DENNIS HOPPER PHOTOGRAPHS 1961-1967
Dennis Hopper, regista e interprete di Easy Rider, ricordato per i suoi tanti ruoli tormentati, amava molto pure la fotografia. Negli anni ’60, portava sempre con sé una macchina fotografica per cercare di “catturare l’attimo” e rubare scatti all’interno di feste private, set cinematografici, cene o manifestazioni varie.
È stato una personalità effervescente e anticonformista, vestiva quasi sempre da cow boy, anche durante le cerimonie. Hopper si avventurò per la prima volta nel mondo della fotografia durante gli inizi della sua carriera di attore, quando i progetti erano ancora lenti. La sua prima moglie, Brooke Hayward, gli regalò una macchina fotografica per il suo 25° compleanno.
Dennis Hopper nasce a Dodge City, nel Kansas, da Marjorie Mae (12 luglio 1917-12 gennaio 2007) e Jay Millard Hopper (23 giugno 1916-7 agosto 1982). Hopper aveva due fratelli, Marvin e David.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, la famiglia si trasferì a Kansas City nel Missouri, dove il giovane Hopper frequentò dei corsi d'arte al Kansas City Art Institute. All'età di tredici anni l'attore e la sua famiglia si trasferirono a San Diego, dove la madre lavorava come istruttrice di bagnini ed il padre come dirigente in un ufficio postale (lavoro che era però soltanto di copertura, in quanto Hopper ha ammesso che in realtà suo padre lavorava per l'OSS in Cina con Mao Zedong). Frequentò la Helix High School di La Mesa, un sobborgo di San Diego, dove nel 1954 venne votato come la persona più promettente ad avere successo. Fu qui che sviluppò un interesse per la recitazione, studiando all'Old Globe Theatre di San Diego e all'Actors Studio di New York (dove frequentò i corsi tenuti da Lee Strasberg per cinque anni). Era molto amico dell'attore Vincent Price, la cui passione per la recitazione lo influenzò molto; un'altra influenza artistica deriva dall'amicizia con il cineasta sperimentale Bruce Conner. Come regista, si ricordano Easy Rider (1969), Snack bar blues (1981), Colors (1987), The Hot Spot - Il posto caldo (1990). Tra le sue interpretazioni come attore, oltre al già citato Easy Rider si ricordano anche: L'amico americano (1977) di Wim Wenders, Apocalypse Now (1979) di Francis Ford Coppola, Velluto blu (1986) di David Lynch, Non aprite quella porta 2 (1986) di Tobe Hooper, Colpo vincente (1986) di David Anspaugh, per il quale fu nominato all'Oscar come miglior attore non protagonista, Il cuore nero di Paris Trout (1991) di Stephen Gyllenhaal, Una vita al massimo (1993) di Tony Scott, Speed (1994) di Jan de Bont, Waterworld (1995) di Kevin Reynolds, Basquiat (1996) di Julian Schnabel, Space Truckers (1996) di Stuart Gordon, Blackout (1997) di Abel Ferrara, La terra dei morti viventi (2005) di George A. Romero, Palermo Shooting (2008) di Wim Wenders, Lezioni d'amore (2008) di Isabel Coixet e Sleepwalking di Bill Maher. Era stato scelto per recitare il ruolo di Cristof in The Truman Show ma lasciò il ruolo il primo giorno di riprese. È stato nominato all'Oscar al miglior attore non protagonista nel 1987 per Colpo vincente di David Anspaugh. Nel 2006 contribuì alla realizzazione dell'album Demon Days dei Gorillaz facendo da voce narrante nella canzone Fire Coming Out Of The Monkey's Head. Hopper ha anche recitato (come doppiatore o prestando il suo volto con la tecnica del motion capture) in alcuni videogiochi: insieme a Teri Garr, ha preso parte al videogioco Black Dahlia, (edito nel 1998 dalla Take Two Interactive) in Deadly Creatures (creato dalla Rainbow Studios e distribuito dalla THQ), dove doppia il personaggio di George Struggs), e in Hell: a Cyberpunk Thriller (creato dalla Take-Two Interactive Software e distribuito dalla GameTek. In quest'ultimo interpreta il personaggio di Pazuzu, ed è affiancato da Grace Jones, Stephanie Seymour, Geoffrey Holder. Ha doppiato Steve Scott nel videogioco Grand Theft Auto: Vice City.Edizioni: Taschen, 2011