ZOFIA RYDET, FOTOGRAFA A QUARANT’ANNI
Abbiamo incontrato la fotografa Zofia Rydet quasi per caso; è nata il 5 maggio 1911 a Stanisławów, il Polonia. Di lei ci ha sorpreso l’ultimo progetto importante della sua vita. Nell'estate del 1978, all'età di 67 anni, ha visitato più di 100 città e villaggi in tutta la Polonia, ricavandone un numero sbalorditivo di fotografie. Era un tentativo di documentare, in fotografie, ogni casa in Polonia.
Zofia Rydet era già conosciuta quando iniziò il progetto. Sebbene non abbia lavorato seriamente come fotografa fino all'età di 40 anni, è riuscita a recuperare il tempo perduto. Nel 1961 espone per la prima volta in una personale con una serie di ritratti di bambini, intitolata Little Man (che viene poi pubblicata come libro fotografico nel 1965). Aveva insegnato fotografia, partecipando anche a mostre a livello internazionale, ricevendo poi un premio di eccellenza dalla International Federation of Photographic Art (1976).
Molti fotografi si sarebbero accontentati dei risultati ottenuti, non Zofia.
Per la maggior parte dei casi, le immagini del progetto sono ritratti di persone all'interno delle proprie case. I soggetti fissano la fotocamera, circondati dai loro averi, e vengono fotografati con un obiettivo grandangolare. Rydet ha scelto questo metodo, spiegandosi con queste parole: «Doveva essere una registrazione semplice, obiettiva e autentica della realtà esistente, presa da una prospettiva distaccata».
In realtà, la fotografa è stata assorbita dal lavoro che stava portando avanti, anche emotivamente. Ebbe modo di dire: «Quegli incontri mi apparivano sempre nuovi e interessanti, mi restituivano forza». Nei villaggi bussava alla porta, si presentava e si complimentava con il proprietario per un oggetto. Una volta che avessero accettato di essere fotografati, li avrebbe posizionati contro il muro più interessante. Nelle città, invece, entrava e fotografava le case solo quando i proprietari l'avevano invitata.
Man mano che il progetto si sviluppava, iniziarono a emergere i luoghi comuni, le abitudini condivise. Zofia ha notato come gli oggetti più preziosi dei polacchi tendessero a finire sopra alla televisione, e spesso si trattava di un ritratto di Papa Giovanni Paolo II. Mentre viaggiava la fotografa si è trovata a scattare foto che avrebbero potuto far vivere altri progetti: strade con nomi interessanti, interni di autobus, insegne.
Nel corso dei due decenni successivi, ha esteso il progetto per includere case in altri paesi, tra cui Francia, Stati Uniti e Lituania.
In un'intervista nel 1990, Rydet ha parlato circa il ruolo della fotografia nella sua vita: «"La fotografia mi dà la possibilità di fermare il tempo, superando lo spettro della morte", ha detto. Sette anni dopo, il 24 agosto 1997, Rydet morì a Gliwice.
Camminando di porta in porta, per oltre 20 anni, Zofia non è mai riuscita a portare a termine questo mastodontico progetto, perché di fatto (e inevitabilmente) rimaneva aperto. Molti degli abitanti più anziani morirono pochi anni dopo essere stati fotografati e le loro case rimasero vuote. Questo, insieme alla la rapida modernizzazione, ha fatto sì che il lavoro di Zofia assumesse un forte valore storico, perché documentava l’ambiente rurale della tradizione prima che scomparisse.
Zofia Rydet, note biografiche Rydet nasce il 5 maggio 1911, a Stanisławów (ora città ucraina occidentale di Ivano-Frankivsk), in una famiglia benestante. Due anni prima, nel 1909, era venuto al mondo suo fratello Tadeusz.
Zofia sogna di studiare all'Accademia di Belle Arti, ma obbedendo alla volontà dei suoi genitori si iscrive invece alla Główna Szkoła Gospodarcza Żeńska (Scuola centrale di economia femminile) che era, in realtà, una sorta di scuola di perfezionamento nella quale le giovani donne provenienti dalle cosiddette “buone famiglie” avrebbero imparato come gestire correttamente una famiglia e una casa.
Tra il 1935 e il 1939, sempre a Stanisławów, lavora per l'ufficio viaggi polacco Orbis con suo fratello Tadeusz. Sarà lui a incoraggiarlo a scattare le prime fotografie. I soggetti iniziali saranno i bambini nei villaggi della regione di Huculszczyzna.
Nei cinque anni successivi, Stanisławów viene occupata ripetutamente durante la seconda guerra mondiale: dai russi, tedeschi, ungheresi. Zofia gestisce una cartoleria, poi la famiglia si trasferisce a Rabka, nel 1944.
Dopo un breve periodo trascorso lì, Zofia si trasferisce a Bytom per avviare un'attività in proprio. Gestisce due negozi: Blok e poi Kameleon, entrambi con un assortimento di cancelleria e giocattoli. All'età di 40 anni, la propensione per la fotografia. Incoraggiata dal successo nei concorsi locali, entra a far parte della Gliwickie Towarzystwo Fotograficzne (Società fotografica di Gliwice), dove affina le sue capacità tecniche e stabilisce amicizie con altri fotografi.
Nel 1956 partecipa alla 4a Mostra di Fotografia Amatoriale, a Gliwice.
A partire dagli anni '60, intraprenderà numerosi viaggi all'estero, tra cui Egitto, Jugoslavia, Grecia, Libano, Albania, Bulgaria, Spagna e Ungheria. Mette insieme la sua prima grande serie fotografica, intitolata Mały Człowiek (Little Man).
In quegli anni le viene conferito il prestigioso titolo di AFIAP (Artiste de la Federation Internationale de l'Art Photographique), un riconoscimento conferito dalla International Federation of Photographic Art (o FIAP, dal suo acronimo francese).
Nel 1961, Rydet espone la sua prima personale, Mały Człowiek, a Gliwice, che riunisce circa 150 fotografie di Rydet di bambini ritratti in tutto il mondo. La mostra è un successo e la fotografa è ammessa nell'Associazione dei fotografi d'arte polacchi (o ZPAF, dal suo acronimo polacco).
Nel 1962, Rydet chiude il suo negozio a Bytom e decide di dedicarsi completamente alla pratica della fotografia. Si trasferisce a Gliwice, dove vivono gli amici della Polskie Towarzystwo Fotograficzne (Società fotografica polacca) e accetta un lavoro presso la Silesian University of Technology, dove insegna fotografia.
Rydet viene coinvolta in dozzine di mostre, in Polonia e all'estero. Nel 1976 riceve la più alta onorificenza (l'Eccellenza FIAP, o EFIAP) della Federazione Internazionale di Arte Fotografica (FIAP).
Nel 1978, mentre trascorre le sue consuete vacanze estive con suo fratello a Rabka, Rydet inizia a lavorare al Sociological Record. Viaggia nei villaggi della regione di Podhale (gli altopiani meridionali della Polonia) e fotografa i residenti nelle loro case. Negli anni successivi, intraprenderà dozzine di viaggi per includere molte altre province e regioni della Polonia.
Zofia Rydet muore, a Gliwice, il 24 agosto 1997.
(Fonte: sito ufficiale)
Nel 1988 Zofia Rydet aveva esposto le sue immagini nella mostra internazionale “L'immagine delle donne”, a Siena, presso Palazzo San Galgano, Facoltà di Lettere dell'Università.
Parteciparono anche altre fotografe, come: Adriana Argalia, Elisabetta Catamo, Carla Cerati, Maryvonne Gilotte, Halina Holas-Idziak, Edith Lechtape, Helen Sager, Leena Saraste, Giuliana Traverso, Helga von Brauchitsch.
Le fotografie
People in Interiors, from The Sociological Record (dentro le case), Ostropa, Silesia, 1980
Zofia Rydet, “Little Man” Zofia Rydet