UN ISTRIONE DEL CINEMA
Ci ha terrorizzato nel film La Mosca, conquistati con Il Grande Freddo (un capolavoro di Lawrence Kasdan, 1983) e divertiti in altri film. Lui è Jeff Goldblum, capace di giocare col cinema, diventando così irresistibile e suadente, affascinante per dirla tutta.
Noi lo ricordiamo in un film minore, piatto e forse insignificante. Si tratta di “Tutto in una notte”, di John Landis, dove lui emerge ugualmente pur con i silenzi e le indecisioni di un personaggio in difficoltà esistenziale.
L'ingegnere di Los Angeles Ed Okin (Jeff Goldblum) conduce una vita depressa e insoddisfacente. Non ama il proprio lavoro, soffre d’insonnia e come se non bastasse scopre la moglie a letto con un altro. Tutto cambia però quando casualmente salva in aeroporto la bella Diana (Michelle Pfeiffer), contrabbandiera di diamanti inseguita da quattro killer iraniani. La vita di Ed imboccherà un nuovo corso, con un finale inaspettato e desiderato da noi che guardavamo.
La pellicola scorre in lentezza, senza incollare alla poltrona, nonostante le vicende della trama. Giganteggia, nella colonna sonora, “Into the night” di BB King (che peraltro compare come cameo nelle vesti di un benzinaio). Jeff, come dicevamo, da istrione quale è firma un interpretazione efficace, convincente, necessaria alla parte, in un film che di certo non può essere considerato un capolavoro.
Jeff Goldblum, note biografiche
Jeffrey Lynn Goldblum è nato il 22 ottobre 1952 a Pittsburgh, in Pennsylvania. Sapeva fin da giovane che avrebbe voluto dedicarsi alla recitazione, ma inizialmente ha tenuto segreta la sua passione a famiglia e amici. Durante la sua adolescenza ha avuto la possibilità di dedicarsi al teatro durante le sessioni estive alla Carnegie Mellon University e, all'età di 17 anni, si è recato a New York City, studiando con Sanford Meisner, un docente tra i più stimati in USA.
Goldblum si è esibito in produzioni teatrali prima di passare al cinema, ottenendo piccole parti negli anni '70 in film come Il giustiziere della notte (1974), California Poker (1974), Nashville (1975) e Io e Annie (1977). Ha continuato il suo lavoro in altri progetti sul grande schermo come La leggenda di Sleepy Hollow e la serie TV poliziesca Premiata agenzia Whitney, entrambi del 1980. In seguito ha recitato nel ruolo di uno squallido giornalista nell'acclamato film drammatico del 1983 Il grande freddo con Glenn Close, William Hurt e Meg Tilly.
Goldblum è poi comparso, da protagonista, in due dei più grandi successi degli anni '90. Ha interpretato lo scienziato Ian Malcolm in Jurassic Park (1993), di Steven Spielberg, poi ripreso nel 1997 (Jurassic Park Il mondo perduto). Nel 1996, Goldblum è apparso come salvatore del mondo nel film Independence Day, con Will Smith (ruolo poi ripreso nel sequel del 2016 Independence Day: Resurgence).
Nel terzo millennio, Goldblum ha recitato insieme a Susan Sarandon nella cinica commedia Igby Goes Down (2002), interpretando poi un oceanografo in Le avventure acquatiche di Steve Zissou (2004). Altri film degli anni 2000 includono Fay Grim (2007), Due cuori e una provetta (2010) e Il buongiorno del mattino (2010).
Nel 2017, Goldblum si è trasferito nell'universo cinematografico Marvel Comics, interpretando Thor: Ragnorak. L'anno successivo, ha ripreso il ruolo del dottor Ian Malcolm di Jurassic Park per l'ultimo capitolo della serie.
Alla fine del 2019, Goldblum ha intrapreso una nuova avventura con Disney+ per lanciare Il mondo secondo Jeff Goldblum. La serie di documentari vede l'attore in tournée per far conoscere argomenti che l’abbiano affascinato nella la sua vita: dal processo di creazione di scarpe da ginnastica all'esplorazione della comunità dei tatuaggi, mettendo in mostra il suo eccentrico senso dell'umorismo.
Goldblum ha sposato la ginnasta ritmica olimpica di origine canadese Emilie Livingston, 30 anni più giovane di lui, nel 2014. Hanno due figli: Charlie Ocean (nato nel 2015) e River Joe (nato nel 2017).
Goldblum insegna recitazione alla Playhouse West di Los Angeles, che ha co-fondato all'inizio degli anni '80; ed è un noto pianista jazz, essendosi esibito come artista solista e con la Mildred Snitzer Orchestra.
Annie Leibovitz, note biografiche
Annie Leibovitz nasce il 2 ottobre 1949 a Waterbury, nel Connecticut. Era uno dei sei figli di Sam, un tenente dell’aviazione, e Marilyn Leibovitz, un’istruttrice di danza moderna. Ha viaggiato gli USA in lungo e in largo e forse, al finestrino della Station Vagon paterna ha sviluppato quella sensibilità fotografica che oggi conosciamo. Grande appassionata di Avedon, nel 1967 si iscrive al San Francisco Art Institute, dove ha sviluppato l’amore per la fotografia .
Nel 1970 si presenta alla rivista rivista Rolling Stone. Impressionato dal suo portfolio, l’editore non esita ad assumerla. Nel giro di due anni, Annie ne ha 23, è capo fotografo. Nel 1975 la rivista le ha offerto l'opportunità di accompagnare la band dei Rolling Stones nel loro tour internazionale.
Nel 1983 la Leibovitz lascia Rolling Stone per la rivista Vanity Fair, dove diventerà autrice di molte copertine di personaggi celebri; ricordiamo, tra questi, Demi Moore in dolce attesa e Whoopi Goldberg semisommersa in una vasca da bagno piena di latte.
Durante la fine degli anni 1980, la Leibovitz ha iniziato a lavorare su una serie di campagne pubblicitarie di alto profilo. Tra queste quella per l’American Express "Abbonamento", per la quale ha ritratto celebrità del calibro di Tom Selleck e Luciano Pavarotti.br
Annie è considerata una delle migliori fotografe americane, particolarmente per quanto attiene al ritratto. Nel 1999 ha pubblicato il libro Women, che è stata accompagnato da un saggio dell’amica Susan Sontag. Nella pubblicazione Leibovitz ha presentato una serie d’immagini femminili: dai Giudici della Corte Suprema, fino alle showgirl dello spettacolo.
Di Annie ricordiamo la fotografia dove John Lennon (completamente nudo) è avvinghiato a sua moglie Yoko Ono. Si tratta dell'ultimo ritratto dedicato all’ex Beatles. E’ L'8 dicembre 1981. Poche ore dopo la posa per questa fotografia, Lennon fece due passi fuori dalla sua residenza a New York. Lì è stato colpito a morte da Stalker Mark David Chapman.
Nel gennaio del 1981 (22 gennaio), l'immagine è apparsa sulla copertina della rivista Rolling Stone. Anni dopo la Leibovitz ha raccontato che quando Lennon ha visto il primo test Polaroid delle riprese, si era espresso così: "Hai catturato esattamente il nostro rapporto".
L’azienda Lavazza ha affidato un lavoro importante alla fotografa statunitense, la campagna pubblicitaria che il brand italiano del caffè ha lanciato, nel 2009, in 15 paesi. Si trattava di fotografare cinque top model italiane per il calendario The Italian Espresso Experience 2009.
Eva Riccobono, Elettra Rossellini Wiedemann, Alessia Piovan, Gilda Sansone e Kate Ballo, sono diventate le protagoniste del viaggio paradossale che la fotografa americana ha intrapreso sfruttando i “luoghi comuni” dell’italianità: quelli che hanno reso famoso il Made in Italy in tutto il mondo. Annie ha mescolato, con ironia e classe, i luoghi famosi, la moda, i set cinematografici, le belle donne, gli spaghetti e le immancabili tazzine di caffè. La Leibovitz ha messo in scena la nostra Italia, ben consapevole che gli stessi italiani amano la teatralità, il divertimento e la bella vita.
Un’altra campagna famosa portata avanti da Annie è quella relativa alle fiabe Disney. La stessa doveva reclamizzare i parchi divertimenti. Lei ha usato la sua capacità di ritrarre le celebrità.
Annie Leibovitz continua a essere richiesta come fotografa ritrattista, per ritrarre le celebrità di oggi.
Il fotografo Daniele Venturelli, per molti, per tutti
Incontriamo Daniele Venturelli al telefono, come molti anni prima. I tempi sono cambiati, ma lo scatto degli eventi aveva già preso una direzione precisa: in quantità e qualità. Ritroviamo un Daniele maturo, deciso, preparato e cosciente della sua missione. Deve documentare tutto e meglio, velocemente, senza indugi o preferenze. La sua attività si compone di tanti istanti decisivi, che non possono (né devono) essere vissuti emotivamente. E’ vera fotografia? Crediamo di sì, forse anche di più: perché c’è chi scatta e colui che guarda, diventato peraltro maggiormente esigente. Troppe sono, oggi, le fonti d’informazione e la fotografia ha dovuto adeguarsi, prontamente. Diciamo che è cambiato il mondo, la vita, il senso di appartenenza. Decine di occhi ci guardano e fili sottilissimi si scambiano i numeri del nostro esistere. Meglio avere un avamposto, un delegato che sappia osservare per noi, al posto e nel momento giusto. Daniele è un po’ questo: scatta per tutti coloro che guarderanno, al di là dei gusti, con l’intento di non tralasciare nulla.
Viaggia molto, Daniele: nelle capitali delle celebrità. Lo muove un’energia atavica, dirompente, fortemente motivata. Si fermerà un giorno? Forse, chissà. Probabilmente, quel giorno, ripenserà a quel bambino che diceva alla madre: “Voglio fare il fotografo”. Ricorderà gli scatti, i momenti, gli eventi e le curiosità, convinto di avercela fatta: per molti, per tutti.
Il fotografo Daniele Venturelli, note biografiche
Daniele Venturelli, fotografo autodidatta, nasce nel 1967 a Reggio Emilia, e mostra, fin da bambino, interesse e acuta curiosità verso “l’oggetto fotocamera” e lo sviluppo in camera oscura che ha modo di sperimentare, fin dai sette anni di età, presso la camera oscura “pubblica” del centro culturale della sua città.
Ha iniziato a fotografare da autodidatta scoprendo subito la sua passione per il ritratto in bianco e nero e poi verso la fotografia sportiva. Si è sempre aggiornato nella tecnica e nella conoscenza delle attrezzature, ottiche e fotocamere. Nel suo percorso di ricerca ha sperimentato prima la pellicola in bianco e nero per arrivare tra i primi in Italia al digitale. Dopo una prima fase professionale che lo vedeva impegnato nell’immortalare le sfide sportive nazionali ed internazionali della Formula uno, dello sci, calcio, ciclismo ed equitazione, si è poi specializzato nella ritrattistica e nella fotografia editoriale dei grandi eventi culturali internazionali. Ha lavorato a stretto contatto con gradi personalità di fame internazionale, uno fra tutti, il Maestro Luciano Pavarotti, che ha seguito in concerti, tour e percorsi privati e professionali. Venturelli lavora curando direttamente ogni dettaglio: relazione con la committenza, composizione, luce, e mantiene personale contatto con le personalità da ritrarre, elementi peculiari che lo rendono unico non solo nello stile ma soprattutto nel processo creativo e nella dinamica di relazione e creazione.
Ogni scatto è una vera e propria sfida creativa, contro il tempo di messa in rete degli scatti e della successiva pubblicazione.
La fotografia è diventata parte integrante della sua vita che lo porta a viaggi e trasferte lavorative continue in ogni parte del mondo, ma alle sfide professionali alterna anche passioni personali sportive che lo appassionano, prima il nuoto ed ora il ciclismo.
Numerose sono le pubblicazioni sulle pagine e sulle cover di prestigiosi Magazine nazionali ed internazionali. Sempre presente nei più importanti e prestigiosi eventi nazionali ed internazionali della moda, dello spettacolo, della cultura, dell’arte e dello sport.
Dal 2002 collabora con la prestigiosa agenzia fotografica Getty Image, portando attraverso la loro distribuzione capillare e internazionale, i suoi scatti a pubblicazioni in tutto il mondo.
Grazie al suo curriculum e alla qualità del suo lavoro i suoi scatti sono molto ricercati e apprezzati.
Le fotografie
Jeff Goldblum guarda da una finestra, una fotografia di Annie Leibovitz
Jeff Goldblum sfila sulla passerella Prada a Milano. Milano Fashion Week Uomo 2022 (fotografia di Daniele Venturelli).