PRIMA DI VIA COL VENTO
Prima di parlare del film, ricordiamo alcune curiosità del 15 dicembre. Nel 1979 iniziano le trasmissioni della terza rete RAI e quelle del telegiornale TG3, il cui direttore è il giornalista Biagio Agnes. Sempre il 15 dicembre, ma nel 1986, il medico italiano Scipione Riva Rocci presenta alla stampa scientifica lo sfigmomanometro di sua ideazione. Lo strumento è in grado di rilevare la pressione arteriosa minima, diastolica, e quella massima, sistolica.
Ricordiamo adesso a una ricorrenza cara a chi scrive. A metà dicembre del 1891 ha visto la luce il basket. A inventarlo è stato l’insegnante di educazione fisica (e medico) canadese James Naismith. Siamo a Springfield (Massachusetts), dove Naismith insegnava. A lui venne chiesto di trovare un’attività che potesse impegnare gli studenti durante l’inverno, visto che le temperature rigide imponevano le lezioni di ginnastica al coperto. In più si voleva un gioco facile da imparare, con poche occasioni di contatto.
Arriviamo a “Via col vento”, la cui prima si è tenuta il 15 dicembre 1939. Il film è tratto dal famoso romanzo di Margaret Mitchell, vincitore del premio Pulitzer; e rappresenta l’apice della produzione cinematografica hollywoodiana. Questa travolgente storia d’amore, ambientata nell’epoca della Guerra Civile Americana, ha vinto ben 10 Oscar (incluso quello per Miglior Film). I suoi leggendari protagonisti: Rossella (Vivien Leigh), Rhett (Clark Gable), Ashley (Leslie Howard), Melania (Olivia de Havilland), Mammy (Hattie McDaniel) e Prissy (Butterfly McQueen) hanno contribuito a far sì che diventasse il più grande film di tutti i tempi.
Nei titoli di apertura di Via col vento c’è una frase che sintetizza il significato della trama raccontata nel film. È la storia di una «civilization gone with the wind», di una civiltà che se ne va via con il vento, che abbandona il palcoscenico del divenire.
Vivien Leigh, l’attrice protagonista
Bella e seducente, anche troppo, Vivien Leigh rimarrà per sempre negli annali del cinema per aver interpretato il melodrammatico personaggio di Rossella O'Hara nel film "Via col vento", tra i maggiori successi di tutti i tempi.
Nata in India il 5 novembre 1913 da un alto funzionario inglese delle colonie poco prima della Prima guerra mondiale, vive là fino all'età di sei anni. La famiglia si stabilisce poi in Inghilterra, dove Vivien frequenta una scuola gestita da suore: un'infanzia complicata dai rigidi metodi d’insegnamento che è costretta a subire. A diciotto anni, spinta dalla vocazione artistica, consapevole anche della sua eccezionale bellezza, si iscrive all'Accademia di Londra.
E' attratta dal teatro, ma guarda con occhio interessato anche al mondo del cinema. I set americani l’accoglieranno nel 1932, un anno dopo le sue nozze con Hubert Leigh Holman. Vivien ai tempi non era ancora ventenne.
Le prime pellicole interpretate dalla bella attrice non colpiscono critica e pubblico, a tal punto che viene messa in discussione la stessa personalità della giovane attrice.
La grande occasione arriva nel 1938 e si chiama "Via col vento", film tratto dal fortunatissimo romanzo di Margaret Mitchell. Con quell’interpretazione, Vivien Leigh vincerà l’Oscar. Le malelingue del tempo parlarono di un successo favorito da una relazione dell’attrice con il celebre Laurence Olivier.
Il successo del film, però, non modificò più di tanto i gusti della Leigh, da sempre più interessata al teatro che al cinema. Forse per questa ragione l’attrice, per quanto bella e talentuosa, girerà solo una ventina di pellicole. Sullo schermo interpreterà quasi sempre donne che le assomigliavano psicologicamente. La Rossella di “Via col Vento”, la Blanche de “Un tram che si chiama desiderio” (recitato di fianco a Marlon Brando, altro Oscar, 1952) riflettevano la sua stessa debolezza di vivere e le sue stesse ansie interiori.
Vivien Leigh girerà anche Anna Karenina, diretto da Julien Duvivier (1948). Una curiosità: il regista francese diventerà famoso in Italia per la direzione di “Don Camillo” (1952) e “Il ritorno di Don Camillo” (1953).
Il vizio per il fumo (fumava quattro pacchetti di sigarette al giorno) e una terribile depressione parevano indirizzarla a un destino infausto, nonostante l'allontanamento da Olivier, che comunque mantenne con lei ottimi rapporti (pare). Il suo corpo deperì lentamente, fino a che una grave forma di tubercolosi se la portò via il 7 luglio 1967, all'età di cinquantatré anni.
Il fotografo, Cecil Beaton
Sir Cecil Beaton (Cecil Walter Hardy Beaton) nasce a Londra il 14 gennaio 1904. E’ noto principalmente per i suoi ritratti di personaggi celebri, ma anche per aver lavorato come illustratore, diarista e costumista e scenografo vincitore di un Oscar.
L'interesse di Beaton circa la fotografia è iniziato quando, da ragazzo, ammirava i ritratti di donne e attrici della società che circolavano nei supplementi domenicali dei giornali. Quando ha ricevuto in dono la prima macchina fotografica, all'età di 11 anni, la sua bambinaia gli ha insegnato ad usarla e come elaborare negativi e stampe. Ha vestito e fatto posare le sue sorelle, nel tentativo di ricreare i ritratti popolari che amava.
Negli anni '20 Beaton divenne il fotografo delle riviste Vanity Fair e Vogue. Ha sviluppato uno stile di ritratto nel quale il soggetto diventava semplicemente un elemento decorativo generale, su sfondi realizzati con materiali insoliti, come un foglio di alluminio o la cartapesta. I risultati, erano alternativamente squisiti, esotici o bizzarri, ma sempre raffinati.
Nelle immagini di Beaton, c’è quasi una somiglianza tra il fotografo e i suoi soggetti: non nelle fattezze, bensì per quanto appartiene allo stile e all’atmosfera; e questo avviene perché, come abbiamo detto, i personaggi ritratti non emergono dalle ambientazioni create, bensì ne rimangono integrati.
Nel 1937 viene nominato fotografo di corte dalla famiglia reale.
Durante la seconda guerra mondiale, Beaton prestò servizio nel Ministero dell'Informazione britannico, documentando i combattimenti in Africa e nell'Asia orientale. Dopo la guerra Beaton riprese la fotografia di ritratto, ma il suo stile era diventato molto meno appariscente. Ha inoltre ampliato la sua attività, disegnando costumi e scenografie per il teatro e il cinema. Ha vinto gli Academy Awards per i suoi costumi in Gigi (1958) e My Fair Lady (1964, dove curava anche la direzione artistica).
Nel 1974 a Beaton viene conferito il titolo di baronetto.
Nel 1979, fotografa le collezioni autunno di Parigi per Vogue francese.
Beaton muore a Rossastro House, la sua casa in Broad Chalke in Wiltshire, il 18 gennaio 1980.
Le fotografie
Una scena del film “Via col vento”.
Vivien Leigh, 1946. Ph. Cecil Beaton.