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IL PRIMO FOTOGRAFO DELLE OLIMPIADI

La fotografia, nella sua storia, ci ha offerto tante prime volte. Ricordiamo, ad esempio, Hippolyte Bayard, autore del primo selfie e della prima fotografia di protesta. Tra i debutti, è anche giusto menzionare Roger Fenton, primo reporter di guerra, ai tempi del collodio umido (Conflitto di Crimea). Del resto la fotografia, che agli esordi si era impadronita del ritratto, con l’evolversi dello strumento, e delle idee, ha iniziato a documentare altri ambiti: gli eventi bellici, poi anche lo sport. Non a caso, oggi incontriamo un avo di Giancarlo Colombo, un fotografo cioè che si è distinto come il primo fotografo a raccontare per immagini i Giochi Olimpici Moderni. Stiamo parlando di Albert Meyer, autore tedesco. Lo ricordiamo nel giorno della sua dipartita, il 24 agosto 1924.

Le fotografie che ha lasciato rivelano l’artista che era. Siamo agli inizi del reportage sportivo, e questo si vede; ma sorprende il suo formalismo compositivo e lo spirito col quale ha percepito e catturato i Giochi. Non si è limitato all’azione agonistica, catturando viceversa ogni aspetto dell’evento sportivo: dall'ingresso delle fanfare, ai corridori sulla linea di partenza, alla cerimonia di premiazione, alle strette di mano tra gli atleti prima dell'inizio della gara. Non mancano le pose commemorative dei membri del Comitato Organizzatore, le signore che entrano nello stadio e gli ospiti ufficiali in piedi con i loro cappelli a cilindro che guardano con ansia gli eventi. Ne scaturisce il clima di un'intera epoca e l'atmosfera che circonda la rinascita di una grande idea. Rendiamoci conto che con le attrezzature di quel tempo era praticamente impossibile documentare il dinamismo del movimento durante le gare.

Albert Meyer nacque il 27 febbraio 1857 a Klotzsche, un sobborgo di Dresda, città dove frequentò le scuole, prima di trasferirsi negli Stati Uniti. Là studiò fotografia. Al suo ritorno in Germania (1883), aprì uno studio fotografico di successo a Berlino. L’attività gli permise di allargare le sue conoscenze, tramite le quali nel 1895 divenne membro del Comitato Olimpico tedesco per i Giochi di Atene. Lui stesso atleta (praticava il ciclismo) ha voluto assistere da vicino al grande evento sportivo, con lo scopo di documentarlo e di realizzare un album fotografico da offrire ai membri del Comitato e agli ospiti ufficiali come regalo ricordo. Nel marzo successivo (28 marzo 1896) si diresse con la moglie da Berlino a Brindisi e, da lì, raggiunse Corfù su una piccola nave. Per via della fama che lo accompagnava, il suo arrivo ad Atene fu annunciato con enfasi dalla stampa locale.

Sebbene fosse già un professionista acclamato prima di partire per Atene, Meyer trasse numerosi benefici dalla creazione dell'album e il suo nome venne indissolubilmente legato alla rinascita dei Giochi Olimpici Moderni. Al suo ritorno in Germania fu nominato “fotografo di corte” del duca di Sassonia-Altenburg. L'anno successivo, nel 1897, il re Giorgio I di Grecia gli conferì il distintivo della Croce di Cavaliere dell'Ordine del Redentore.

Il suo archivio venne distrutto dai bombardamenti su Berlino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, rendendo l'album una rara e preziosa testimonianza di un'epoca passata.

Le fotografie

6 aprile 1896. Il 27enne americano James Brendan Connolly divenne il primo campione olimpico moderno. Ha dominato il salto triplo con un salto di 13,71 metri e si è classificato secondo e terzo rispettivamente nel salto in alto e in quello in lungo. È stato immortalato con in mano la bandiera americana da Albert Meyer, il fotografo ufficiale della squadra olimpica tedesca.
Robert Garrett, USA, campione olimpico di getto del peso. Ph. Albert Meyer.

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