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FOTOGRAFIA DA LEGGERE …

Consueto appuntamento del lunedì con fotografia da leggere. Questa volta ci rivolgiamo a un libro appena uscito, scritto da un autore che abbiamo ospitato spesso nell’appuntamento settimanale: Ferdinando Scianna. Si tratta di “Abecedario fotografico”, Edizioni Contrasto. Diciamo subito che si tratta di un volume elegante, ben impaginato, come sono d’abitudine quelli dell’editore romano. Questa volta la copertina è flessibile (forse per via della foliazione), ma il piacere nel girare le pagine è quello di sempre.

Il titolo (“Abecedario fotografico”) può trarci in inganno. Non siamo di fronte a un dizionario enciclopedico o a un vocabolario di significati e sinonimi, ma a un’opera di sintesi, coraggiosa per questo, del pensiero fotografico (e non solo) maturato in una vita. Del resto, per Scianna la fotografia ha rappresentato una maniera di vivere, come ci spiega con le sue parole:
«La fotografia è per me un mestiere, il filtro attraverso il quale entro in relazione con il mondo e il mondo con me; la ricerca, forse assurda, d’istanti di senso, di forma, nel caos della vita. Tentativo di comprendere, di comprendersi. Una maniera di vivere».

L’ordine alfabetico riguarda i vari argomenti affrontati e quindi mette un po’ d’ordine alle varie riflessioni. A noi è piaciuto molto il capitolo “Emozioni” (lettera E). Lì si specifica come la memoria riproponga immagini ferme e quindi fotografie. Ecco cosa scrive Ferdinando Scianna: «Perché non è vero che le fotografie restituiscono solo ciò che è stato, piuttosto, a me pare, ripropongono in una sorta di lancinante presente ciò che non è più. Forse è per questo che a poco a poco mi sono andato convincendo che la massima ambizione per una fotografia sia di finire in un album di famiglia. E’ quello, forse, il luogo dove le fotografie sprigionano le più profonde emozioni».

Non potevano mancare riflessioni su analogico e digitale, moda, fotogiornalismo, ritratto. C’è poi un capitolo sull’ambiguità (Lettera A), che è specifico dell’autore siciliano.
Il libro è da leggere più volte e anche da consultare, se necessario, per tornare su un argomento. Tra le righe c’è tanta fotografia e anche una lezione per viverla appieno.

Abecedario fotografico, sinossi

«Perché questo libretto. In effetti, non lo so: mi sembra che si sia fatto da solo. Sto per compiere, con grande stupefazione, ottant'anni. Forse per questo mi è venuta voglia di recuperare idee, frammenti sulla mia vita e il mio mestiere. Li ho ritrovati tra le cose scritte, dette in interviste e molte, troppe volte ripetute. Molti li ho scritti o riformulati adesso. Se uno cerca di vivere con passione e fa il fotografo per vari decenni, confondendo spesso la vita con il mestiere, inevitabilmente si domanda, e gli domandano, che cosa pensi del suo lavoro, della sua vicenda umana. Si accumulano così frammenti, quasi smozzicati aforismi, che a poco a poco, mi sono accorto, costruiscono come un abecedario della tua relazione con quello che fai, con te stesso e con gli altri».
(Ferdinando Scianna)

Per i suoi ottant'anni di vita, e sessanta di lavoro nella fotografia, Ferdinando Scianna si è regalato, e regala a noi, un nuovo, piccolo, prezioso volume: un abecedario dedicato alla fotografia in cui analizza, parola dopo parola, e dunque tema dopo tema, le tradizioni, le novità, le particolarità del linguaggio visivo che più di tutti nella sua vita ha frequentato e analizzato. Si comincia con la A di Ambiguità (cosa c'è di più ambiguo e scivoloso della fotografia?) ma anche di Amori - l'amore e la passione fotografica - e di Analogico / digitale - binomio quanto mai attuale. Si continua poi con tutto l'alfabeto fino alla Z di Zeusi, il "proto-pittore", come lo chiama Scianna, in grado di dipingere, raccontano, un grappolo d'uva così realistico da ingannare persino i passerotti, che cercavano di beccare quell'uva dipinta. Tutta la fotografia in un alfabeto, tutta la fotografia in un abecedario, tutta la scrittura ironica, profonda e lieve di Ferdinando Scianna. Un modo unico e originale per celebrare i suoi ottant'anni.

Ferdinando Scianna, note biografiche

Ferdinando Scianna nasce a Bagheria in Sicilia, nel 1943. Comincia a fotografare negli anni '60, mentre frequenta la facoltà di Lettere e Filosofia all'Università di Palermo. In questo periodo fotografa, in modo sistematico, la sua terra, la sua gente, le sue feste. Nel 1965 esce il volume Feste Religiose in Sicilia, con un saggio di Leonardo Sciascia: ha così inizio una lunga collaborazione e amicizia tra Scianna e lo scrittore siciliano. Pochi anni più tardi, nel 1967, si trasferisce a Milano, lavora per L'Europeo, e poi come corrispondente da Parigi, citta in cui vivrà per dieci anni. Nel 1977 pubblica in Francia Les Siciliens (Denoel), con testi di Domenique Fernandez e Leonardo Sciascia, e in Italia La villa dei mostri, sempre con un'introduzione di Sciascia. A Parigi scrive per Le Monde Diplomatique e La Quinzaine Litteraire e soprattutto conosce Henri Cartier-Bresson, Ie cui opere lo avevano influenzato fin dalla gioventù. Il grande fotografo lo introdurrà nel 1982, come primo italiano, nella prestigiosa agenzia Magnum. Dal 1987 alterna al reportage la fotografia di moda riscuotendo un successo internazionale. È autore di numerosi libri fotografici e svolge da anni un'attività critica e giornalistica; ha pubblicato moltissimi articoli su temi relativi alla fotografia e alla comunicazione per immagini in generale. Gli ultimi libri pubblicati con Contrasto sono Ti mangio con gli occhi (2013), Visti&Scritti (2014), Obiettivo ambiguo (2015) e In gioco (2016).

La fotografia

Copertina del libro “Abecedario fotografico”, di Ferdinando Scianna. Edizioni Contrasto.

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