Skip to main content

I 63 DI COLIN FIRTH

Ci sono attori che piacciono per più motivi. La bravura ovviamente non è in discussione: se si è sul grande schermo, dovrà pur esservi una ragione. Colin Firth non è un divo, ma mette la firma nei film che recita: diventa cioè iconico, riconoscibile. In più si adatta a diversi ruoli: drammatici e comici, senza sbavature o incertezze. Per celebrarlo, basterebbe ricordare il suo ruolo nel dramma storico “Il discorso del re” (2010). Lì impersona il principe Alberto (poi re Giorgio VI) di Gran Bretagna, che chiede l'aiuto di un eccentrico logopedista (interpretato da Geoffrey Rush) per superare una balbuzie debilitante. Applausi.

Noi vogliamo però andare oltre, facendo cenno a “Love Actually - L'amore davvero” (2003), di Richard Curtis. Siamo a Londra, poco prima di Natale. Dieci storie si’intrecciano a formarne una sola: Hugh Grant è il nuovo Premier appena insediatosi e si innamora di una ragazza del suo staff; sua sorella (Emma Thompson) è convinta di essere tradita dal marito (Alan Rickman) che in effetti è molto attratto da una collega, che già aveva fatto perdere la testa ad uno scrittore (Colin Firth), il quale fugge in Francia per dimenticarla e da quel momento cambierà la sua vita. A nostro parere, ma forse siamo di parte, Colin cuce un po’ tutto, particolarmente nel finale, sontuosamente a lieto fine.

Con Colin protagonista, vogliamo ricordare anche “Mamma Mia!” (2008), un musical basato sulle canzoni degli ABBA. Lì il ruolo dell’attore inglese si sdoppia, tra ieri e oggi. Bravo.

Colin Firth nasce il 10 settembre 1960 a Grayshott, nell’Hampshire in Inghilterra.
I genitori di Firth erano insegnanti. Si esibì in recite scolastiche e nel 1980 fu accettato al Drama Centre London. Tre anni dopo ha fatto il suo debutto nel West End. Nel decennio successivo Firth lavorò stabilmente, apparendo in numerose produzioni teatrali, cinematografiche e televisive. Film degni di nota di questo periodo sono stati Apartment Zero (1988), Valmont (1989) e Amiche (1995).

E’ poi arrivata una serie di film acclamati, tra cui Il paziente inglese (1996) e Shakespeare in Love (1998), che vinsero entrambi un Academy Award per il miglior film. Nel 2001 Firth ha raggiunto il successo nel ruolo di Mark Darcy nella commedia romantica Il diario di Bridget Jones, un adattamento del romanzo best-seller di Helen Fielding.

Firth ha continuato a mostrare la sua versatilità in film come La ragazza con l'orecchino di perla (2003), in cui interpretava il pittore olandese del XVII secolo Johannes Vermeer; Nanny McPhee –Tata Matilda (2005); e il successo Mamma Mia! (2008), un musical basato sulle canzoni degli ABBA. Nell'adattamento del 2009 di Tom Ford del romanzo A Single Man di Christopher Isherwood, ha interpretato un professore gay che, dopo la morte del suo amante, mostra un aspetto stoico mentre contempla il suicidio. Il ruolo è valso a Firth la sua prima nomination all'Oscar. Ha ricevuto ulteriori consensi con il dramma storico Il discorso del re (2010), nel ruolo del principe Alberto (poi re Giorgio VI) di Gran Bretagna, che chiede l'aiuto di un eccentrico logopedista (interpretato da Geoffrey Rush) per superare una balbuzie debilitante.

Dopo aver interpretato un astuto uomo d'affari del Texas nel dramma di una piccola città Main Street (2010), Firth ha recitato nel ruolo di un agente dell'intelligence britannica sospettato di tradimento nell'adattamento cinematografico del 2011 del romanzo di John le Carré Tinker, La talpa. Nella commedia dark Il mondo di Arthur Newman (2012), ha interpretato il ruolo di un padre di famiglia scontento che finge la sua morte e intraprende un viaggio sotto falsa identità. Ha interpretato un ex prigioniero di guerra della Seconda Guerra Mondiale che va alla ricerca dell'interprete giapponese che lo ha torturato in Le due vie del destino -The Railway Man (2013), basato su un libro di memorie. Firth ha poi interpretato il marito di una donna (Nicole Kidman) che perde la memoria nel thriller Before I Go to Sleep (2014). Ha utilizzato la sua dizione rigida e la sua compostezza con effetti comici come spia nella parodia del thriller Kingsman: The Secret Service (2014).

Nel 2018 Firth ha ripreso il ruolo di Harry in Mamma Mia! Ci risiamo, ha interpretato il ruolo di un fedele amico di Oscar Wilde in Il principe felice e il ruolo di un marinaio dilettante in pericolo in The Mercy. Nello stesso anno ha assunto il ruolo di William Weatherall Wilkins, presidente della Fidelity Fiduciary Bank, in Mary Poppins Returns. Firth ha poi interpretato un generale britannico nel dramma sulla prima guerra mondiale 1917 (2019), diretto da Sam Mendes.

Circa la vita privata, nel 1997 Colin Firth si è sposato con la produttrice e regista italiana Livia Giuggioli, dalla quale ha avuto due figli. Parla fluentemente italiano. Nel 2017 ha ricevuto la cittadinanza italiana, dopo averla richiesta, essendo sposato da 20 anni con la Giuggioli. Nel dicembre del 2019 i due si sono però separati.

Alcide Boaretto, note biografiche

Alcide Boaretto nasce il 17 marzo 1946 a Padova, dove risiede. Ha alle spalle una lunga attività di consulente del lavoro, con un affermato studio nella sua città, ora condotto dal figlio Paolo. Con la passione, è riuscito a condurre una “vita parallela” da fotografo, con lavori a livello professionale.
Per il 16° compleanno gli regalano una Comet Bencini, la sua prima macchina fotografica. Sviluppava da solo, usando come bacinelle per gli acidi (sviluppo e fissaggio) i sottovasi per i fiori utilizzati dal padre giardiniere. Come ingranditore faceva uso di un proiettore per film a manovella, comperato usato da un rigattiere e legato a uno stativo rudimentale.
Nel 1967 uscì il primo numero di “Fotografare“ del mitico Cesco Ciapanna. Per Alcide fu una folgorazione. I primi risparmi gli permisero una Nikkormat Ftn e poi l’ambita Nikon F.

All’inizio, era il mondo dello spettacolo ad attirarlo, soprattutto la musica, che stava vivendo una svolta epocale e che gli restituiva energia quando si trovava a ridosso del palco. In un’occasione fortuita, conobbe, durante un concerto di Adriano Celentano, Cihan Akerson, un giovane studente turco che studiava a Padova il quale, per arrotondare, fungeva da corrispondente per l’Italia del Milliyet, il quotidiano numero uno in Turchia, e di Hey, un settimanale per giovani dello stesso gruppo editoriale. I due, si trovarono a collaborare assiduamente: uno scriveva e l’altro fotografava. In Turchia erano entrambi molto famosi. Ultimati gli studi, Akerson rientrò a Istanbul e fu nominato capo redattore e Alcide corrispondente italiano delle due testate per la sezione spettacoli. Aveva imparato a scrivere gli articoli, che dovevano essere brevi, quasi didascalici.
Parallelamente allo spettacolo, Alcide inizia a documentare la Formula 1, a Imola e Monza; grazie all’accredito dell’editore turco.

Una “vita parallela” però aveva bisogno di un supporto formativo. Per questo, Alcide frequenta corsi e workshop diretti da maestri e artisti, quali: Oliviero Toscani, Vittorio Storaro, Franco Fontana, Gianni Berengo Gardin, Giovanni Cozzi, Toni Thorimbert, René Burri, Maurizio Galimberti e altri. Con alcuni stringe anche dei rapporti d’amicizia.
Da diversi anni segue i due maggiori festival mondiali del cinema, Venezia e Cannes, dove cerca di mettere in atto un’impostazione propria, tra ritratto e reportage. E’ presente nei photo call e nei red carpet della Mostra del Cinema di Venezia dal 1994, del Festival di Cannes dal 2008 e della Festa del Cinema di Roma dal 2016.
www.alcideboaretto.it

Annie Leibovitz, note biografiche

Annie Leibovitz nasce il 2 ottobre 1949 a Waterbury, nel Connecticut. Era uno dei sei figli di Sam, un tenente dell’aviazione, e Marilyn Leibovitz, un’istruttrice di danza moderna. Ha viaggiato gli USA in lungo e in largo e forse, al finestrino della Station Vagon paterna ha sviluppato quella sensibilità fotografica che oggi conosciamo. Grande appassionata di Avedon, nel 1967 si iscrive al San Francisco Art Institute, dove ha sviluppato l’amore per la fotografia . Nel 1970 si presenta alla rivista rivista Rolling Stone. Impressionato dal suo portfolio, l’editore non esita ad assumerla. Nel giro di due anni, Annie ne ha 23, è capo fotografo. Nel 1975 la rivista le ha offerto l'opportunità di accompagnare la band dei Rolling Stones nel loro tour internazionale.

Nel 1983 la Leibovitz lascia Rolling Stone per la rivista Vanity Fair, dove diventerà autrice di molte copertine di personaggi celebri; ricordiamo, tra questi, Demi Moore in dolce attesa e Whoopi Goldberg semisommersa in una vasca da bagno piena di latte.
Durante la fine degli anni 1980, la Leibovitz ha iniziato a lavorare su una serie di campagne pubblicitarie di alto profilo. Tra queste quella per l’American Express "Abbonamento", per la quale ha ritratto celebrità del calibro di Tom Selleck e Luciano Pavarotti.
Annie è considerata una delle migliori fotografe americane, particolarmente per quanto attiene al ritratto. Nel 1999 ha pubblicato il libro Women, che è stata accompagnato da un saggio dell’amica Susan Sontag. Nella pubblicazione Leibovitz ha presentato una serie d’immagini femminili: dai Giudici della Corte Suprema, fino alle showgirl dello spettacolo.

Di Annie ricordiamo la fotografia dove John Lennon (completamente nudo) è avvinghiato a sua moglie Yoko Ono. Si tratta dell'ultimo ritratto dedicato all’ex Beatles. E’ L'8 dicembre 1981. Poche ore dopo la posa per questa fotografia, Lennon fece due passi fuori dalla sua residenza a New York. Lì è stato colpito a morte da Stalker Mark David Chapman.
Nel gennaio del 1981 (22 gennaio), l'immagine è apparsa sulla copertina della rivista Rolling Stone. Anni dopo la Leibovitz ha raccontato che quando Lennon ha visto il primo test Polaroid delle riprese, si era espresso così: "Hai catturato esattamente il nostro rapporto".

Anche Lavazza ha affidato un lavoro importante alla fotografa statunitense, la campagna pubblicitaria che il brand italiano del caffè ha lanciato, nel 2009, in 15 paesi. Si trattava di fotografare cinque top model italiane per il calendario The Italian Espresso Experience 2009. Eva Riccobono, Elettra Rossellini Wiedemann, Alessia Piovan, Gilda Sansone e Kate Ballo, sono diventate le protagoniste del viaggio paradossale che la fotografa americana ha intrapreso sfruttando i “luoghi comuni” dell’italianità: quelli che hanno reso famoso il Made in Italy in tutto il mondo. Annie ha mescolato, con ironia e classe, i luoghi famosi, la moda, i set cinematografici, le belle donne, gli spaghetti e le immancabili tazzine di caffè. La Leibovitz ha messo in scena la nostra Italia, ben consapevole che gli stessi italiani amano la teatralità, il divertimento e la bella vita.
Un’altra campagna famosa portata avanti da Annie è quella relativa alle fiabe Disney. La stessa doveva reclamizzare i parchi divertimenti. Lei ha usato la sua capacità di ritrarre le celebrità. Annie Leibovitz continua a essere richiesta come fotografa ritrattista, per ritrarre le celebrità di oggi.

Le fotografie

Colin Firth 2016. Ph. Alcide Boaretto
Colin Firth. Ph. Annie Leibovitz

Like what you see?

Hit the buttons below to follow us, you won't regret it...