IL REVERENDO DELLA PELLICOLA
13 settembre 1898: il reverendo Hannibal Williston Goodwin acquisisce il brevetto per la pellicola fotografica e il processo di produzione della stessa. Ne abbiamo parlato nel 2020. Ci sorprende come non ve ne sia menzione nella “Storia della Fotografia” di Beaumont Newhall, mentre è possibile trovarne notizie nell’archivio di Ando Gilardi.
Parlare della pellicola significa, per molti, affondare nei ricordi, recenti peraltro. Utilizzarla significava affrontare un processo lungo e lento: aprire la scatola, montare il film nel retro della fotocamera; utilizzando poi il piccolo coperchio per inserirlo nella tasca posteriore (dove oggi c’è lo schermo digitale). A molti sarà capitato almeno una volta di non agganciare correttamente la dentatura: col conta-pose a 40 ci si accorgeva dell’errore.
Non vogliamo enfatizzare la pellicola e nemmeno idealizzarla: oggi il processo fotografico è migliore, in tutti i sensi. Manca forse la lentezza, quella giusta. Guardavamo gli scatti in trasparenza (e in piccolo), dopo avere atteso lo sviluppo, giudicandone la qualità. Quella tensione emotiva andrebbe cercata anche oggi, di fronte allo schermo del computer. Per il resto, accontentiamoci di trovare le bustine nei cassetti. Già, perché le fotografie stampate passavano di mano in mano; i negativi no.
Hannibal Williston Goodwin nacque il 21 aprile 1822 a Taughannock, New York. È cresciuto fino a diventare sacerdote presso la Chiesa episcopale della Casa di preghiera a Newark, nel New Jersey. Lui voleva cercare (e trovare) una sostanza trasparente e indistruttibile su cui poter collocare le immagini che usava durante i suoi insegnamenti biblici. Continuò ad apportare dei miglioramenti alle pellicole fotografiche (quelli che avrebbero sostituito le lastre di vetro) per restituire supporti trasparenti più adatti agli scopi fotografici, da utilizzare con le fotocamere a rullo.
A quel tempo, i fotografi, turisti o professionisti che fossero, erano costretti a utilizzare fotocamere con lastre di vetro grandi, pesanti e ingombranti; montate su un treppiede di grandi dimensioni. L’idea del reverendo Goodwin fu quella di utilizzare la nitrocellulosa come gelatina fotosensibile applicata su una base di pellicola flessibile, creando così un rotolo di pellicola.
Il 2 maggio 1887, Hannibal Goodwin fece domanda per un brevetto statunitense, che venne concesso il 13 settembre 1898. Nel frattempo, George Eastman aveva iniziato la produzione di pellicole in rotolo utilizzando un processo simile non brevettato.
Hannibal Goodwin si ritirò dalla chiesa e fondò la Goodwin Film and Camera Company.
Sfortunatamente, prima che la nuova società potesse iniziare la produzione cinematografica, Goodwin fu coinvolto in un incidente stradale. Morì a causa delle ferite riportate il 31 dicembre 1900.La società Ansco acquistò la società di Goodwin dai suoi eredi e fece causa a Eastman Kodak per violazione del brevetto.
Nel 1914, Ansco ricevette 5.000.000 di dollari dalla Eastman Kodak Company.
L’invenzione e il brevetto di Goodwin divennero cruciali per l’avvento del cinetoscopio di Thomas Edison e, infine, del cinema.
Circa le fotografie, ne abbiamo scelte una simbolica e un’altra più importante. Quest’ultima ritrae Irvin Penn mentre osserva un negativo; ne è l’autore Cecil Beaton. Una bella coppia.
Il fotografo Cecil Beaton
Cecil Beaton nasce il 14 gennaio 1904. S’interessa di fotografia sin dall’infanzia, spinto dalla sua bambinaia, che si dedica allo stesso hobby. Il suo primo soggetto sarà la sorella.
Già dagli esordi, l’ambito artistico di Beaton sarà indirizzato nei confronti del ritratto artistico, influenzato da maestri del calibro di Edward Steichen. Si concentrerà molto sugli sfondi delle sue immagini, ponendo l’accento non tanto sulla persona o sugli abiti, quanto sui valori estetici dell'atmosfera compositiva. Quest’attitudine gli aprirà le porte a una seconda attività: quella di scenografo e di costumista, che svilupperà appieno dal 1940 al 1970. Vincerà anche due Oscar: per “Gigi” e “My Fair Lady”.
Il successo gli arriva in seguito alla prima mostra fotografica, allestita a Londra nel 1926. Ne seguirà un contratto con la rivista «Vogue», per la quale continuerà a lavorare come fotografo di moda fino alla metà degli anni '50. Negli anni '30, a Hollywood, ritrae le dive dei cinema negli ambienti di sapore surreale, creati con quinte inutilizzate. Nel 1937 viene nominato fotografo di corte dalla famiglia reale e durante la seconda guerra mondiale lavora come fotografo di guerra per il Ministero dell'Informazione britannico.
Nel 1974 all'Imperial War Museum, si tiene una mostra delle sue fotografie di guerra. Nello stesso anno gli viene conferito il titolo di baronetto. A luglio, però, viene colpito da un ictus estremamente invalidante. Beaton reagisce, adatta gli apparecchi fotografici, continua per quanto possibile il suo lavoro.
Nel 1979, fotografa le collezioni autunno di Parigi per Vogue francese.
Beaton muore a Rossastro House, la sua casa in Broad Chalke in Wiltshire, il 18 gennaio 1980.
Le fotografie
Drink di pellicola
Cecil Beaton. Irving Penn visiona un negativo. Londra, 1950