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IL PERÙ DI MARTÍN CHAMBI

«Mi sento un rappresentante della mia razza; la mia gente parla attraverso le mie fotografie».
(Martín Chambi).

Come discendente indigeno, Chambi ha dedicato la sua carriera decennale a fotografare la vita del popolo peruviano delle Ande meridionali all'inizio del XX secolo. Dalle rappresentazioni formali in studio della variegata società del Perù alle cronache delle Ande e dintorni, il lavoro di Chambi rimane una testimonianza del suo impegno nel catturare la storia e la cultura del paese che ha visto i suoi natali.

«Si ritiene che i popoli indigeni non abbiano cultura, che siano barbari», dichiarò Martín Chambi dopo aver esposto le sue fotografie in Cile nel 1936. «E’ per questo che ho intrapreso questo compito».

Martín Chambi, note biografiche

Nato da una famiglia di lingua quechua nel distretto di Coasa, nel sud del Perù, il 5 novembre 1891, Chambi ha incontrato per la prima volta la fotografia all'età di 14 anni, mentre lavorava presso la British Mining Company Santo Domingo, dove aveva accompagnato suo padre, che pure operava in miniera. Fu qui che incontrò due fotografi della compagnia britannica, che gli mostrarono il funzionamento della macchina fotografica.

Nel giro di pochi anni, nel 1908, si trasferì ad Arequipa per diventare assistente di Max T. Vargas, rinomato fotografo e proprietario di uno degli studi più noti della città. Nei suoi nove anni di formazione con Vargas, Chambi ha appreso i fondamenti tecnici ed estetici della ritrattistica artistica e della fotografia all'aperto, esponendo il suo lavoro a livello locale e stabilendo legami con la vivace comunità artistica di Arequipa. Questo periodo segna l'inizio della sua carriera di successo, quando partecipò a numerosi concorsi fotografici, guadagnandosi numerosi premi.

Intorno al 1917, Chambi aprì il proprio studio fotografico, prima nella città di Sicuani e poi a Cusco. Nello stesso anno sposava Manuela López Viza, dalla quale ebbe sei figli. Mentre il suo studio diventava famoso nella regione circa la ritrattistica con luce naturale, il fotografo lavorava anche come corrispondente fotografico per riviste e giornali nazionali, documentando strade, monumenti, scene quotidiane della vita urbana e rurale, eventi e raduni, così come l'architettura e l'arte peruviana. Ha fotografato la cittadella Inca Machu Picchu, ritraendo i soggetti del luogo: dalle famiglie importanti di Cuzco alla vita quotidiana delle comunità andine e della classe operaia. Il suo fotogiornalismo e il suo spirito nazionalista presero forma in un momento in cui le esplorazioni straniere degli antichi monumenti del Perù erano al culmine e l’industria del turismo stava appena emergendo.
I suoi paesaggi e i suoi ritratti di soggetti indigeni sfidarono le concezioni tradizionali dell'identità e della rappresentazione nazionale, e fu attraverso la sua vasta documentazione fotografica che cambiò radicalmente la percezione della regione, lasciando un segno indelebile nella cultura peruviana.

Il lavoro di Chambi è stato ampiamente riconosciuto, esposto e pubblicato sia in Perù che in tutta l’America Latina. Il fotografo lascia dietro di sé un corpus di lavori enorme e profondamente influente. Del resto è il primo fotografo indigeno del Perù.
Nel 1979, il MOMA di New York ospitò una retrospettiva di Chambi.

(Fonte: MoMA)

Martín Chambi muore a Cusco il 13 settembre 1973.

Le fotografie

Il Perù di Martín Chambi.

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