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NASCE SPENCER TRACY

Il 5 aprile 1900 nasce l’attore Spencer Tracy. Noi lo ricordiamo nel film “Il vecchio e il mare”, tratto dal romanzo di Ernest Hemingway. La pellicola è stata trasmessa più volte dalla nostra TV, quando era ancora in bianco e nero. L’attore sembrava perfettamente a suo agio in quel ruolo, quasi fosse vissuto di fianco a Hemingway.
Ricordiamo la trama del romanzo. Le vicende vivono su due personaggi, il vecchio Santiago e Manolo, un ragazzo; che si dividono le vicende tra capanne e mare. Il pescatore sembra colpito da una maledizione, non porta a casa nulla, da tempo. Era già solo, ma quando impediscono al ragazzo di uscire con lui, il confronto tra uomo e mare diventa totale, assoluto, col carattere di una sfida impossibile. Il duello finale suona come un improvviso ritorno al passato, a quell’energia che pareva scomparsa.

Per ottantaquattro giorni non era riuscito a pescare nulla, eppure il vecchio Santiago raccoglie le forze e riprende il mare per una nuova battuta di pesca. Nella disperata caccia a un enorme marlin, lotta quasi a mani nude contro gli squali che un pezzo alla volta gli strappano la preda, lasciandogli solo il simbolo della vittoria. Il pescatore ritrova dentro di sé il segno e la presenza del proprio coraggio, la giustificazione di una vita intera.

Dal romanzo è stato tratto l’omonimo film del 1958, diretto da John Sturges, con Spencer Tracy nel ruolo di Santiago. La pellicola, nel 1959, si è aggiudicata il Premio Oscar per la miglior colonna sonora (Dimitri Tiomkin). A Spencer Tracy era stata assegnata la nomination quale migliore attore protagonista.

Spencer Tracy ci consente di osservare una fotografia di Irving Penn, dove l’attore è chiuso in un angolo, come altre celebrità.

Spencer Tracy, note biografiche

Spencer Tracy nasce il 5 aprile 1900 a Milwaukee, nel Wisconsin. Mentre frequentava la Marquette Academy, lui e il compagno di classe Pat O'Brien lasciarono la scuola per arruolarsi nella Marina all'inizio della prima guerra mondiale. Dopo aver interpretato il ruolo principale nella commedia "The Truth" al Ripon College, ha deciso che la recitazione sarebbe potuta diventare la sua professione.

Trasferitisi a New York, Tracy e O'Brien, andarono a vivere insieme mentre frequentavano l'Academy of Dramatic Arts. Tracy sbarcava il lunario con lavori occasionali: fattorino, custode e venditore; fino a quando John Ford vide la sua interpretazione nel ruolo principale della commedia "L'ultimo miglio" e gli presentò un contratto per la produzione della William Fox Film Company “Risalendo il fiume” (1930). Nonostante sia apparso in sedici film in quello studio, nei successivi cinque anni, Tracy non è mai stato in grado di raggiungere lo status di star del cinema a tutti gli effetti, anche perché lo studio non era in grado di abbinare il suo talento con del materiale narrativo adatto.

Nel 1935 Tracy firmò con la MGM e la sua carriera fiorì. È diventato il primo attore a vincere due Oscar consecutivi come miglior attore con “Capitani coraggiosi” (1937) e, “La città dei ragazzi” (1938).

Durante i quasi quarant'anni di carriera cinematografica di Tracy, è stato ammirato per le sue interpretazioni in San Francisco (1936), Il padre della sposa (1950), Giorno maledetto (1955), Il vecchio e il mare (1958), ...E l 'uomo creò Satana! (1960), Vincitori e vinti (1961), Indovina chi viene a cena? (1967).

Tracy ebbe una breve relazione romantica con Loretta Young, a metà degli anni '30; e una per tutta la vita con Katharine Hepburn, a partire dal 1942 dopo che recitarono insieme in Woman of the Year, del regista George Stevens. Tracy soffriva di grave alcolismo e diabete (dalla fine degli anni '40), che lo portarono a rifiutare diversi ruoli su misura per lui. Sebbene i suoi problemi con l'alcol fossero ben noti, era considerato impareggiabile tra i suoi colleghi. Due settimane dopo il completamento di Indovina chi viene a cena? (1967), durante il quale soffrì di congestione polmonare, Spencer Tracy morì di infarto (Beverly Hills, 10 giugno 1967). Malgrado il duraturo e solido legame che la legava all'attore, per una forma di riguardo verso la famiglia Tracy, la Hepburn non presenziò ai funerali.

Irving Penn, appunti

«Il viso umano è come la facciata di un palazzo: bisogna entrare, scavare, scoprire cosa c'è dietro». Così diceva Irving Penn riferendosi al suo modo di concepire il ritratto. Lo ricordiamo per la sua attività nella moda, tra le nature morte e appunto nel ritratto: prima come figura intera, poi come volto. Tale e tanto è stato l'impegno di Penn in quest'ultimo genere, che lo consideriamo (è un giudizio personale) uno dei quattro grandi ritrattisti della storia, assieme a Nadar, Sander e Avedon.

La vita di Irving Penn

Dopo le scuole pubbliche, a diciotto anni, Penn frequentò il corso di disegno pubblicitario tenuto da Alexej Brodovitch, capo redattore di Harper's Bazar. A venticinque anni partì per il Messico, dove iniziò a dipingere. Dopo un anno, si convinse che non sarebbe mai diventato un grande pittore.

Tornato a New York, divenne assistente di Alexander Liberman, art director della rivista Vogue. Nel 1948, per quest'ultima, lavorò in Perù; ma furono le campagne fotografiche legate al mondo della moda, realizzate nel corso degli anni cinquanta, a dargli la prima fama internazionale.


Nel 1967 creò un piccolo studio fotografico da viaggio, con il quale era in grado di fotografare sullo stesso scenario in ogni parte del mondo e in ogni condizione: nacque cosi la famosa serie dei Worlds in a small rooms (mondi in una piccola stanza), nella quale si alternavano ritratti di personaggi celebri e fotografie di gruppo dove l'etnografia si mescolava alla moda.

Mentre proseguiva la sua attività di fotografo di moda, nel 1977 il Metropolitan Museum di New York presentò il ciclo Street Material (materiale di strada),
nel quale Penn fotografava i resti abbandonati dell'esistenza quotidiana, conferendo loro un nuovo valore estetico.
Divenuto ormai uno dei fotografi più rinomati del mondo, si susseguono le mostre a lui dedicate. In particolare, si ricordano le retrospettive al MOMA di New York nel 1984, quella alla National Portrait Gallery di Washington nel 1990 e quella prodotta dal Moderna Museet di Stoccolma nel 1995, in occasione di una grande donazione del fotografo al museo svedese.
 È deceduto nel 2009, a 92 anni, nella sua casa di Manhattan.

Lo stile di Irving Penn

Irving Penn ha passato la vita a cercare di catturare l'anima dei suoi soggetti. Ha lavorato soprattutto per Vogue e Vanity Fair, ma la moda e il suo mondo effimero non l’hanno mai interessato. Ha sempre e solo fotografato in bianco e nero: dal debutto nel 1944, fino all'ultima foto del 2007; sempre cercando di raffinare le sue immagini, poi rendendole sempre più essenziali.

«Fotografare una persona è avere una storia d'amore, per quanto breve», diceva Penn: nei suoi ritratti c'è sempre una grande attenzione per il soggetto, rispetto e sensibilità.

Un libro: “Centennial”, di Irving Penn

Irving Penn (1917-2009) è stato uno tra i fotografi più stimati e influenti del XX secolo. La sua fotografia in studio si è sempre distinta per la meticolosa attenzione alla composizione e al dettaglio. Questo volume celebra il centenario della nascita di Penn e presenta una delle più grandi selezioni delle sue fotografie: quelle famose (e preferite dall’autore), ma anche quelle mai pubblicate.

Le parti introduttive dell’opera collocano il lavoro del fotografo nel contesto dei vari ambienti ed eventi artistici, sociali e politici che hanno influenzato il contenuto delle varie immagini. Tra le pagine s’incontreranno: ritratti, moda, nudi femminili, nature morte e altro ancora; ma anche i popoli del Perù, Dahomey (Benin), Nuova Guinea e Marocco. Irving Penn “Centennial” è un volume ideale per tutti gli ammiratori dell'opera di questo artista, ma anche per coloro che desiderino approfondire la storia della fotografia del XX secolo.

Irving Penn, Centennial. Editore: Metropolitan Museum of Art, USA (2017).

Le fotografie

Una scena del film “Il Vecchio e il Mare”
La copertina del libro “Spencer Tracy, a biography”, di James Curtis. Editore: Knopf (18 ottobre 2011). La fotografia è di Irving Penn.

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