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NEW YORK TIMES

18 settembre 1851, nasce uno dei più importanti giornali del mondo. Il giornalista e politico Henry Jarvis Raymond e l’ex-banchiere George Jones fondano a New York un giornale intitolato New York Daily Times, che dal 1857 assumerà definitivamente il nome di New York Times. Destinato a diventare uno dei più importanti giornali degli Stati Uniti e del mondo, utilizza una fitta rete di corrispondenti. Il più famoso è di stanza a Londra, si tratta di Carlo Marx che segue giorno per giorno il conflitto russo-turco inviando preziosi commenti sulla situazione politica in Europa e il Medio Oriente.
A oggi il New York Times ha vinto 98 premi Pulitzer, più di qualunque altra testata, il prestigioso riconoscimento assegnato ai giornalisti ed ai giornali che si sono distinti per serietà, equilibrio, indipendenza nel campo dell’informazione.

Il New York Times ha sempre avuto una sede molto prestigiosa: è stato, infatti, il primo giornale ad avere un edificio studiato appositamente per ospitarlo. Nel 1904 l’editore del Times, Adolph S. Ochs, spostò la sede del giornale a Longacre Square, poi riuscì a convincere il sindaco della città a modificare il nome alla piazza in Times Square, oggi uno dei luoghi più famosi della città. Il NYT cambiò sede nuovamente nel 1913 e si trasferì in quello che oggi è noto come One Times Square ed è famoso, perché alla mezzanotte del 31 dicembre, c’è una sfera che cade da una torre sul suo tetto per segnare il nuovo anno. Un altro importante trasferimento è avvenuto nel 2007, quando il giornale si è spostato sull’ 8° avenue in un grattacielo disegnato da Renzo Piano, celebre architetto italiano, il New York Times Building.

Per celebrare il celebre quotidiano, ci siamo concentrati sulla piazza, Times Square; rinunciando comunque al celebre bacio. Gli autori delle immagini sono importanti: Dennis Stock e Henri Cartier Bresson.

Dennis Stock, note biografiche

Dennis Stock nasce il 24 luglio 1928 a New York City. All'età di 17 anni, lasciò la casa per unirsi alla Marina degli Stati Uniti. Nel 1947 vinse il primo premio al concorso Life’s Young Photographers. Entra in Magnum nel 1951.
Stock è riuscito a evocare lo spirito dell'America attraverso i suoi ritratti iconici delle star di Hollywood, in particolare James Dean. Con quest’ultimo Stock riesce a ottenere degli scatti unici, fotografando l’attore emergente laddove si sentiva felice, mostrando così la vita e le origini ordinarie di un talento straordinario. L’ambientazione è la fattoria degli zii dell’attore, in Indiana; dove il papà lo spedisce alla morte della moglie, quando il futuro attore aveva nove anni. Lì Dean è se stesso più che altrove. Il tempo di abbracciare la nonna, gli zii e il cuginetto e già si cala negli indumenti conservati nella sua stanza: quelli adatti per guidare un trattore, stare in mezzo al fango, ai maiali e alle mucche. Nessun agente è lì per fornire suggerimenti e le fotografie passano alla Storia.
Dal 1957 al 1960 Stock ha ritratto i musicisti jazz, tra cui Louis Armstrong, Billie Holiday, Sidney Bechet, Gene Krupa e Duke Ellington (per il suo libro Jazz Street). Nel 1968 Stock ha preso un periodo di aspettativa da Magnum per creare Visual Objectives, una società di produzione cinematografica, e ha girato diversi documentari. Alla fine degli anni '60, ha documentato ii tentativi degli hippy della California di rimodellare la società secondo ideali di amore e cura.
Per tutti gli anni '70 e '80, ha lavorato su dei libri a colori, enfatizzando la bellezza della natura attraverso i dettagli del paesaggio. Negli anni '90 torna alle origini urbane, esplorando l'architettura moderna delle grandi città. Il suo lavoro successivo si è concentrato principalmente sull'astrazione dei fiori.
Stock ha lavorato anche come scrittore, regista e produttore per la televisione e il cinema. Le sue fotografie sono state acquisite dalla maggior parte delle principali collezioni museali. È stato presidente della divisione film e nuovi media di Magnum nel 1969 e nel 1970.

Dennis Stock ci lascia l’11 gennaio 2010.

Henri Cartier Bresson, note biografiche

Henri Cartier Bresson nasce a Chanteloup-en-Brie il 22 agosto 1908. E’ uno dei fotografi più importanti del ‘900, avendone intuito lo spirito. Per questo motivo è passato alla storia come “L’Occhio del Secolo”.
Con i suoi scatti è riuscito a cogliere la vera essenza della vita, mentre la sua esistenza è stata tutta dedicata a trasformare la fotografia in un mezzo di comunicazione moderno, influenzando intere generazioni di fotografi.
Ha documentato la Guerra Civile Spagnola, quella Cinese, l’Occupazione Nazista in Francia, la costruzione del muro di Berlino, i funerali di Gandhi. Fu l’unico fotografo occidentale al quale venne permesso di fotografare in Unione Sovietica ai tempi della Guerra Fredda.
Durante la II^ Guerra Mondiale, si arruolò nell’Esercito Francese. Fu fatto prigioniero per trentacinque mesi, riuscendo poi a fuggire al terzo tentativo. Si aggrega poi nelle file della Resistenza francese, documentando la liberazione di Parigi nel 1944.

Le fotografie di Henri Cartier Bresson e la sua vita sono strettamente legate. Non si possono osservare le sue opere, perché di capolavori si tratta, se non si conoscono alcuni eventi fondamentali della sua esistenza.
I due momenti più importanti accadono nel 1946, quando Henri Cartier Bresson viene a sapere che il MoMA di New York, credendolo morto in guerra, intende dedicargli una mostra “postuma” e quando si mette in contatto con i curatori, per chiarire la situazione, nasce una collaborazione che lo impegnerà per oltre un anno alla preparazione dell’esposizione, inaugurata nel 1947. Cartier-Bresson sceglie le fotografie che vorrebbe esporre. Seleziona e stampa circa 300 immagini, molte delle quali mai pubblicate prima e nel 1946 parte per New York con le stampe in una valigia. Al suo arrivo compra un grosso album, uno Scrap Book, appunto, dove incolla tutte le stampe prima di presentarle al MoMA. La mostra viene inaugurata il 4 febbraio 1947.
Nello stesso anno, inoltre, nella caffetteria del MoMA, fonda la famosa agenzia Magnum Photos, insieme a Robert Capa, George Rodger, David (Chim) Seymour e William Vandivert.

Bresson incontra la fotografia nel 1931, quando sfogliando una rivista vide una foto di Martin Munkacsi e ne rimase affascinato. L’anno dopo acquista la sua prima macchina fotografica Leica e inizia a viaggiare per l’Europa scattando fotografie.
Le sue immagini iniziano a comparire sulle riviste e vengono anche esposte, ma la sua creatività incontra anche il mondo del cinema e nel 1936 lavora come assistente alla regia di Jean Renoir (assieme a Luchino Visconti) per i film “La scampagnata” e ” La vita è nostra”. Inoltre, diventa lui stesso regista per due documentari sugli ospedali nella Spagna repubblicana e sulla vita dei soldati americani durante la guerra civile spagnola.
Quando inizia a scattare, quindi, Henri Cartier-Bresson ha appena 24 anni ed è ancora alla ricerca del suo futuro professionale. È incerto e tentato da molte strade: dalla pittura, dal cinema. ”Per quanto riguarda la fotografia, non ci capisco nulla” affermava.
Non capire nulla di fotografia significa, tra l’altro, non sviluppare personalmente i propri scatti: è un lavoro che lascia agli specialisti del settore. Non vuole apportare alcun miglioramento al negativo, non vuole rivedere le inquadrature, perché lo scatto deve essere giudicato secondo quanto fatto nel “qui” e “ora”, nella risposta immediata del soggetto.

Cogliere il momento perfetto è tutto nelle foto di Bresson, che ha descritto lo stile dell’immediatezza nel suo libro Images à la Sauvette, pubblicato nel 1952.
Henri Cartier Bresson non metteva in posa i protagonisti dei suoi ritratti ma li fotografava nei momenti più inaspettati per cogliere la loro naturalezza.
Images à la Sauvette si traduce approssimativamente come "immagini in fuga" o "immagini rubate". Il titolo inglese del libro, The Decisive Moment, fu scelto dall'editore. Nella sua prefazione al libro di 126 fotografie di tutto il mondo, Cartier-Bresson cita il Cardinale de Retz del XVII secolo che disse: - "Non c'è niente in questo mondo che non abbia un momento decisivo”.

Henri Cartier Bresson ci lascia il 3 agosto 2004

(Da Image Mag n° 6 2018)

Le fotografie

Dennis Stock, James Dean sotto la pioggia. Times Square New York 1955.
Henri Cartier Bresson, Vigilia di Capodanno, Times Square 1959

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