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FOTOGRAFIA DA LEGGERE …

Consueto appuntamento del lunedì con “Fotografia da leggere”. Oggi proponiamo la biografia di un fotografo incontrato più volte. Si tratta di “Gianni Berengo Gardin”, di Silvana Turzio; Bruno Mondadori editore.

Leggiamo nell’introduzione di Silvana Turzio. «Offrire in un solo volume informazioni e analisi su tutto il lavoro di Gianni Berengo Gardin si presentava come un’impresa complessa, che rendeva necessario operare una selezione, rintracciando un filo conduttore. E’ stata decisiva la considerazione che Berengo Gardin è autore di libri fotografici e grande bibliofilo: ho scelto dunque di dare ampio spazio ai libri che lui stesso ha creato, mettendoli in relazione con i testi introduttivi e con le critiche pubblicate».
Sempre Silvana Turzio, nell’introduzione, ha scritto: «Per collocare l’opera in un contesto più ampio, cogliendo le valenze sociologiche ed estetiche, sembrava importante ripercorrere i momenti salienti della formazione di Berengo Gardin, così come esaminare il lavoro editoriale svolto per la committenza, snodo fondamentale per la fotografia italiana fino agli anni novanta».

Conosciamo bene il maestro ligure. Abbiamo parlato con lui più volte, che comunque si è sempre rivelato come un individuo ermetico, conciso, di poche parole. Il leggere questa biografia ci ha aiutato a comprenderlo meglio. Resta il fatto che il suo lavoro è enorme, il che si presta a molteplici letture. Concordiamo quindi con Silvana Turzio quando dice: «Per privilegiare la pluralità degli sguardi, alla fine del libro ho raccolto tre interviste a colleghi e amici del maestro di lunga data». Non ne sveliamo i nomi in questa sede, si tratta comunque di un valore aggiunto che questa biografia riesce a regalarci.

Sinossi del libro

Attento osservatore del contesto antropologico e del paesaggio meno monumentale, Gianni Berengo Gardin ha fissato per più di sessant'anni la vita quotidiana in immagini disseminate in oltre duecento libri e in altrettante mostre. Tutto questo materiale si offre come un racconto visivo organizzato per capitoli, un grande affresco che si dipana da un volume all'altro. A partire dagli elementi stilistici e progettuali si analizzano qui alcuni dei libri, evidenziando sia la narrazione specifica sia il disegno generale, e fornendo una mappa del lavoro fotografico di Berengo Gardin che mostra tutta la coerenza di uno sguardo di grande qualità. Le interviste a Gabriele Basilico, Giovanna Calvenzi e Ferdinando Scianna, che chiudono il libro, restituiscono attraverso le parole di amici e colleghi le sfumature della personalità di Gianni Berengo Gardin.

La fotografia, un eterno racconto

Narrare, per Gianni Berengo Gardin, è una questione di vita: forse la missione di un’esistenza. Siamo convinti che il suo pensiero sia sempre lì, nelle storie raccontabili: attorno a quell’uomo comune col quale è possibile costruire anche una “realtà immaginata”. Gli Zingari, i manicomi, la Luzzara di Zavattini (e Paul Strand!), hanno rappresentato solo delle opportunità per un motore già in moto, per una “penna” già avvezza alla scrittura.

Berengo Gardin, attraverso la penna di Silvana Turzio, racconta la propria storia, anche attraverso le fotografie: una narrazione all’interno di un’altra. La sua fotografia è intima, poliedrica, vicina all’uomo; e nasce dalla passione per le strade, per la gente qualunque incontrata per caso. In ogni foto, ciascuno di noi potrà ritrovare se stesso, oggi; pur dando vita ai propri ricordi. Il mondo di Berengo ci diventerà familiare: sin dalla pelle; forse perché concreto (anche) e vero, reale, eticamente corretto.

Leggendo una volta di più la vita del maestro ci sentiremo più ricchi, comprendendo ancora di essere cittadini del mondo. E’ il suo racconto ad accomunarci tutti, perché ognuno di noi potrà ritrovarsi nei suoi scatti: magari nel proprio tempo e nel luogo che gli appartiene.

Gianni Berengo Gardin, note di vita

Gianni Berengo Gardin nasce a Santa Margherita Ligure nel 1930 e inizia a occuparsi di fotografia dal 1954.

Trascorre l’infanzia in Liguria, poi si trasferisce a Roma. Dopo un lungo periodo a Venezia, mette le radici a Milano, dove comincia la sua professione di fotografo. Collabora con numerose riviste tra cui Il Mondo di Mario Pannunzio e le maggiori testate giornalistiche italiane e straniere, come Epoca e Time. Si dedica in special modo alla realizzazione di libri fotografici: pubblica oltre 250 volumi, dai quali emerge soprattutto il suo interesse per l’indagine sociale.
Dal 1966 al 1983, in collaborazione con il Touring Club, pubblica una serie di volumi dedicati all’Italia e ai Paesi europei.

Lavora assiduamente con grandi industrie, tra cui l’Olivetti, per reportage e monografie aziendali. Nel 1979 inizia la collaborazione con Renzo Piano, per il quale documenta le fasi di realizzazione dei progetti architettonici.

Nella sua carriera ha esposto in oltre trecento mostre personali, in Italia e all’estero, tra cui le grandi antologiche di Arles (1987), Milano (1990), Losanna (1991), Parigi (1990),New York e alla Leica Gallery (1999); tra le ultime, alla Städtische Galerie di Iserlohn nel 2000, al Museo Civico di Padova e al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 2001, alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi, alla Fondazione Forma per la Fotografia nel 2005, alla Casa dei Tre Oci di Venezia nel 2012 e a Palazzo Reale a Milano nel 2013.

Nel 1972 la rivista Modern Photography lo inserisce nella lista dei 32 maggiori fotografi al mondo. Nel 2003 è presente tra gli ottanta fotografi scelti da Cartier-Bresson per la mostra “Les choix d’Henri Cartier-Bresson”.
Nel 2013 la Leica Wetzlar lo invita a esporre nella mostra “Eyes Wide Open! One Hundred Years of Leica Photography”.
Nel 2014 e nel 2015, con il Fondo Ambiente Italiano, ha esposto a Milano (Villa Necchi) e a Venezia (Negozio Olivetti) le sue immagini sulle grandi navi a Venezia.

Oltre ai numerosi premi, nel 2008, quale riconoscimento alla carriera, gli viene assegnato il Lucie Award e nel 2009 la laurea honoris causa in Storia e critica dell’arte presso l’Università di Milano. Nel 2012 la città di Milano gli assegna l’Ambrogino d’Oro.
Nel 2015, a Roma, gli viene conferito il titolo di Architetto Onorario dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

Silvana Turzio, note biografiche

Silvana Turzio vive e lavora a Milano. Con formazione filosofico-letteraria, dal 1985 si occupa di fotografia come curatrice e saggista. Ha insegnato e fatto ricerca presso le Università Statale e Cattolica di Milano, Statale di Bergamo, presso la Bibliothèque Nationale de France ( Institut de génétique textuelle).
Ha lavorato presso gli Istituti Italiani di Cultura di Parigi, Lione, Londra, Houston, Tokyo, Nizza e presso il Patrimonio Fotografico, Ministero della Cultura francese, Parigi. Come free lance ha curato numerose mostre e cataloghi.
Dal 1984 scrive articoli e saggi, cura rubriche, è stata membro del comitato di redazione di periodici culturali, quali Parlare e scrivere oggi, L’Unità, La Gola, Alfabeta, Reporter, Leggere, Diario, Photo Italia, L'Arca, Il Moderno, Abitare, Casa amica, Il Manifesto, ARTedossier, Caméra International, Artpress, La Recherche Photographique, Photographies magazine, FauxQ. E’ stata curatrice della parte fotografica e visiva di trasmissioni in Italia e in Francia: Maria Callas, 1996, Arté - La faccia del cattivo, 2005-2006, Arté - Contesto con Emilio Tadini, 2001-2002, Telepiù.
(Fonte: Fotografia Europa)

Le fotografie

Gianni Berengo Gardin, 2009
Copertina del libro “Gianni Berengo Gardin”, di Silvana Turzio. Bruno Mondadori Editore

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