NASCE RENÉ, IL COCCODRILLO
René Lacoste, per intero Jean-René Lacoste, nasce il 2 luglio 1904, a Parigi. Tennista, è stato uno giocatori più importanti alla fine degli anni '20. Era uno dei fortissimi Quattro Moschettieri (gli altri erano Jean Borotra, Henri Cochet e Jacques Brugnon) e aiutò la Francia a vincere la sua prima Coppa Davis nel 1927, dalla quale iniziò un dominio di sei anni. In seguito, è stato apprezzato per il successo della sua azienda di abbigliamento sportivo.
Lacoste, soprannominato "il coccodrillo", vinse i singoli di Wimbledon nel 1925 e 1928, i singoli francesi nel 1925, 1927 e 1929, e divenne il primo straniero a vincere due volte il campionato statunitense (1926–27). Con Borotra vinse il doppio britannico nel 1925 e il doppio francese nel 1924, 1925 e 1929.
Il soprannome “Coccodrillo”
Boston, 1923. Il giovane prodigio del tennis René Lacoste ha diciannove anni e ama le sfide. Il capitano della squadra lo sa. Gli promette una bellissima valigia in pelle di coccodrillo, che ammira in una vetrina, se vince il match difficile che lo aspetta. René non vince, ma sul campo ha avuto la determinazione del coccodrillo, motivo per il quale un giornalista americano gli ha dato quel soprannome. (Fonte sito Lacoste).
René Lacoste, il suo tennis
Giocatore metodico, Lacoste studiava ogni aspetto del tennis prima di una partita e aspettava che un avversario s’indebolisse. La sua partita più nota fu forse quella giocata nel campionato statunitense del 1927, in cui portò all'esaurimento Bill Tilden nella finale di due ore. Dopo aver vinto il campionato francese del 1929, Lacoste si ritirò. Decenni dopo, le magliette sportive e altri capi di abbigliamento con il suo emblema "coccodrillo" (anche se in qualche modo cambiato in un alligatore) divennero popolari in tutto il mondo. Lui e i suoi compagni "moschettieri" sono stati eletti alla International Tennis Hall of Fame nel 1976.
René Lacoste, le sue parole, il metodo
Ecco cosa diceva “Il Coccodrillo”. «Per vincere, mi servono soprattutto due cose, che tutti possono procurarsi: una collezione completa di libri sul tennis, e un muro in cemento, che logoro a forza di giocarci, e devo far intonacare ogni anno».
Giocare contro René Lacoste rappresentava un incubo per i tennisti del tempo, una sfida contro la propria psiche, contro i propri limiti fisici, testati da ore d’insostenibili palleggi. Il parigino venne descritto come una parete insormontabile, un uomo-sponda impossibile da scalfire e in grado di rispedire al mittente ogni palla.
Scriveva la penna di Gianni Clerici: «Lacoste fu il suo stesso allenatore, raffinatissimo, severo sino alla crudeltà, addirittura maniaco».
René Lacoste era sposato dal 1930 con la golfista Simone de La Chaume, con la quale ebbe quattro figli.
René Lacoste è deceduto il 12 ottobre 1996 a a Saint-Jean-de-Luz, nei Pirenei atlantici.
Circa le fotografie, ci siamo rivolti a Jacques-Henri Lartigue, appassionato di tennis (anche fotograficamente) e praticante.
Jacques Henri Lartigue e il tennis, una mostra
In occasione dell'Open di Francia 2017, allo stadio Roland-Garros, la galleria parigina Le Voleur d'Images ha organizzato, dal 24 maggio al 15 settembre 2017, una mostra di fotografie del tennis di Jacques Henri Lartigue. Amante dello sport, e in particolare del tennis, che lui stesso praticava con assiduità e virtuosismo, Lartigue era appassionato di tutte le sensazioni che questa attività fornisce e si sforza di immortalare i giocatori che incontra. Su scatti in bianco e nero di giocatori congelati in movimento, la mostra "In volo, il tennis visto da Lartigue" racconta la storia del tennis dagli anni 10 agli anni 30. Attraverso le immagini, scopriamo i leggendari eroi del tennis che furono René Lacoste, Suzanne Lenglen o Julie Vlasto, così come una parte dell'intimità di Lartigue, che fotografa la sua famiglia in campo o si mette in scena. In queste immagini che conservano la velocità, il volo e la suspense del gioco, lo sguardo entusiasta del fotografo traspare nelle angolazioni delle inquadrature che sceglie così come nell'atmosfera solare che emerge dagli scatti.
Jacques-Henri Lartigue, note biografiche
Jacques-Henri Lartigue è nato a Courbevoie, Francia, il 13 giugno 1894; ed è cresciuto a Parigi. Suo padre, un uomo d'affari e appassionato fotografo dilettante, gli regalò la prima macchina fotografica all'età di sette anni. Lui era attratto precocemente dal movimento, infatti le sue prime istantanee riguardano il tennis, il nuoto, e altri giochi.
A partire dal 1904 inizia con alcuni esperimenti fotografici. L'esempio più rappresentativo di queste prove è costituito dalle sovrimpressioni per creare foto di “pseudo fantasmi”. Automobili e aeroplani, ma più in generale il movimento, diverranno poi tra i soggetti preferiti da Lartigue.
In questi anni comincia a delinearsi la filosofia che poi caratterizzerà tutta la sua vita: il culto della felicità, la ricerca di un idillio che non possa essere turbato da traumi profondi. Tale ideale, che si rispecchia a pieno con il periodo della Belle Époque, viene rappresentato dalle fotografie di serate mondane e eleganti dame a passeggio al Bois de Boulogne, che lo interessano fin da giovane.
Parallelamente, in piena prima guerra mondiale, Lartigue decide di dedicarsi alla pittura. In questi anni, lavora anche come scenografo, illustratore e fotografo di scena, iniziando a frequentare personalità di spicco del mondo dell’arte e del cinema.
Lartigue arrivò alla notorietà molto tardi, aprendosi al pubblico americano attraverso una mostra fotografica organizzata da John Szarkowski nel 1963 al Museum of Modern Art di New York, che ha visto Jacques-Henri Lartigue come "il precursore di tutto ciò che è vivace e interessante nel mezzo del 20° secolo".
Il fotografo Jacques Henri Lartigue è un esempio d’artista la cui opera è pervasa da un forte dilettantismo. Parte delle sue opere più famose risalgono a quando era un bambino. In queste è facile riscontrare un senso evidente d’infantilismo, nel senso migliore della parola.
Esteticamente, mostrano un mondo pieno di energia, movimento, velocità, divertimento: le cose che attraggono i ragazzi.
Del resto, cosa attendersi di più? Jacques era figlio del dodicesimo uomo più ricco di Francia. I motori facevano parte della sua vita, anche attraverso un padre che viveva le corse direttamente. Una curiosità, al tempo esistevano nel territorio d’oltralpe 102 fabbricanti di automobili.
Ancora due curiosità sul fotografo francese. Come abbiamo detto, giunse alla notorietà negli Stati Uniti, relativamente tardi rispetto alla carriera. Un servizio su di lui venne pubblicato su LIFE che dedicava molte pagine all’omicidio di J.F. Kennedy. La moglie ebbe modo di dire che un po’ di fortuna non guastava, avendo temuto che l’assassinio presidenziale avrebbe potuto far saltare i piani editoriali del magazine.
Noi crediamo che Lartigue sia stato realmente fortunato, inconsapevolmente; e che le sue fotografie vivano proprio di un entusiasmo incondizionato e vero: quello che deriva da tanti scatti alla scoperta di un mondo privato, ma gigantesco e opulento. Belle sono le macchine e le donne, compreso le mogli che hanno riempito la sua vita. Non traspare comunque nessuna alterigia dagli scatti: tutto è solo più alto e, ahinoi, inaccessibile ai più.
Per finire, l’editore Taschen ha inserito “Car Trip” tra le cinquanta foto più importanti del secolo scorso. Un’altra fortuna?
Lartigue muore il 12 settembre del 1986 a Nizza, all’età di novantadue anni, restando nell’immaginario della gente come il testimone privilegiato di un’età d’oro.
Le fotografie
René Lacoste, anonimo.
Doppio Lacoste-Borotra, Internazionali di Francia, Parigi 1926. Ph. Jacques Henri Lartigue