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IL PRINCIPE DI SALINA

Per parlare di Burt Lancaster non possiamo dimenticare il suo ruolo nel film “Il Gattopardo”, quello di Don Fabrizio Corbera, principe di Salina. La pellicola (1963), tratta dall'omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, era diretta da Luchino Visconti (1963). Ne abbiamo parlato con Giovanni Gastel, nipote del regista. Ci ha detto: «La pellicola è stata girata in presa diretta, per cui ogni attore parlava la sua lingua». «Negli USA la versione doppiata non fu accolta benevolmente. Andò meglio l’originale. Claudia Cardinale fu costretta a parlare lingue differenti a seconda degli attori. Fu difficile la scelta di Burt Lancaster, abituato com’era ad altri generi; poi l’attore disse che incarnare il principe risultò abbastanza semplice, perché bastava seguire le indicazioni di Luchino».
Il fotografo ha aggiunto: «I costi del film aumentavano in continuazione e la Titanus ebbe delle difficoltà economiche. Famosa, nel film, è la scena del ballo, che in molti volevano fosse tagliata. A opporsi è stato Palmiro Togliatti, che Luchino aveva conosciuto durante la prigionia. Luchino era vicino alla sinistra e anche ai temi sociali, quelli che volgevano al cambiamento». Il film vinse la Palma d'oro come miglior film al 16º Festival di Cannes.

Lancaster univa la fisicità al talento recitativo, il che gli ha permesso di sedurre il proprio pubblico. In Da qui all'eternità (1953), l’attore e Deborah Kerr hanno creato una delle scene più iconiche nella storia del cinema con la loro scena d'amore sulla spiaggia: estetica e qualità interpretative emersero insieme.

Burt Lancaster, note biografiche

Burt Lancaster è nato il 2 novembre 1913, New York. Uno dei cinque figli di un impiegato delle poste della città, viste le qualità atletiche, all'età di 19 anni si unì al circo, esibendosi in uno spettacolo acrobatico con il partner Nick Cravat, un amico di sempre che sarebbe diventato co-protagonista in molti suoi film.
Lancaster prestò servizio nell'esercito degli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale. A fune conflitto, ottenne il suo primo lavoro come attore professionista nella commedia di Broadway A Sound of Hunting (1945). La performance di Lancaster fu notata da un talent scout che portò l'attore a Hollywood. Il suo film d'esordio, Furia nel deserto (1947), è stato ritardato nell’uscita; si è poi imposto all'attenzione del pubblico in classico del noir, I gangster (1946). In quel ruolo, Lancaster ha stabilito una dualità nel suo personaggio: robusto nel fisico, ma anche un attore capace.

Nel 1948 l’attore ha co-fondato la Hecht-Hill-Lancaster, una delle prime società di produzione di proprietà di una star. Anche se i film che Lancaster realizzò per la Hecht-Hill-Lancaster non furono i più riusciti, l’impresa fu importante per stabilire la reputazione di Lancaster come attore versatile.

Lancaster è apparso in numerosi film di qualità nel corso della sua carriera, in particolare durante i suoi primi due decenni come star del cinema. Il suo potere di attrazione aumentò costantemente durante la fine degli anni Quaranta e l'inizio degli anni Cinquanta grazie alle sue interpretazioni in film come Le vie della città (1948; il primo di sette film nei quali recitò insieme al suo amico Kirk Douglas), Erano tutti miei figli (1948), l terrore corre sul filo (1948), Doppio gioco (1949), La leggenda dell'arciere di fuoco (1950), Pelle di rame (1951), l corsaro dell'isola verde (1952) e Torna, piccola Sheba (1952).
Ha ottenuto la sua prima nomination all'Oscar per Da qui all'eternità (1953), il film nel quale Lancaster e Deborah Kerr hanno creato una delle immagini più iiconiche della storia del cinema con la loro scena d'amore sulla spiaggia.
Il successo di Lancaster continuò per tutti gli anni '50, con film importanti come L'ultimo Apache (1954), La rosa tatuata (1955), Trapezio (1956), Il mago della pioggia (1956), Sfida all'O.K. Corral (1957), Piombo rovente (1957), Mare caldo (1958) e Tavole separate (1958).

Gli altri film di spicco di Lancaster degli anni '60 includono Il Gattopardo (1963) di Luchino Visconti; e due film per Frankenheimer, Sette giorni a maggio (1964) e Il treno (1964); I professionisti (1966); e il cult Un uomo a nudo (1968).

Sebbene il suo primo film degli anni '70 sia stato il film epico e catastrofico Airport (1970), Lancaster è apparso in pochi film degni di nota durante quel decennio. La sua interpretazione da non protagonista in 1900 (1976) di Bernardo Bertolucci fu ben accolta, ma solo nel 1980 Lancaster fece rivivere la sua carriera con una performance nominata all'Oscar nei panni di un vecchio allibratore di poco conto in Atlantic City del regista Louis Malle. Seguirono altri ruoli memorabili, tra cui la svolta nei panni di un sognante miliardario petrolifero del Texas nella commedia Local Hero (1983), una piacevole riunione con Kirk Douglas in Due tipi incorregibili (1986) e la sua commovente interpretazione di un anziano medico che rimpiange ancora la sua occasione mancata nel baseball professionistico nel popolarissimo L’uomo dei sogni (1989).

Ricordiamo che nel 1974 Lancaster era tornato in Italia per lavorare ancora con Visconti in Gruppo di famiglia in un interno, e successivamente con Gianfranco De Bosio per il kolossal televisivo Mosè.

Burt Lancaster muore il 20 ottobre 1994, a Los Angeles.

Carlo Riccardi, riflessioni

E’ necessario conoscere Carlo Riccardi, per il suo lavoro, l’impegno, la passione profusa quotidianamente nella sua attività. Il patrimonio fotografico che ha lasciato conta oltre tre milioni di negativi.

Si dice che il termine “paparazzo” lo si deva a lui, ma la sua fotografia si allargava in molti ambiti: ritratti di divi e personaggi del mondo politico, eventi come il Festival di Sanremo, la elezione dei Papi (Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, e Francesco), sessioni fotografiche con i Presidenti della Repubblica, da De Nicola a Mattarella. Parallelamente alla fotografia, coltivava anche la pittura, passione giovanile; il che gli ha concesso una certa notorietà, paritetica a quella legata all’arte dello scatto.

Ennio Flaiano era suo amico, così come lo divenne Federico Fellini; li ha fotografati tutti, Carlo Riccardi, che ritrasse anche Rossellini, Visconti, Vittorio De Sica, Giulietta Masina, Anna Magnani, Sophia Loren, Carlo Ponti, Gina Lollobrigida, Alberto Sordi, Marcello Mastroianni, Totò, De Filippo, Sean Connery, Sylva Koscina, Virna Lisi, Nino Manfredi, un giovane Bernardo Bertolucci, e Adriana Asti, Claudia Cardinale, Alain Delon, Belmondo, Alida Valli, Anita Ekberg e un archivio enorme di altri personaggi.

Carlo Riccardi, note di vita

Carlo Riccardi, nasce a Olevano Romano il 3 ottobre 1926. Terzo di otto figli, si trasferisce nel 1932 con la famiglia a Roma, dove inizia a formarsi nel campo fotografico: negli anni ’40 fu foto ritoccatore quando ancora non esisteva photoshop, ma tutto si faceva a mano, con aniline, colori, bianchetto e pennini.
Il pittore Saro Mirabella gli fece frequentare il suo studio ed è in quell’ambiente che iniziò a fotografare; e lui divenne bravo.
Nel '44 segue le truppe americane a Napoli nel ’45 torna a Roma e inizia a vendere i ritratti dei militari americani nella Capitale; e fotografava e sistemava, pure ritoccando a mano, gli scatti alle opere di molti artisti; alcuni divennero suoi amici: Giorgio De Chirico, Renato Guttuso, Monachesi e altri.
Roma era un palcoscenico particolarmente ricco di occasioni, e gli offrirà gli spunti per la sua fotografia. Siamo nei primi anni della Repubblica, del boom economico, del neorealismo, delle grandi produzioni hollywoodiane, della “Dolce Vita”.

La sua carriera fotografica è durata oltre settant’anni, documentando la vita sociale, l'economia, il sindacato, la vita dei campi. Ha immortalato celebrità come Greta Garbo, i Beatles e politici come Giorgio Napolitano. Nel 1960 fondò la rivista "Vip Very Important Person" e negli anni '80 l'Accademia del Risorgimento e l'Accademia Nuova Aurora.

E’ deceduto a Roma il 13 dicembre 2022, all’età di 96 anni.

(Fonti Capitolium art e Vivere a Roma)

Le fotografie

Claudia Cardinale, Burt Lancaster e Alain Delon in una scena del film di Luchino Visconti "Il Gattopardo", del 1963
Burt Lancaster, Paolo Stoppa, Claudia Cardinale, Alain Delon. Ph. Carlo Riccardi.

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