FOTOGRAFIA DA LEGGERE …
Consueto appuntamento del lunedì con “Fotografia da Leggere”. Come avevamo anticipato, ci sarebbe piaciuto parlare di “Un tempo, un luogo” (racconti di fotografia), ma non ne abbiamo ancora terminato la lettura. Ripieghiamo così su un grande classico: “La pratica della fotografia”, di Italo Zannier (Editori Laterza).
Non abbiamo mai nascosto la nostra simpatia per i manuali, specificando però come il tutto non derivasse da una nostalgia “analogica”. I vecchi libri, Feininger in testa (un capolavoro), affrontano il tema fotografico per intero, con la dovuta complessità, senza dimenticare nulla: suggerendo anche vie di approfondimento e applicazione. E’ il caso del volume che abbiamo tra le mani, peraltro acquistato in una vecchia libreria, a Brescia. Il sapore che restituisce è quello d’altri tempi: ottima rilegatura, carta patinata, belle immagini, ampia bibliografia, visione completa di tutto ciò che riguardi l’immagine scattata. Si parte dal procedimento fotografico, per arrivare (addirittura) al restauro e alle catalogazioni delle opere dei fotografi. In mezzo, tutto: gli strumenti, gli accessori, il laboratorio, la ripresa, i generi, la stampa.
La magia inizia già dalla prima pagina, quando l’autore dice: «Il procedimento fotografico prende l’avvio prima che la luce agisca sulla sostanza fotosensibile». E poi: «Fotografare significa, prima di tutto, progettare l’immagine in un percorso che nasce, come processo logico, nella nostra mente, tramite la vista e il pensiero; anticipando il clic dell’otturatore di un apparecchio fotografico». Le cose, nonostante le tecnologie, non sono cambiate di molto.
Italo Zannier passa poi a descrivere l’istante: «Ogni fotografia è la sintesi di un attimo in cui si è coscienti della realtà, durante il quale viene decontestualizzata una porzione di questa realtà, che è in rapporto alla collocazione spazio- temporale del fotografo, a una certa distanza dal soggetto, e in un determinato momento». L’autore aggiunge: «Il momento del click spesso non ammette repliche, quando, come dice Henri Cartier Bresson, quell’attimo è stato veramente unico, decisivo».
Questioni di magia, dicevamo; e questo emerge anche dalla ricca parte iconografica, popolata di grandi nomi; eccone alcuni: Mario Cresci, Guido Guidi, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Nino Migliori, Vittorio Valentini, Cesare Gerolimetto, Giorgio Lotti, Pepi Merisio, Mario De Biasi, Gianni Berengo Gardin, Cesare Colombo, Mario Giacomelli, Fulvio Roiter, Felix Nadar, Paolo Monti, Elisabetta Catalano, Elio Luxardo, Mimmo Jodice, Carla Cerati, Tazio Secchiaroli, Franco Fontana.
Il volume non mostra una prefazione e neanche dei riferimenti all’autore: tutto è logico, scientifico, reale, addirittura ridondante nelle premesse (le vere parti prefattive). Leggere il capitolo “la ripresa fotografica” è poesia pura. Anche lì ritorna i concetto dell’attimo, dell’istante. Bello, poi, è riconoscere paragrafi come: la camera oscura minima e l’atelier in casa. Altri tempi, allora si parlava così, anche tra semplici appassionati. Oggi, pur nel trionfo della qualità (tanta!) le scorciatoie paiono essere sempre a portata di mano.
Nel libro viene esplorato un mondo ampio, popolato di accessori e strumenti che oggi sottovalutiamo un poco. I tempi cambiano, com’è giusto che sia. Del resto, non abbiamo più sul comodino quell’Almanacco di Fotografare nel quale erano contenuti tutti gli strumenti possibili: un sogno.
Che dire? Non ci resta che affermare quanto abbiamo già detto: non ci muove la nostalgia. Il presente è migliore, anche in relazione alle possibilità. Quello che ci piace, di questo e di altri libri, è l’approccio, l’avvicinamento alla fotografia e all’idea che l’accompagna. C’è anche una parte dedicata alla stampa fotografica, oggi facile, fruibile con vari sistemi; ma spesso tralasciata. Non dimentichiamolo: il frutto della nostra passione è un bene oggettivo, da maneggiare con le mani.
Italo Zannier, note biografiche
Italo Zannier è nato a Spilimbergo il 9 giugno 1932, studia architettura e pittura e inizia a occuparsi di fotografia nei primi anni Cinquanta. E’ tra i fondatori del Gruppo friulano per una nuova fotografia assieme ai fratelli Gianni e Giuliano Borghesan, Aldo Beltrame e alcuni tra i più impegnati fotografi italiani, come Fulvio Roiter, Toni Del Tin, Antonio Migliori, Gianni Berengo Gardin, Ferri e Carlo Bevilacqua.
Docente universitario dal 1971, primo in Italia a essere titolare di una cattedra di Storia della fotografia, ha insegnato allo IUAV, a Ca’ Foscari di Venezia, al Dams di Bologna e alla Cattolica di Milano. Si è dedicato alla pubblicazione di libri, saggi e articoli ed ha collaborato con numerose riviste di settore come L’Architettura, Cronache e storia, Camera, Photo Magazine, Popular Photography. E’ stato Presidente dei comitati scientifici del Museo di storia della fotografia Alinari Firenze e del Centro di ricerca e archiviazione della fotografia di Lestans, da lui fondato. È membro della Société européenne d’histoire de la photographie. Ha inoltre collaborato a diverse esposizioni internazionali, fra le quali quella sul paesaggio mediterraneo organizzata a Siviglia in occasione dell’Expo 1992 e la sezione fotografica di Italian Metamorphosis , la grande mostra dedicata all’arte italiana dal Guggenheim di New York nel 1994. Ha curato la sezione Fotografia di varie edizioni della Biennale d’Arte e della Biennale di Architettura di Venezia. Ha ricevuto dall’Università di Udine la laurea honoris causa in Conservazione Beni Culturali.
(Fonte: Ministero della Cultura)
La Fotografia
Copertina del libro “La pratica della fotografia”, di Italo Zannier. Edtori Laterza, 1984.