotografico. Durante innumerevoli viaggi, e con straordinari incontri, ha mostrato un talento innato nel documentare luoghi, vicende umane, contesti culturali e antropologici.
Ha scattato in tutto il mondo, la Lollo, ma ha sempre messo in mostra una predilezione, anche ideologica, nei confronti dei semplici, degli afflitti. Non a caso, nel 1999 è stata nominata prima ambasciatrice della Fao. E' stata inoltre vicina all'Unicef, all'Unesco, a Medici senza Frontiere, a Madre Teresa di Calcutta, ai bambini della Romania.
Nel corpus del suo archivio non mancano i ritratti di celebrità, tra questi: Indira Gandhi, Fidel Castro, Henry Kissinger, Maria Callas, Liza Minnelli, Yuri Gagarin, Neil Armstrong, Grace Kelly, Paul Newman, Sean Connery, Audrey Hepburn.
Gina Lollobrigida ha pubblicato 8 volumi di fotografie, tra questi "The Wonder of Innocence" (1994), costate all'artista più di 14 anni di lavoro, e “Italia mia” (1973) che ha ricevuto il premio "Nadar" come il miglior libro fotografico dell'anno, con più di 300.000 copie vendute nel mondo.
Nel 1980 le sue foto sono state esposte al Museo Carnavalet di Parigi, in una mostra per la quale fu insignita da Jacques Chirac, allora sindaco della capitale, della Medaglia d'Oro della Città di Parigi.
Dopo i prestigiosi riconoscimenti internazionali (la Legion d'Honneur ricevuta nel 1992 da François Mitterrand per la sua attività di attrice e artista), dopo le grandi esposizioni che hanno celebrato l'altra sua forma d’espressione artistica, ovvero la scultura (Pushkin Museum of Fine Arts di Mosca, 2003; Musée de la Monnaie di Parigi, 2004), dopo la partecipazione all'Open 2003 di Venezia e la retrospettiva di Pietrasanta del 2008, la Lollo è giunta a presentare il suo talento di artista nella sua amata città di adozione, Roma: nel 2009 il Palazzo delle Esposizioni ha ospitato la mostra "Gina Lollobrigida fotografa".
Gina Lollobrigida, note biografiche
Gina Lollobrigida è nata il 4 luglio 1927 a Subiaco, in Italia. Figlia di un produttore di mobili, è cresciuta nel pittoresco villaggio di montagna. La giovane Gina ha fatto anche la modella e, da lì, ha partecipato con successo a diversi concorsi di bellezza. Nel 1947 partecipò a un concorso di bellezza per Miss Italia, ma arrivò terza. Dopo essere apparsa in una mezza dozzina di film in Italia, si diceva che, nel 1947, il magnate del cinema Howard Hughes l'avesse portata in aereo a Hollywood; tuttavia, ciò non la portò a rimanere in America e tornò in Italia. Il suo film di successo a Hollywood sarebbe arrivato solo sei anni dopo nel film di John Huston “Il tesoro dell'Africa” (1953).
Tornata in Italia, nel 1949, Gina sposò Milko Skofic, un medico sloveno (allora "jugoslavo"), dal quale ebbe un figlio, Milko Skofic Jr. Sarebbero rimasti insieme per 22 anni, fino al divorzio nel 1971. Gina era soprannominata "La Lollo", poiché incarnava il prototipo della bellezza italiana. Il suo aspetto terroso e la corta pettinatura da "insalata saltata" sono stati particolarmente influenti e, in effetti, c'è un tipo di lattuga riccia chiamata "Lollo" in onore della sua graziosa pettinatura. Il suo film “Torna a settembre” (1961), con Rock Hudson, ha vinto il Golden Globe come film preferito del mondo. Negli anni '70, Gina è stata vista solo in pochi film, mentre si prendeva una pausa dalla recitazione e si concentrava su un'altra carriera: la fotografia. Tra i suoi soggetti ci sono stati Paul Newman, Salvador Dalí e la nazionale di calcio tedesca.
Abile fotografa, Gina aveva una raccolta del suo lavoro "Italia Mia", pubblicata nel 1973, quando era immersa nelle sue altre passioni, la scultura oltra alla fotografia. Sebbene Gina sia sempre stata attiva, è apparsa solo in alcuni film negli anni '90. Si è ritirata dalla recitazione nel 1997 dopo 50 anni nell'industria cinematografica. Nel giugno 1999 si è dedicata alla politica e si è candidata, senza successo, per uno degli 87 seggi italiani del Parlamento europeo, dalla sua città natale di Subiaco. Gina è stata anche dirigente aziendale per aziende di moda e cosmetici. Come ha detto alla rivista Parade nell'aprile 2000: «Ho studiato pittura e scultura a scuola e sono diventata attrice per errore».
Pierluigi Praturlon, il fotografo
Pierluigi Praturlon è nato a Roma nel 1924. Ha iniziato la sua carriera come "fotografo di strada" nel 1946 e, solo pochi anni dopo, divenne il "principe" della fotografia di scena in Italia, lavorando (1959-1987) sui set cinematografici di Cinecittà e Hollywood. Con più di 400 film Pierluigi Praturlon ha fotografato la realizzazione di capolavori acclamati della storia del cinema: Ben Hur, Cleopatra, La grande guerra, 007 Thunderball, Grand Prix, La Dolce Vita, La pantera rosa, Matrimonio all'italiana, Amarcord, La Ciociara.
A quel tempo era l'unico fotografo italiano in grado di parlare correntemente l'inglese (conosceva cinque lingue). Per questo motivo, egli è stato in grado di sviluppare rapporti diretti con attori e registi di film e lavorare come il fotografo ufficiale delle icone del cinema come Sophia Loren, Claudia Cardinale, Marcello Mastroianni, Monica Vitti, Anita Ekberg, Raquel Welch, Peter Sellers, Frank Sinatra, Ursula Andress e molti altri.
Insomma, Pierluigi non era un paparazzo, anche perché non ha mai rovinato una celebrità. Claudia Cardinale lo definiva come un gentiluomo.
Avendo lavorato all'inizio della sua carriera come fotoreporter, Praturlon è stato in grado di portare sul set cinematografico il senso del reportage; anzi, gli è attribuito il merito di aver trasformato l'arte del fotografo di scena. Prima del suo arrivo, almeno in Italia, le star si limitavano a posare per le immagini fisse durante le pause delle riprese; Praturlon ha vagato per i set, catturandoli mentre svolgevano il loro lavoro.
Il 1960, anno de “La Dolce Vita”, fu l'apice della carriera di Praturlon. L'ultimo film importante in cui ha lavorato è stato Ginger e Fred di Fellini, uscito nel 1986. Gli ultimi anni di Praturlon furono tristi: una spirale discendente di alcool e depressione che si concluse con la sua morte nel 1999. Ancora oggi, pochi conoscono il ruolo che aveva avuto nel raccontare il periodo d'oro del cinema italiano.
Claudia Cardinale scrisse di lui: «Guardare le foto di Pierluigi Praturlon e riflettere su di esse è rivivere un'epoca gloriosa, ma irrimediabilmente perduta, alla quale non posso non guardare indietro con un pizzico di orgoglio e rimpianto».
Le fotografie
Gina Lollobrigida, autoritratto
Gina Lollobrigida fotografata da Pieluigi Praturlon, anni’60.