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[CARLO VERDONE, IL NOSTRO COMPAGNO DI SCUOLA]

Lo riconosciamo, ci riconosciamo: Carlo Verdone ha occupato le nostre vite come un compagno di scuola, mostrandoci gli elementi in comune, facendo gruppo. Sì, perché anche noi siamo vissuti nell’era delle Vespe truccate, con qualche capello in più e il cuore sempre impegnato, come lui racconta. I destini di tutti si sono divisi, ma lo abbiamo incontrato nuovamente in età adulta, quando i suoi personaggi filmici (tanti) avrebbero potuto far mostra di sé nella cameretta dove studiavamo (se ancora esiste), in compagnia di un amico cresciuto, con tante storie da raccontare. Ecco, sì: il merito di Carlo sta nell’aver fatto proprie le simbologie delle persone incontrate, entrando nelle loro vite e portandole alla ribalta. Nei nostri cuori c’era già in angolo per lui, ed è arrivato in tempo. Lo stavamo aspettando. Grazie.

[LA JESSICA DI 'O FAMO STRANO?]

E’ convincente, Claudia Gerini; qualsiasi parte vada ad affrontare. Nei suoi comportamenti vive e si esprime una genuinità istintiva e riconoscibile. Anche nelle sequenze in cui non parla continua a emanare il senso profondo della sua recitazione. In “Viaggi di nozze”, non occorre aspettare la sua battuta, perché lei già esprime quanto dovrà dire. Il sodalizio con Verdone (suo idolo) le ha portato fortuna per cosa ha ispirato, prima ancora di recitare. Del resto, Claudia è il sogno di molti: non come compagna, per carità; più semplicemente alla stregua di un’amica o di una vicina in treno. Al solo guardarla, si capirà cosa possiamo aspettarci da lei, perché lo sta già manifestando.

[ROBERTO BENIGNI, LA COMICITA’ TOSCANA NEL MONDO]

Roberto Benigni entra nel mondo della recitazione destando la sorpresa su un pubblico vasto e multigenerazionale. La sua comicità irrompe, deflagra, assumendo toni a volte paradossali. Molti ricorderanno le sue apparizioni televisive dissacranti, sulla scena assieme a Pippo Baudo o Raffaella Carrà. Del resto, con lui tutto si sovverte: mentre recita, sta già ridendo quando il suo pubblico non ha ancora compreso perché sorridere. Per questo, la sua comicità tende a far riflettere anche su temi importanti. I monologhi gli conferiscono un carattere distinto da professore, pur trascinando il pubblico nelle conseguenze dell’ilarità. Sentirgli recitare la Divina Commedia è un piacere da assaporare con cura, perché si tratta di una rilettura privata dei vizi accademici e arricchita da una lucidità intellettuale che avvicina e chiarisce.