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Irving Penn CENTENNIAL

di Irving Penn

Irving Penn (1917-2009) è stato uno tra i fotografi più stimati e influenti del XX secolo. La sua fotografia in studio si è sempre distinta per la meticolosa attenzione alla composizione e al dettaglio. Questo volume celebra il centenario della nascita di Penn e presenta una delle più grandi selezioni delle sue fotografie: quelle famose (e preferite dall’autore), ma anche quelle mai pubblicate.

Le parti introduttive dell’opera collocano il lavoro del fotografo nel contesto dei vari ambienti ed eventi artistici, sociali e politici che hanno influenzato il contenuto delle varie immagini. Tra le pagine s’incontreranno: ritratti, moda, nudi femminili, nature morte e altro ancora; ma anche i popoli del Perù, Dahomey (Benin), Nuova Guinea e Marocco. Irving Penn “Centennial” è un volume ideale per tutti gli ammiratori dell'opera di questo artista, ma anche per coloro che desiderino approfondire la storia della fotografia del XX secolo.



bio

Irving Penn é il fotografo che piú di tutti ha lasciato un segno indelebile nella storia della fotografia di moda. Secondo Anna Wintour, storica direttrice di Vogue, rivista per cui Penn lavoró per 60 anni, il fotografo americano "ha cambiato il modo in cui le persone persone vedono il mondo, e la percezione di cosa sia la bellezza". Nel caso di Penn, “fotografo di moda “ é probabilmente una definizione riduttiva: il fotografo americano fu artista a tutto tondo, interessato a tutti i molteplici aspetti dello studio della forma e del colore, ed approdó al mondo della fotografia solo in un secondo tempo. Penn ci ha lasciati nel 2009, quando è spirato nel suo appartamento di New York all'etá di 92 anni. Le sue opere e la fondazione a lui intitolata testimoniano tutt'ora 'importanza del suo lavoro. Per capire chi fosse realmente Penn è bene fare un passo indietro ricostruire la carriera ed il percorso artistico che l’hanno reso così celebre. Penn nacque da una famiglia di emigrati, di radici Russo-Ebraiche, nell’America del 1917. Maggiore di due fratelli, ebbe la possibilità di studiare arte grafica e si esercitò particolarmente nel disegno e nella pittura. Uno dei suoi insegnanti fu Alexey Brodovitch, fotografo russo trapiantato negli Stati Uniti, fu per lui anche mentore. Alexey lo introdusse nella redazione di Harper’s Bazaar, nota rivista di moda e fotografia, dove Penn iniziò a lavorare come disegnatore e grafico. Insoddisfatto dall’andamento della sua carriera decise di partire per un viaggio in Messico alla ricerca di opportunità diverse e per coltivare la sua passione per la pittura. Sfortunatamente le cose non andarono come previsto, a 26 anni Penn dovette ripiegare in patria, convinto che la pittura non fosse più la sua strada. Spostatosi a New York riuscì a trovare impiego presso Vogue, altra ben nota rivista di moda. Uno dei suoi primi incarichi lo diresse a Napoli, dove sbarcò con le truppe Alleate durante le operazioni militari che avrebbero segnato la resa dell’Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. Qui si occupò di fotografia e, nel contempo, di guidare un’ambulanza finché i suoi superiori non decisero di trasferirlo in India dove proseguì il periodo di affiancamento alle forze militari. Tornato dall’India riprese a fotografare finché, all’inizio degli anni ’50, non possiede sufficiente notorietà ed indipendenza economica per aprire un proprio studio. Senza abbandonare il lavoro nel campo della moda inizia a fotografare indipendentemente tutto ciò che attrae la sua attenzione. I suoi scatti di nudo nascono proprio in questo periodo, mentre lavora in parallelo ad altri ad altri progetti che si concentrano sugli oggetti e i personaggi della vita quotidiana. Nel 1967 decide portare la sua fotocamera altrove; tuttavia, per un “fotografo da studio”, non si dimostra un’impresa semplice. Supera il problema tramite la costruzione di una tenda/studio fotografico portatile, sufficientemente leggera da poter essere trasportata nei suoi viaggi. Grazie a questa invenzione può dedicarsi alla fotografia etnografica: un mix di moda e cultura prelevate direttamente dagli angoli del mondo in cui si trovano.Gli anni ’70, specialmente la seconda metà, sono contraddistinti dall’interesse per i “resti abbandonati del quotidiano” e per altri oggetti inusuali (ad esempio barre di metallo). Durante gli anni ’80 la sua attenzione si rivolge prevalentemente alla nature morte; inizia anche ad adoperare il colore nei suoi scatti. Insegne, ritratti, moda, pubblicità, sigarette, nudi, vasi, spazzatura, commercianti, guerra, costumi locali. Questi sono solo alcuni dei soggetti a cui Irving dedica raccolte di scatti.Una ricerca schizofrenica che sballotta il fotografo da un paese all’altro, da un soggetto all’altro, da uno stile all’altro. Tante immagini difficili da inquadrare nel tempo ma che sono accomunate da un’evoluzione tecnica e formale continua caratterizzata però da un cuore, un nucleo, di scelte stilistiche costanti.


IRVING PENN

Centennial.

Ediz. inglese

di Irving Penn

Editore: Metropolitan Museum of Art, USA (2017)

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