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IL PROGETTO FOTOGRAFICO DI AUGUST SANDER

Quando proviamo a parlare di August Sander (nato il 17 agosto 1876) rimaniamo sempre affascinati e turbati allo stesso tempo. Lui è stato l’autore del più vasto progetto fotografico di sempre. Come dice il Newhall, «nel 1910 diede avvio a un ambizioso programma: creare un ampio atlante di tedeschi di ogni classe, di ogni estrazione sociale. Non cercò la personalità individuale, ma i tipi rappresentativi di professioni, mestieri, attività diversi, nonché i membri di gruppi sociali e politici. Intitolò il suo programma “L’uomo del XX secolo”». Sander, contrariamente ad altri suoi colleghi, non si concentrò solo sulle classi povere, sulla miseria e le situazioni marginali della società, mettendo invece sullo stesso piano: nobili, disoccupati, manovali, studenti e senza tetto.

I ritratti di August Sander non hanno niente di sperimentale. Luce e composizione sono “normali”. C’è però molto dell’autore in ogni immagine. Come diceva Susan Sontag: «Senza rendersene conto Sander adattava il suo stile al rango sociale della persona che fotografava». Ai manovali aggiungeva una scenografia, con degli oggetti che potessero definirli meglio; mentre le classi agiate venivano inserite in ambiti più naturali. Lui si avvicinava ai soggetti verso quali si percepiva più affine.

Nello scatto Sander usava una sua lentezza, di certo necessaria: quella del grande formato e dei negativi di vetro; e per questo era quasi fuori moda. Forse aveva bisogno di riflettere oppure voleva mettere insieme le idee maturate in anni di progetto. Il risultato però rimane eloquente: ogni ritratto è potente, sin dall’espressione. I volti, tutti, mostrano un’angoscia di fondo, giustificabile visto il momento storico. C’era stata la guerra e se ne propinava un’altra, in uno scenario economico drammatico. Sander ha comunque salvato il suo tempo, regalandolo al mondo; restituendo anche una metodica, che di certo ha offerto spunto ad altri ritrattisti, per anni.

August Sander, note di vita

August Sander nasce il 17 novembre 1876 a Herdorf, vicino a Colonia.

Figlio di un armatore minerario, Sander fece l’apprendistato come minatore nel 1889. Lì entra in contatto con la fotografia, imparando i primi rudimenti come assistente per un fotografo che lavorava nella compagnia mineraria.
Acquisita la sua prima macchina fotografica nel 1892 e inizia a fotografare come hobby. Dopo il servizio militare perseguì professionalmente, lavorando in una serie di studi e aziende fotografiche in Germania. Nel 1904 aveva il suo studio a Linz e, dopo la prima guerra mondiale, si stabilì definitivamente a Colonia, dove negli anni '20 la sua cerchia di amici comprendeva fotografi e pittori dediti a quella che veniva chiamata Neue Sachlichkeit, o Nuova Oggettività.

Dopo aver fotografato gli agricoltori locali vicino a Colonia, Sander ha avuto l'ispirazione di realizzare una serie di ritratti alle persone tedesche di tutti gli strati sociali. I suoi ritratti erano solitamente crudi, fotografati alla luce naturale, con elementi relativi alla classe e alla professione allusi attraverso l'abbigliamento, i gesti e lo sfondo. Alla mostra dell’Art Society di Colonia nel 1927, Sander mostrò 60 fotografie dell’“Uomo nel ventesimo secolo” e due anni dopo pubblicò Antlitz der Zeit (Il volto del nostro tempo), il primo passo di quello che doveva diventare un’indagine sociologica e pittorica della struttura di classe in Germania.

Quando i nazisti salirono al potere nel 1933, Sander fu oggetto di disapprovazione, forse a causa del modo naturale, quasi vulnerabile, con cui mostrava il popolo tedesco o probabilmente per l’eterogeneità che rivelava. Di certo, le immagini di Antlitz der Zeit costituivano un manifesto in estrema antitesi con la purezza e la bellezza della proclamata razza ariana, in quanto ritraevano uno accanto all’altro il tedesco, l’ebreo, il comunista, il rivoluzionario, lo zingaro. Suo figlio Erich, che era un membro del partito di sinistra Sozialistischen Arbeiterpartei Deutschlands (SAP), viene arrestato nel 1934 e muore qualche anno dopo durante la prigionia. Le lastre di Antlitz der Zeit furono sequestrate e distrutte. Durante questo periodo Sander si dedicò a paesaggi rurali e soggetti naturali meno controversi. Verso la fine della seconda guerra mondiale tornò alla sua indagine circa i ritratti, ma molti dei negativi furono distrutti durante i bombardamenti o, più tardi nel 1946, dai saccheggiatori.

Dopo la guerra, Sander si ritira in campagna, a Kuchhausen nel Westerwald. Il suo nome viene quasi dimenticato fino al 1951, quando, durante la fiera internazionale di Photokina vengono esposte alcune sue fotografie. La Repubblica Federale di Germania gli assegnò l'Ordine al Merito nel 1960. Nel 1964, anno della morte, riceve il premio alla cultura della Deutsche Gesellschaft für Photographie. Nel 1969 il Museum of Modern Art di New York gli dedica una grande retrospettiva.

Suo figlio Gunther pubblicò parte del suo archivio fotografico nel 1986, utilizzando lo schema e il titolo originariamente ideato da suo padre, Menschen des 20. Jahrhunderts (Cittadini del 20° secolo).

August Sander muore il 20 aprile 1964 a Colonia.

Una fotografia diventa un romanzo

Il primo maggio 1914 tre giovani contadini del Westerwald, i fratelli Kinder, si dirigono verso una festa di paese per ballare e svagarsi. Nel tragitto s’imbattono in un fotografo in bicicletta che, affascinato dai loro volti e dalla situazione, si offre di ritrarli vestiti a festa. È August Sander e diventerà uno dei più importanti fotografi tedeschi della prima metà del ‘900. Pochi mesi dopo l’Europa precipiterà nel gorgo della guerra sconvolgendo le vite e i destini dei tre protagonisti di quello scatto.

Molti anni dopo, negli Stati Uniti, un giovane vede la foto esposta in un museo e ne rimane affascinato. Ben presto scoprire il mistero delle origini di quel ritratto così inusuale diventa la sua ossessione. La sua ricerca scorre parallela a quella del redattore di una rivista che, avendo trovato una copia della foto tra i ricordi di famiglia, è costretto a scavare nel passato per capire cosa lo unisca a quegli uomini.
Tre storie, cinque vite, che si snodano attraverso i grandi eventi del XX secolo e che, solo alla fine, convergeranno, mostrando al lettore i nessi sorprendenti che possono esistere tra il mito, la grande storia e le vicende di ognuno di noi.
(Fonte, la Nave di Teseo)
Il libro: Tre contadini che vanno a ballare, di Richard Powers. Edizioni: La Nave di Teseo

Le fotografie

Pasticcere, 1928 - © August Sander
Giovani contadini, 1914 - © August Sander

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