USAIN BOLT, LA LEGGENDA
16 agosto 2009. Ai Mondiali di Atletica di Berlino, Usain Bolt, giamaicano, vince la finale dei 100 m stabilendo un nuovo primato del mondo in 9 e 58. Quattro giorni dopo vince l'oro dei 200 m e la staffetta 4x100. Il record man dei campionati viene così considerato il più grande velocista di tutti i tempi.
L’atletica leggera, ambito sportivo meraviglioso, porta alla ribalta spesso delle leggende, anche se quella di Bolt appare unica. Ci viene in mente Edwin Moses. Lui, per quasi un decennio, ha corso senza mai perdere. La sua disciplina, poi, era ed è particolare, con un solo giro di pista da percorrere, affrontando dieci ostacoli. Gli americani chiamano la distanza “piana” il “giro della morte”, perché gli atleti sono sempre al massimo, in uno sprint continuo. Edwin usciva sempre dall’ultima curva con un certo vantaggio, poi allungava: quasi danzando. Del resto, tra un ostacolo e un altro, compiva un passo in meno. Grande classe.
I trionfi di Edwin iniziano alle Olimpiadi di Montreal del 1976. Con il tempo di 47''64 stabilisce in finale il record del mondo, infliggendo al secondo un distacco siderale. Da lì in poi, la sua carriera diventa inarrestabile. Tra il 1977 e il 1987, Moses vincerà 122 volte consecutivamente nei 400 ostacoli, migliorando 3 volte il proprio record del mondo. La sua imbattibilità durerà 9 anni, 9 mesi e 9 giorni. Uscirà sconfitto a Madrid il 4 giugno 1987 dal connazionale Danny Harris.
Un'altra leggenda che vogliamo ricordare è quella di Dick Fosbury (Portland, 6 marzo 1947). Lui è un ragazzo alto, ma magro, esile, dall’andamento strano. In tenera età, pare che l’atletica non fosse il suo mestiere; si difende solo nel salto in alto, dove però non raggiunge mai misure degne di nota. Prova così ad aggiornare la sua metodica, ripescando e riadattando la “forbice”, al posto del consolidato “ventrale”. La ricorsa curvilinea e la rotazione della schiena l’aiuteranno a recuperare centimetri nelle sue prestazioni.
Il 20 ottobre 1968, alle Olimpiadi messicane, Fosbury si presenta alle gare con due scarpe di colore diverso, perché la scarpa destra scelta gli forniva una spinta superiore rispetto a quella che faceva il paio con la sinistra.
L’atleta americano meravigliò il mondo e con 2,24 m. (record olimpico) conseguì l’oro di specialità. Finiti i giochi, Dick tornò a essere quello di prima: alto, magro, esile. Non perse il suo atteggiamento umile, così si rifugiò negli studi d’ingegneria. Non partecipò alle Olimpiadi successive e non raggiunse mai il record del mondo; rivoluzionò il modo di saltare in alto. Tanta roba.
Usain Bolt, note biografiche
Usain Bolt, nasce il 21 agosto 1986 a Montego Bay, in Giamaica. Atleta velocista, ha vinto medaglie d'oro nelle gare dei 100 e 200 metri in tre Olimpiadi consecutive: un risultato senza precedenti. Per questo è ampiamente considerato il più grande velocista di tutti i tempi.
Usain Bolt, figlio di un droghiere, eccelleva come giocatore di cricket nei suoi anni preadolescenti. Ha sviluppato un profondo affetto per le squadre di calcio europee, Real Madrid e Manchester United in testa, ma i suoi allenatori lo hanno indirizzato verso l'atletica leggera. Bolt si è messo in mosta per la prima volta come un prodigio della pista ai campionati mondiali juniores del 2002. Correndo davanti a una folla di 36.000 spettatori al Jamaica's National Stadium di Kingston, Bolt, che all'epoca aveva solo 15 anni, vinse l'oro nei 200 metri, diventando il più giovane campione del mondo junior maschile. All'età 17 anni ha corso i 200 metri in 19,93 secondi, diventando il primo adolescente ad abbattere i 20 secondi in gara. Tuttavia, ostacolato da un infortunio al tendine del ginocchio, sempre nei 200 piani, non è riuscito a ben figurare alle Olimpiadi del 2004 ad Atene e si è classificato ultimo nella finale dei campionati mondiali di atletica leggera del 2005.
Alto 1 e 96, Bolt ha sfidato l’opinione corrente secondo la quale i velocisti molto alti sono svantaggiati come partenti veloci. Nel 2007 ha vinto una medaglia d'argento nei 200 metri ai campionati del mondo. Ha anche convinto il suo allenatore a fargli provare i 100 metri, che ha corso in 10,03 secondi nella sua prima gara professionale. Il 3 maggio 2008, ha abbassato il suo miglior tempo a 9,76 secondi, il secondo tempo più veloce del mondo. Quattro settimane dopo a New York City, Bolt ha battuto il record del mondo, correndo in 9,72 secondi, sconfiggendo il campione del mondo Tyson Gay.
Alle Olimpiadi del 2008, Bolt è diventato il primo uomo, dopo l'americano Carl Lewis nel 1984, a vincere i 100 metri, 200 metri e la staffetta 4 × 100 metri in una singola Olimpiade e il primo in assoluto a stabilire record mondiali (9,69 sec, 19,30 sec e 37,10 sec, rispettivamente) in tutte e tre le competizioni. Un test antidroga positivo da parte di uno dei suoi compagni di squadra 4 × 100 ha portato Bolt a vedersi togliere la medaglia d'oro in quell'evento. Ai campionati del mondo del 2009, Bolt ha infranto il suo record sui 100 metri, vincendo la finale dell'evento in 9,58 secondi. Quattro giorni dopo ha battuto il proprio record di 200 metri con lo stesso margine di 0,11 secondi vincendo una seconda medaglia d'oro ai campionati del mondo.
Alle Olimpiadi del 2012 a Londra, Bolt ha difeso i suoi titoli nei 100 metri e nei 200 metri (stabilendo un record olimpico nel primo) diventando la prima persona a vincere entrambe le gare in due Olimpiadi consecutive. Nel 2013 ha vinto tre medaglie d'oro ai campionati del mondo (100 metri, 200 metri e staffetta 4 × 100 metri).
Ai campionati del mondo 2015 Bolt ha nuovamente vinto medaglie d'oro nelle sue tre competizioni (100 metri, 200 metri e staffetta 4 × 100 metri), e il suo quarto oro in carriera nei 200 metri ha esteso il suo record in quella gara ai campionati del mondo.
Ha consolidato il suo ruolo di miglior velocista della storia ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro 2016, dove ha conquistato l'oro nei 100 e 200 metri, riuscendo così nell'impresa di vincere le due distanze in tre Olimpiadi consecutive. Nelle Olimpiadi brasiliane ha anche raggiunto l’oro nella staffetta 4 × 100 metri. Si è ritirato dall'atletica dopo i campionati del mondo 2017, dove ha vinto una medaglia di bronzo nei 100 metri e ha concluso all'ottavo posto come membro della staffetta 4 × 100 metri, dopo essersi infortunato al tendine del ginocchio durante la finale.
Le fotografie e il fotografo
Per celebrare Usain Bolt abbiamo scelto due fotografie delle Olimpiadi londinesi (2012). Ne è l’autore Giancarlo Colombo, sempre disponibile alle nostre richieste. Lo ringraziamo per questo.
Giancarlo Colombo, un incontro
Non è la prima volta che parliamo con Giancarlo Colombo. Del resto, è tra i fotografi d’atletica più bravi, per cui non occorre meravigliarsi.
Brianzolo tenace, Giancarlo inizia a lavorare presso una carrozzeria. Riverniciava auto di lusso, ma dentro di lui bussavano due grandi passioni: l’atletica e la fotografia. A vederlo così in forma ancora oggi, quasi lo immaginiamo correre per le campagne di Meda, per provare la maratona e anche le gran fondo (ha all’attivo due cento chilometri del Passatore). C’era però chi andava più forte di lui, così, complice anche una patologia ossea, ha dirottato i suoi interessi verso la fotografia. Anche Enza, allora fidanzata e oggi moglie, spinse Giancarlo al cambiamento; e fece bene. Iniziò una lunga gavetta, di camera oscura e reportage; questo fino ai mondiali di Helsinki dell’83. Una carriera era iniziata, costellata di successi e leggende immortalate. Giancarlo si trasforma in professionista vero, capace di divenire l’occhio che guarda: per chi c’era, per gli assenti, per coloro che avrebbero visto in futuro.
Da lui un grande insegnamento: “Fotografare l’atletica vuol dire correre lungo la pista per cercare il momento giusto”. “Nulla accade vicino a te; occorre la forza per costruirsi le immagini”.
Giancarlo Colombo, note biografiche
Giancarlo Colombo nasce a Como nel 1959. Inizia la sua carriera di fotografo 25 anni fa. Frequenta a Milano le prestigiose scuole di fotografia "L'Immagine" ed "Il Castello". Conseguito il Diploma, inizia la sua avventura in qualità di stringer, presso l'agenzia DFP. Si occupa prevalentemente di calcio minore. Dopo circa un anno si trasferisce presso l'agenzia Omega di Vito Liverani, fondatore, per altro, della storica agenzia Olympia e primo vero sportivo negli anni '40.
Nella nuova agenzia si occupa all'inizio di cronaca, ma con il tempo si specializza in ciò che egli ama davvero: la fotografia sportiva.Pur seguendo lo sport italiano per eccellenza, il calcio, le sue vere passioni sono lo sport di fatica come l'atletica leggera e gli sport invernali.
Nel suo curriculum non si possono dimenticare 5 Mondiali di calcio, 5 Olimpiadi Invernali e 6 estive; oltre a tutti i campionati del mondo di sci, atletica, ciclismo, nuoto.
Ha conseguito nel 1990 il premio Angelo Moratti. considerato uno dei maggiori riconoscimenti nella fotografia sportiva. Nel 1996 una delle sue foto scattata durante le Olimpiadi di Atlanta è stata eletta dalla Rivista Runners World come una delle 10 foto migliori dell'anno.
Nel febbraio 2004 Giancarlo si aggiudica il riconoscimento "FOTOCRONISTA per l'anno 2004". Nel 2007 Giancarlo viene eletto uno dei 12 fotografi nel mondo nel settore dell' atletica leggera.
l'USSI- GLGS (Unione Stampa Sportiva Italiana) lo nomina "Miglior Fotografo Sportivo per il 2011" e il giornale Gazzetta dello Sport "Sport Weeck" elegge Colombo con una sua foto da ricordare per l'anno 2011.
Le fotografie
Londra 11 agosto 2012 Olimpiadi Estive di Londra 2012, finale 4x100mt. Nella fotografia Usain Bolt, di Giancarlo Colombo/A.G.Giancarlo Colombo
Londra 9 agosto 2012 Olimpiadi Estive di Londra 2012, finale 200mt. Nella fotografia Usain Bolt, di Giancarlo Colombo/A.G.Giancarlo Colombo