PAUL WOLFF, IL MEDICO CON LA LEICA
Paul Wolff nacque il 19 febbraio 1887 a "Mülhausen", in Alsazia, allora città tedesca; poi divenuta francese col nome di Mulhouse, dopo la prima guerra mondiale.
Al dottor Paul Wolff (diventerà medico) va senz’altro riconosciuto il merito di aver compreso come la Leica, quella di Oskar Barnack, avrebbe potuto segnare l'inizio di una nuova era nella storia della fotografia, particolarmente nel reportage.
L'amore di Paul Wolff per la Leica nasce pochi mesi dopo l'apparire dell'apparecchio sul mercato. In occasione del Salone Internazionale di Fotografia a Francoforte (1926), gli viene donata una Leica per il fatto di aver vinto un concorso. Lui l’utilizzò poi per illustrare diversi libri nei quali faceva luce sullo strumento di piccolo formato. Per non limitare i suoi soggetti, Wolff ha realizzato ritratti, paesaggi e nature morte. Ha continuato a fotografare e a pubblicare libri sull'uso della fotocamera Leica fino alla sua morte.
Sebbene Paul Wolff fosse diventato medico, il governo francese, che controllava Strasburgo dopo la prima guerra mondiale, gli impedì di esercitare la professione. Di conseguenza, si è dedicato alla fotografia, un interesse iniziato durante l’adolescenza. Wolff aveva pubblicato il suo primo portfolio, che conteneva scorci romantici della sua città natale, nel 1914. Dopo la guerra lavorò prima come operatore fotografico, poi come fotografo freelance. Si trasferì a Francoforte e nel 1924 fondò insieme al suo partner Alfred Tritchler l'azienda di successo Wolff & Tritchler.
Per anni Leica ha combattuto contro l'idea che la propria fotocamera fosse destinata ai dilettanti. I fotografi professionisti utilizzavano fotocamere di grande formato e alcuni di loro, nelle città vicine a Wetzlar, si prodigarono per farlo sapere alla gente! Due fotografi adottarono la Leica e cambiarono il punto di vista con il loro lavoro impegnato: uno era Henri Cartier-Bresson, l'altro il dottor Paul Wolff.
Una delle obiezioni al formato 35 mm era quella per la quale non sarebbe stato possibile ottenere ingrandimenti da tali negativi, viste "le dimensioni di un francobollo" e la grana in essi contenuta. Il dottor Paul Wolff ha migliorato la qualità suggerendo uno sviluppo più lungo (e un’esposizione più breve), così facendo la granulosità della pellicola si sarebbe ridotta.
Parlare di Paul Wolff significa addentrarsi nel mondo Leica, e ce ne occuperemo. Ricordiamo comunque che lo stesso Oskar Barnack, inventore della Leica, trovò in Paul Wolff il più valido sperimentatore di tutte le innovazioni e miglioramenti che, man mano, apportava agli apparecchi che realizzava.
In riconoscimento dei suoi meriti, pare che nel 1936 la Leitz abbia regalato a Paul Wolff una Leica IIIa. Recava il numero di matricola 200.000; e rappresentava un omaggio che fino ad allora Leitz aveva riservato soltanto a insigni scienziati e a grandi esploratori.
Gli esordi della Leica
Potrebbe essere difficile da comprendere oggi, ma nel 1924, quando Leica realizzò trentuno prototipi della prima Leica (basata sulla Ur Leica che Oskar Barnack aveva costruito nel 1913-1914), li inviò a fotografi e scienziati per ottenerne il giudizio. Il responso finale fu che la fotocamera utilizzava un formato piccolo e di una qualità insufficiente.
Ancora più sorprendente è che Ernst Leitz decise un anno dopo, nel 1925, di avviare la produzione industriale della Leica. Lui ebbe ragione. Oggi il "formato Leica" è semplicemente noto come "full frame", divenendo di fatto lo standard per la fotografia 35 mm.
Nel 1933 Leitz ordinò al dottor Paul Wolff di fotografare per la mostra "Die Kamera" con stampe 40 x 60 cm realizzate con la Leica. Ebbe un grande successo quando andò in tournée nel 1935, dimostrando che quelle stampe di grandi dimensioni erano in possibili col piccolo negativo. Nel 1934 il Dr. Paul Wolff pubblicò il suo primo libro Leica: "Le mie esperienze con la Leica". Nel 1936 fotografò le Olimpiadi che divennero anche un libro con immagini Leica, e nel 1940 uscì con “Le mie esperienze con la Leica a colori".
Pioniere delle fotocamere di piccolo formato
Il Dr. Paul Wolff non solo ha esplorato al massimo l'attrezzatura: obiettivi, pellicola e le possibilità di una macchina fotografica che si può portare in tasca e utilizzare senza essere visti; scrisse anche libri sulla Leica.
Quando oggi ci si lamenta del rumore a 6400 ISO, bisognerebbe considerare come il Dr. Paul Wolff lavorava con pellicola da 10 ISO e obiettivi f/3,5 nel 1936.
Wolff si sposò due volte: la prima con Helene Dörr, dalla quale ebbe un figlio, Klaus Heinrich; la seconda con Annette Beiger (1906-2002), che è stata per decenni assistente di studio (e anche modella), da cui ha avuto il figlio Stephan, nato nel 1943.
Dopo la sua morte (10 aprile 1951), il suo socio Alfred Tritschler continuò a gestire l'atelier. Nel 1963 l'azienda venne rilevata dal nipote di Tritschler, Robert Sommer, che continuò a gestirla con successo e la cedette nel 1979 al figlio Thomas. L'archivio dei negativi delle immagini che vanno dal 1927 al 1970 conta un inventario di circa 500 000 fotografie.
In Italia collaborò con alcune riviste glamour, come Eva ed altre.
Dopo la sua scomparsa nel 1951, fu presto dimenticato; e quanto fece per la Leica rimase come un ricordo lontano. Solo attorno negli anni 2000 si è iniziato a ripensare alla sua figura, per collocarla nella storia della fotografia.
Le fotografie
Dr. Paul Wolff, autoritratto 1950.
"Donna con candela", 1931. Ph. Dr. Paul Wolff.