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PIETRO TEMPESTINI, TRA LIGURIA E TOSCANA

Pietro Tempestini è un fotografo nato a Roma il 24 ottobre 1843, attivo tra gli anni Ottanta dell'Ottocento e il secondo decennio del XX secolo. Ha svolto la sua attività in Liguria e Toscana dai suoi studi e da quelli di fotografi associati, i cui indirizzi sono riportati sul supporto cartonato delle sue fotografie: La Spezia (Corso Garibaldi, Angolo Corso Cavour, piano terreno), Viareggio (via della Pineta, n° 93 bis), Pontedera (piazza delle Merci 16), ma anche Roma (piazza della Molara 55). È stato persino un autore itinerante. Seguiva i propri clienti che desideravano i ritratti fotografici nei loro luoghi di vacanza, secondo il costume nato a partire dalla seconda metà dell'Ottocento. Ha lavorato molto in particolare presso la località termale di Montecatini Terme.

Le sue opere più note sono i ritratti fotografici del compositore melodrammatico Giuseppe Verdi: da solo, in compagnia di uno dei suoi interpreti, come Francesco Tamagno, o attorno al tavolo della locanda maggiore con le sue amiche cantanti Teresa Stolz e Giuseppina Pasqua, il dottor Pietro Grocco, il direttore Leopoldo Mugnone, l’editore Giulio Ricordi e il compositore Arrigo Boito; o durante un incontro con il direttore del coro della Cappella Sistina Domenico Mustafà al Tettuccio, durante i soggiorni del musicista a Montecatini Terme.

Nel 2016 il Comune della Spezia ha organizza una retrospettiva dell'opera di Pietro Tempestini presso nelle sale della Palazzina delle Arti “Lucio R. Rosaia”.

L’artista Pietro Tempestini fa parte di quella generazione di fotografi che partecipano all’evoluzione e alla conseguente divulgazione della tecnica fotografica nella seconda metà dell’Ottocento. La sua esperienza attraversa il periodo di passaggio tra l’età del collodio e l’età della gelatina – bromuro d’argento che apre la strada alla produzione di lastre ed emulsioni veloci su scala industriale, segnando il tramonto definitivo della figura del fotografo artigiano degli albori. Percorrendo le tappe del progresso fotografico Tempestini contribuisce a costituire il nerbo della professione, soprattutto quando la fotografia di ritratto si pone al centro dell’interesse generale oltre che del mercato, affermandosi come “fatto” d’interesse sociale e di costume. Dinamico, di certo intraprendente, organizzato professionalmente conduce una vita forgiata dall’impegno quotidiano e dà un carattere moderno e imprenditoriale all’attività, investendo contemporaneamente in più luoghi, avviando nel giro di pochi anni numerosi studi, distribuiti nell’alta Toscana fino a sconfinare alla Spezia, dove opererà per 30 anni a cavallo tra i due secoli.
(Fonte: Città Della Spezia, quotidiano on line)

Nel 1907 partecipa all’Esposizione di Madrid dove viene insignito di una medaglia d’oro, riconoscimento che si aggiunge all’onorificenza Reale e alla menzione che lo consacra fotografo particolare del maestro Verdi. Notevole resta il repertorio relativo alle commemorazioni verdiane del 1903 agli stabilimenti termali di Montecatini: un insieme di ritratti ripresi all’aperto, appartenenti all’Archivio Ricordi.

Nel 1917 lascia La Spezia. Stabile a Montecatini dal 9 gennaio, si spegne il 22 aprile di quello stesso anno nella casa-studio di via Torretta, circondato dagli affetti familiari. Tempestini, come i migliori fotografi del suo tempo, praticava il ritocco dei negativi e positivi, procedimento che rispondeva alle esigenze estetiche della clientela borghese.

La pittrice veneziana Bice Lombardini s’ispirò probabilmente alle fotografie di Tempestini per realizzare il ritratto di Giuseppe Verdi conservato nel Museo degli Strumenti del Conservatorio di Torino.

Le fotografie

Eden Lido, Pietro Tempestini
Pietro Tempestini, Giuseppe Verdi con parasole a Montecatini Terme

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