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FOTOGRAFIA DA LEGGERE …

Consueto appuntamento del lunedì con “Fotografia da leggere”. Questa volta ci siamo rivolti alla nostalgia, perché Giovanni Gastel, l’autore scelto, ci manca, tanto. Il suo libro è apparso inaspettato mentre cercavamo (inutilmente) di mettere ordine tra i volumi di fotografia: quasi un segno del destino. Ci stiamo riferendo a “Un eterno istante, la mia vita” (Mondadori Electa), il romanzo biografico a firma del fotografo.
Nel volume Giovanni si racconta con lucidità, forse per istanti, ma allungati laddove serve. Ne emerge un uomo che ha potuto intravedere la vita, toccandola oggettivamente poche volte. Una fortuna? Non sempre, e forse è per questo che nelle sue parole scritte (anche poesie) emerge un po’ di malinconia, quella buona: un sentimento capace di favorire la creatività e di far raggiungere una felicità vera, profonda, non omologata nella contentezza.
Mentre teniamo il volume tra le mani, senza aprirlo, ricordiamo un altro aspetto percepibile tra le parole: l’amore. Giovanni è stato amato, molto; e ha contraccambiato la sua prossimità con la stessa moneta, condita con una generosità spontanea, innata.
Sì, ringrazia la vita, il nostro: non esplicitamente, ma nel senso dello scritto. Non ne nasconde i vantaggi ricevuti, eppure ne palesa le difficoltà incontrate: altolocate anche queste, però difficili da affrontare, perché immense, infinite, trascinate nel tempo.
Nel libro di un fotografo, non poteva mancare l’analisi dello strumento nell’evoluzione della propria professionalità: il grande formato, poi diventato piccolo, con tutto quanto ne è conseguito.
Giovanni, nello scritto, ci racconta anche una curiosità su Polaroid, ma questa la lasciamo a chi leggerà.

“Un eterno istante, la mia vita”, di Giovanni Gastel (Mondadori Electa)

Parlare di Giovanni Gastel rappresenta una grande soddisfazione, ancor più leggere un suo libro. Di mezzo c’è la fotografia, ma non solo; perché dalla sua vita può emergere qualsiasi cosa che stimoli entusiasmi e opinioni. Si ha quasi l’impressione che lui sia arrivato a compimento di molte cose; e te ne accorgi nei modi, nei gesti, negli istinti, nei percorsi, nelle opere: ancor più in questo libro. In lui ha preso vita una grande mole “artistica”, ingigantita col tempo e tutta da capire. Esiste, nel suo essere fotografo, una netta coincidenza col proprio essere, in linea con un’esistenza intera.

“Un eterno istante” lo si può leggere come un romanzo, perché possiede una struttura narrativa. E’ la storia di una vita, però, a emergere tra le righe. S’incontreranno fortune e amori, amicizia e affetti, momenti di perplessità e rigore; ma mai abitudini ed esperienza. Giovanni ha sempre guardato oltre, avendo saputo (e potuto) intravedere oltre la quotidianità oggettiva.

“Un eterno istante, la mia vita”, sinossi

I ricordi di Giovanni Gastel sono quadri, o meglio vivide fotografie a colori che fermano attimi di vita passata: l'infanzia dorata trascorsa tra Milano e la splendida casa di famiglia di Cernobbio, gli incontri con il celebre zio, Luchino Visconti, gli anni difficili della scuola, la scoperta dell'amore per la fotografia e i timidi esordi da assoluto autodidatta a dispetto del padre che lo voleva laureato. E poi la famiglia, gli amici, i colleghi, i collaboratori... di tutti Giovanni tratteggia un ritratto preciso spesso affettuoso, sempre indulgente. Luci e ombre nella sua vita: al successo, all'eleganza e all'amore per il bello che lo hanno sempre contraddistinto, fa da contraltare un profondo disagio che si manifesta all'improvviso in interminabili notti insonni e in frequenti attacchi di panico che lo tormentano per dieci lunghissimi anni. Ne esce finalmente, provato e forse migliore. Resta sul fondo un malessere silenzioso, una malinconia appiccicosa che è lì a ricordargli che lui è "estraneo al mondo e alle sue storie".

Giovanni Gastel, note biografiche

Giovanni Gastel nasce a Milano il 27 dicembre 1955 da Giuseppe Gastel e Ida Visconti di Modrone, ultimo di sette figli. La sua carriera di fotografo inizia in un seminterrato a Milano verso la fine degli anni ’70, dove Gastel, giovanissimo, trascorre i suoi lunghi anni di apprendistato scattando foto ed imparando le tecniche base di un mestiere che l’avrebbe poi portato al successo. Tra il ’75-‘76 lavora per la prestigiosa casa d’aste londinese Christie’s, mettendo in pratica ciò che aveva appreso.
La svolta della sua carriera arriva nel 1981 quando incontra Carla Ghiglieri, che diventa il suo agente e lo avvicina al mondo della moda: dopo la pubblicazione della sua prima natura morta sulla rivista italiana “Annabella”, nel 1982, inizia a collaborare con Vogue Italia e, poi, grazie all’incontro con Flavio Lucchini -Direttore di Edimoda- e Gisella Borioli, con Mondo Uomo e Donna.
Tra gli anni ’80 e i ’90, la carriera di Gastel nel mondo della moda esplode parallelamente al boom del “Made in Italy”. In quegli anni, Gastel sviluppa campagne pubblicitarie per le più prestigiose case di moda italiane tra cui Versace, Missoni, Tod’s, Trussardi, Krizia, Ferragamo e molte altre. Il successo nel suo paese lo porta anche a Parigi -dove negli anni ’90 lavora per marchi come Dior, Nina Ricci, Guerlain- nonché nel Regno Unito e in Spagna.
Sebbene la sua carriera inizia nel mondo della moda, Gastel (fotografo e, al contempo, anche poeta) capisce rapidamente che il suo impulso d’espressione necessita anche di progetti con fini prettamente artistici. La consacrazione artistica non tarda ad arrivare e, nel 1997, la Triennale di Milano gli dedica una personale curata dal grande critico d’arte, Germano Celant. La mostra lancia Gastel ai vertici dell’élite fotografica mondiale e il suo successo professionale si consolida così tanto che il suo nome che compare su riviste specializzate accanto a quello di mostri sacri della fotografia Italiana come Oliviero Toscani, Giampaolo Barbieri, Ferdinando Scianna e di leggende internazionali come Helmut Newton, Richard Avedon, Annie Leibovitz, Mario Testino e Jürgen Teller.
Il successo professionale apre le porte ad un altro lato del repertorio fotografico di Gastel che fino alla fine degli anni 2000 era rimasto inesplorato: il ritratto. Negli ultimi anni, Gastel si scopre appassionato di questo ramo della fotografia e, come sempre ha fatto nella sua carriera, vi s’immerge totalmente. Il suo lavoro culmina in una mostra al Museo Maxxi di Roma nell’anno 2020 con una selezione di 200 ritratti che ritraggono volti di persone del mondo della cultura, del design, dell’arte, della moda, della musica, dello spettacolo e della politica che lo stesso Gastel ha incontrato durante i suoi 40 anni di carriera. Alcuni dei ritratti degni di nota includono Barack Obama, Ettore Sottsass, Roberto Bolle e Marco Pannella.

La fotografia

Copertina del volume “Un eterno istante, la mia vita”, Mondadori Electa.

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