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INIZIA LA STORIA DELLA RADIO IN ITALIA

Con un giorno di ritardo, celebriamo una data importante. 6 ottobre 1924: comincia la storia della radio in Italia. La voce della violinista Ines Donarelli, alle 21:00, annuncia l'inizio delle trasmissioni con l'esecuzione del concerto inaugurale. Ecco cosa disse: «Uri, Unione Radiofonica Italiana. 1-RO: stazione di Roma. Lunghezza d’onda metri 425. A tutti coloro che sono in ascolto il nostro saluto e il nostro buonasera. Sono le ore 21 del 6 ottobre 1924. Trasmettiamo il concerto d’inaugurazione della prima stazione radiofonica italiana, per il servizio delle radio audizioni circolari, il quartetto composto da Ines Viviani Donarelli, che vi sta parlando, Alberto Magalotti, Amedeo Fortunati e Alessandro Cicognani, eseguirà Haydn dal quartetto opera 7 primo e secondo tempo».
Il Presidente dell’URI era l’ing. Enrico Marchesi (già direttore centrale della FIAT). In quel periodo esisteva una sola stazione radiofonica e trasmetteva dal quartiere Parioli. Qualche anno più tardi avrebbero aperto anche le sedi di Milano, Torino e Napoli.

La radio iniziava a entrare nelle case, con notizie, musica e intrattenimento. Chi non si è emozionato almeno una volta ascoltando la radio? Chi non ha trovato la sua canzone preferita? Chi non ha alzato il volume per ascoltare le parole di cronisti, giornalisti e deejay?
Chi scrive, ancora oggi accende ogni tanto la radio, e non solo in automobile. Ricorda con nostalgia quando i nonni ascoltavano le opere liriche il giovedì sera. Poi sono arrivati i tempi di Supersonic, trasmissione musicale, a target giovanile, che andò in onda su Rai 2 dal 4 luglio 1971 al 16 dicembre 1977, tutti i giorni, proponendo dischi di recente pubblicazione.

La radio col tempo diventò piccola, trasportabile. Ai giardini pubblici, la domenica pomeriggio, echeggiavano i risultati del campionato di calcio: solo dai secondi tempi, però; prima non si sapeva nulla.
Cambiano le tecnologie, ma la radio è ancora viva. L’automobile gli ha dato un grande aiuto, ma ormai vive anche in TV. Belli i tempi durante i quali la sue voce, d’estate, usciva dalle finestre aperte. Le cose cambiano.

Le fotografie

Non abbiamo trovato fotografie d’autore, italiane, che riportassero la radio come facente parte del contenuto, così ci siamo rivolti a un illustratore famoso: Walter Molino. Per una volta ci prendiamo una pausa e non guasta. Spesso la fotografia va contaminata.

Walter Molino, note biografiche

Walter Molino è stato un fumettista e illustratore italiano, noto per i suoi sensazionali dipinti di copertina per la Domenica del Corriere. Le sue illustrazioni per il settimanale femminile Grand Hotel resero popolare il genere dei "cineromanzi", in cui i personaggi principali dei racconti illustrati erano basati su famose star del cinema.
Molino è nato il 5 novembre 1915 a Reggio Emilia. Ha ereditato la passione per la pittura da suo padre. All'età di 15 anni la famiglia si trasferisce a Milano, dove Walter si iscrive al Liceo Classico Berchet.

Il carico di lavoro di Walter Molino si amplia rapidamente e nella seconda metà degli anni '30 si dedica anche a pubblicità, illustrazioni e vignette satiriche. La messa al bando dei fumetti americani da parte di Mussolini (eccetto “Topolino”) nel 1938 significò ancora più opportunità per gli autori nazionali.

Nel 1941 Molino divenne disegnatore della copertina della Domenica del Corriere, la rivista domenicale del quotidiano milanese Corriere della Sera. Fin dalla sua nascita nel 1899, la Dominica ha raccontato le gioie e le tragedie della popolazione italiana, enfatizzando particolarmente le ultime. Molino è stato illustratore di copertine per 25 anni. Basandosi su fatti di cronaca reali, le sue rappresentazioni della vita quotidiana si svolgono proprio prima che le cose vadano terribilmente storte: persone che cadono dalle finestre prima dell’impatto, raccapriccianti incidenti stradali che ancora devono accadere del tutto.

Sempre nel 1941 Molino è presente sul Corriere dei Piccoli, supplemento per ragazzi del Corriere della Sera. Walter Molino lasciò la Domenica del Corriere nel 1966.

Nel dopoguerra Walter Molino rinnova la collaborazione con i fratelli Del Duca, che stanno per lanciare il nuovissimo settimanale femminile Grand Hotel (1946). Molino ha contribuito con molte copertine romantiche a mezzi toni, nonché storie illustrate melodrammatiche ("cineromanzi") in inchiostro acquerellato, con protagoniste famose star del grande schermo. Famosi disegni di copertina di Walter Molino trattavano della nascita della televisione (1954), della morte del campione di ciclismo Fausto Coppi (1960) e dei russi nello spazio (1965). Grand Hotel fu inizialmente pesantemente condannato dalla Chiesa cattolica per i suoi contenuti moralmente corrotti, ma fino ad oggi rimane una delle riviste di notizie più popolari in Italia.

Negli anni '60 e '70 Molino realizza caricature per la rubrica "Così li vede WM" delle riviste Intrepido e Il Monello. Per quest'opera venne premiato al Festival Internazionale dell'Umorismo di Bordighera del 1960. La sua raccolta di caricature '60 Caricature dal Video' vinse la Palma d'Oro all'edizione del 1967 dello stesso festival. La casa editrice torinese Lo Scarabeo ha pubblicato nel 2004 un'altra raccolta di caricature: 'Quando la tv era in bianco e nero'.

L'illustratore veterano ha dedicato i suoi ultimi anni alla pittura, esponendo il suo lavoro in tutta Europa. Uno dei suoi dipinti più noti è stata l'incisione su cera "Pulcinella, Arlecchino e Colombella" (1986). Nel 1995 la galleria milanese Agrifoglio ha organizzato una mostra panoramica della carriera dal titolo "Walter Molino tra cronaca e arte". Due anni dopo, Walter Molino morì a Milano, l’8 dicembre, all'età di 82 anni.

Le fotografie

Anni ’50, la famiglia seduta davanti alla radio.
Una pubblicità disegnata da Walter Molino

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