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LA VOCE DELL’AMORE

Sono trascorsi ormai 20 anni dalla sua prematura scomparsa, avvenuta a soli 58 anni in un ospedale di Los Angeles il 4 luglio del 2003, ma ancora oggi ci sentiamo di confermare come Barry White possa essere considerato un gigante della black music, assieme a Marvin Gaye, James Brown e Michael Jackson. Del resto lui ha cavalcato con energia la stagione d’oro delle discoteche, quando i baby-boomer andavano a ballare dimenticando pop e rock.

La sua voce era profonda, calda, corposa, baritonale, ma dopo i primi insuccessi finì per non amare la ribalta. Preferiva stare dietro le quinte, fare il talent scout. Poi arrivarono I’m Gonna Love You Just a Little More, Baby e la vita musicale di Barry White cambiò direzione. Lui divenne la voce dell’amore.
Una precisazione doverosa: il suo brano più famoso, la suite strumentale Love's Theme, composta per la Love Unlimited Orchestra (fondata da White), ha aperto la strada alla disco music. E’ un merito che gli va riconosciuto.

Ascoltiamo spesso i brani di Barry White. Ci piacciono perché orchestrali, analogici, suonati. Gli archi sono ridondanti, precisi; mentre la batteria (e il suo rullante) segna il tempo al sogno che divine. Già, la musica di Barry White apre all’immaginazione per il respiro col quale è stata creata: un altro merito.

Barry White, note biografiche

Barry White è nato a Galveston, in Texas, il 12 settembre 1944. Lui e suo fratello minore, Darryl, sono cresciuti a Los Angeles (California), in un quartiere difficile. Era un musicista di talento fin dalla tenera età. Incideva musica quando aveva solo undici anni, suonando il pianoforte e da adolescente dirigeva il coro nella sua chiesa battista. Attratto dalla vita di strada, all'età di 16 anni trascorse sette mesi in un carcere minorile per aver rubato dei pneumatici. Un giorno, mentre scontava la pena, ascoltando Elvis Presley, percepì come la musica potesse offrire svolta alla sua vita. Non fu così per suo fratello, che non riuscì mai a separarsi dalla strada, tanto che morì anni dopo in una sparatoria a Los Angeles. Barry si considerò fortunato.

Da giovane, White cantava in un gruppo soul chiamato Upfronts e lavorava come cantautore, arrangiatore e produttore per una serie di altre band minori dell'epoca. All’inizio degli anni ’70 ha contribuito a lanciare un gruppo R&B femminile chiamato Love Unlimited, producendo il loro successo del 1972 "Walkin' in the Rain With the One I Love". Una delle musiciste, Glodean James, alla fine divenne la sua seconda moglie. White inizialmente era diffidente nell'esibirsi da solo, ma tornò comunque in studio. Il risultato fu I've Got So Much to Give del 1973 e il suo singolo di successo, "I'm Gonna Love You Just a Little More, Baby". Fondò anche la Love Unlimited Orchestra, il cui "Love's Theme" scalò le classifiche, inaugurando l'era della discoteca.
Seguirono altri LP e singoli di successo, tra cui "Can't Get Enough of Your Love, Babe" e "You're My First, My Last, My Everything". Erano ballate R&B riccamente orchestrate nelle quali White creava un mondo fantastico opulento e desiderabile. Il New York Times commentava così la sua musica: «Mentre gli archi suonavano accordi sospesi, le chitarre echeggiavano in lontananza e la batteria forniva un battito cardiaco ovattato, Mr. White parlava con il suo basso senza fondo e canticchiava i sentimenti rassicuranti delle sue canzoni d'amore». Uno scrittore della CNN disse: «Sebbene la voce profonda e fluida di White enfatizzasse i preliminari verbali di una scena amorosa, White ha sempre affermato che erano semplicemente inni a sua moglie, Glodean.

Dopo che la disco-music si estinse, anche la sua fama svanì per un certo periodo, ma era comunque una figura rispettata e fu scelta per produrre l’album di Marvin Gaye pochi giorni prima che l'ex star della Motown venisse ucciso nel 1984.

Uomo corpulento, White soffriva di pressione alta e la sua salute peggiorava. Nel 2002 fu costretto ad abbandonare un tour di concerti programmato e nel settembre dello stesso anno fu ricoverato in ospedale. Morì all'età di 58 anni per insufficienza renale il luglio successivo a Los Angeles. Divorziato dalla seconda moglie, è stato padre di sei figli dalle due unioni e patrigno di un figlio. Una figlia nacque poche settimane prima della sua morte dalla sua compagna Catherine Denton.
White preferiva la vita tranquilla. Gli piacevano i videogiochi, i suoi pesci e i cani. Restava a casa, trascorrendo il proprio tempo con i figli.

Il fotografo David Redfern

David Redfern (7 giugno 1936 – 22 ottobre 2014) è stato un fotografo inglese specializzato in musica. Ha lavorato come fotografo per 45 anni, collezionando oltre 10.000 fotografie, comprese quelle dei Beatles e di Jimi Hendrix. Nel 1999 ha pubblicato un libro sulla sua vita intitolato The Unclosed Eye.

Redfern è nato ad Ashbourne, nel Derbyshire, e ha iniziato la sua carriera fotografando festival jazz come il Beaulieu Jazz Festival a Beaulieu, Hampshire. Negli anni '60 frequentava regolarmente il Marquee Club e il Ronnie Scott's Jazz Club, dove fotografava Miles Davis ed Ella Fitzgerald. Hanno detto di lui: "È il Cartier-Bresson del jazz". Negli anni '60, Redfern ha fotografato lo show televisivo Ready Steady Go! e il tour nel Regno Unito di artisti del calibro di Stevie Wonder, Four Tops, Martha and the Vandellas, Smokey Robinson and the Miracles e Marvin Gaye. Redfern ha anche fotografato i Beatles durante la produzione del film Magical Mystery Tour nel 1967.
Nel 1980, Refern è diventato il fotografo ufficiale dei tour di Frank Sinatra, su richiesta dello stesso cantante. Redfern ha fondato un'agenzia fotografica che rappresentava il proprio lavoro e quello di oltre 400 fotografi specializzati in temi musicali. Redfern ha venduto la sua agenzia a Getty Images nel 2008. È stato presidente della BAPLA, la British Association of Libraries and Image Agencies, dal 1992 fino alla sua morte nel 2014.
Redfern è morto di cancro, all'età di 78 anni, nella sua casa di Uzès, in Francia.

Le fotografie

Barry White in concerto alla Royal Albert Hall di Londra, maggio 1975. Ph. David Redfern.

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