FALLISCE LA KODAK
19 dicembre 2012, la Kodak fallisce. Di certo, non si tratta di una data da celebrare; diciamo che si chiude un’epoca. Il marchio era stato registrato nel 1888, quando veniva consegnato il brevetto per la fotocamera a rullino. Ai vertici della company vi era George Eastman, l’inventore di una nuova macchina fotografica.
Il rullino fotografico è vissuto per più di un secolo. Fino a inizio terzo millennio rappresentava l’unità di misura dell’idea fotografica. La quantità acquistata dipendeva dal soggetto che s’intendeva ritrarre, o anche dall’evento. Per un compleanno uno era sufficiente, le vacanze invece ne prevedevano quantitativi maggiori, ma i ricordi sarebbero vissuti in trentasei scatti, o multipli di quel numero.
Altri tempi, è vero; anche perché le trentasei fotografie possibili imponevano lentezza e anche una gerarchia di soggetto. “Scatto a mia nonna le ultime pose”, così recitava una canzone degli Stadio, e in effetti i rullini andavano finiti, specialmente al termine delle vacanze; così ci si concedeva lo scatto mai pensato, occasionale, forse il migliore: quella nonna commossa che ci salutava asciugandosi le mani sul grembiule.
Chi scrive ricorda con affetto la madre che andava in posta per spedire le pellicole Kodak esposte con una cinepresa 8 mm, a molla. Lo sviluppo era già stato pagato con l’acquisto del materiale sensibile. I filmini tornavano indietro in poco tempo, a sorprendere tutta la famiglia: ognuno durava 3 minuti. Tempo dopo, è stata la volta delle diapositive Kodachrome: stessa procedura, medesima meraviglia. Lo scatolino di plastica conteneva le dia intelaiate col cartone. Acclusi vi erano anche dei consigli.
Oggi, sempre chi vi parla, conserva nella vetrinetta delle cose buone due pellicole: una Kodachrome e una Kodak Ektar, negativo a colori. Altre sono ancora in frigo.
George Eastman, note
George Eastman diceva spesso: «Ciò che facciamo durante il nostro orario di lavoro determina ciò che abbiamo; ciò che facciamo nel nostro tempo libero determina ciò che siamo».
Dobbiamo molto a George Eastman. Lui ha prodotto quei cambiamenti che hanno costituito degli autentici punti di non ritorno nella storia della fotografia.
La Box Kodak (1888) ha reso la pratica dell’immagine disponibile a tutti. La sua commercializzazione fu promossa da uno slogan divenuto celebre: “You Press the Button, We Do the Rest (Voi schiacciate il bottone noi facciamo il resto)”, dove la rimanente parte stava appunto a indicare lo sviluppo della pellicola e la stampa delle copie. La Box Kodak era facile da usare e lì risiedeva il vero cambiamento: tutti potevano scattare fotografie, un po’ come accade oggi.
George Eastman, ribadiamolo, è stato il fondatore della Kodak: la famosa “Casa Gialla”, per intenderci. Il nome non indicava nulla di particolare, non era cioè un acronimo. Lui stesso ebbe modo di precisarlo: «Primo, è corto; secondo, non rischia di essere pronunciato male; terzo, non assomiglia a nulla di esistente e non può essere associato ad altro che all’apparecchio Kodak».
Eastman destinò parte della sua ricchezza a istituzioni culturali, educative e scientifiche. Fece anche costruire diverse cliniche odontoiatriche per bambini bisognosi a Rochester, Londra, Parigi, Bruxelles, Stoccolma e Roma (ospedale Odontoiatrico George Eastman). Eastman muore suicida, lasciando questo breve messaggio: «Ai miei amici, il mio lavoro è compiuto. Perché attendere?».
George Eastman, la vita
George Eastman è nato il 12 luglio 1854 nel villaggio di Waterville, nello stato di New York. Il giovane Eastman aveva cinque anni quando suo padre trasferì la famiglia a Rochester per fondare l'Eastman Commercial College. Dopo la morte di suo padre il college fallì.
All'età di 14 anni, Eastman dovette abbandonare la scuola superiore per contribuire a sostenere la sua famiglia. Il suo primo lavoro fu presso una compagnia di assicurazioni come fattorino. Veniva pagato 3 dollari a settimana. Nel 1874 fu assunto presso la Rochester Savings Bank come impiegato junior, guadagnando 15 dollari a settimana.
Il 1874 segnò un altro cambiamento nella vita di Eastman. Stava progettando un viaggio a Santo Domingo quando un collega gli suggerì di registrare il suo viaggio con delle fotografie. Anche se non fece il viaggio, comprò l’attrezzatura necessaria, che descrisse come “un carico da soma”, perché la macchina fotografica era enorme e necessitava di un treppiede pesante. Partendo, avrebbe dovuto portare con sé una tenda per stendere l'emulsione fotografica sulle lastre di vetro prima di esporle e poi svilupparle prima che si seccassero! Non avrebbe dovuto dimenticare i prodotti chimici e tanto altro. Dopo aver acquistato l'attrezzatura fotografica, era ossessionato dall’idea di come rendere la fotografia più semplice.
Le lastre umide sicuramente non erano la chiave per rendere la fotografia più semplice. Poiché Eastman non poteva rinunciare al suo lavoro in banca, spesso lavorava (e studiava) tutta la notte nella cucina di sua madre. Alcune notti era così stanco che non riusciva a spogliarsi, ma dormiva su una coperta sul pavimento accanto al fornello della cucina.
Nel 1880 prese in affitto il terzo piano di un edificio in State Street a Rochester e iniziò a produrre lastre secche per la vendita. La direzione dell'azienda era tracciata e la fotografia stava diventando un affare quotidiano. Perfezionando la pellicola e la macchina fotografica Eastman fu responsabile di cambiare la direzione della fotografia e di renderla disponibile a tutti i fotografi professionisti e dilettanti.
Nel 1888 è nata la Kodak, un’azienda che ha raggiunto subito il successo non solo grazie ai prodotti, ma perché Eastman ha insistito nel rendere felici i suoi dipendenti, anche a livello economico. È stato anche un pioniere nel fornire ai dipendenti assicurazioni e benefici per l'invalidità.
George Eastman, curiosità
Il 12 luglio 1954, in occasione del centenario della nascita di George Eastman le poste statunitensi gli dedicarono un francobollo. Come ritratto venne utilizzato quello eseguito a Londra dal fotografo di origine russa Nahum Ellan Luboshez, il preferito da George Eastman. Il francobollo porta un valore facciale di tre centesimi, ai tempi tariffa base del servizio postale statunitense, il che giustifica i centoventotto milioni di esemplari stampati.
Un libro “The Story of Kodak”
Douglas Collins - Ed. Harry N Abrams Inc.
Un libro “da trovare”. Recensirlo è difficile, come complesso risulta affrontare la storia di Kodak. L’azienda di Rochester fa parte della fotografia, della sua storia, costituendone una porzione importante. Forse, potremmo dire, Kodak è sinonimo dell’immagine, per come noi, generazionalmente, l’abbiamo approcciata: il rullino, il suo sviluppo, la stampa. I processi industriali furono standardizzati, garantendo una lunga era all’argento. Ci sarebbe molto altro da dire: storie di uomini, idee, prodotti. Questo table book si configura come un libro illustrato, eppure descrive appieno il divenire della Company.
La fotografie
George Eastman scatta foto con una fotocamera Kodak, 1925.
Uomo seduto che legge, 1888. Collezione del National Media Museum/Kodak Museum.