UNO SCOZZESE A ROMA
Oggi incontriamo un fotografo scozzese, Robert Turnbull Macpherson, nato 27 febbraio 1814 a Dalkeith, città nel Midlothian, in Scozia (UK). Di lui abbiamo trovato poco, ma volevamo parlarne per fare cenno circa la simpatia che gli stranieri (anche fotografi) hanno sempre dedicato al nostro paese.
Ricordiamo a proposito il Grand Tour, che praticamente non si è fermato mai. L’Italia con le sue bellezze e la sua gente ha sempre attirato anche gli artisti con la macchina fotografica, ciascuno con il suo linguaggio e la motivazione che l’ha spinto da noi.
Il Grand Tour, ribadiamolo, era un lungo viaggio nell'Europa continentale intrapreso dai ricchi dell'aristocrazia europea a partire dal XVIII secolo e destinato a perfezionare la loro conoscenza. Aveva una durata non definita e di solito aveva come destinazione l'Italia. Il fenomeno dei viaggi turistici per come li intendiamo oggi ebbe origine proprio dal Grand Tour.
Ci viene in mente una mostra: “Henri Cartier-Bresson e gli altri, i grandi fotografi e l’Italia”, tenutasi al Palazzo della Ragione di Milano nel 2015. Venivano esposte oltre 200 immagini, a illustrare ottant’anni di storia d’Italia, ma anche, inevitabilmente, della Fotografia. Cartier-Bresson, l’artista del titolo, non era che l’inizio. Si potevano osservare le opere di Robert Capa, David Seymour, Cuchi White, Herbert List e William Klein. Non poteva mancare Sebastião Salgado, con le sue istantanee circa ultimi pescatori di tonni in Sicilia.
E poi vi erano tutti gli altri: da Helmut Newton con le sue “72 ore a Roma” alla Venezia di Alexey Titarenko, alla Milano di Irene Kung; e ancora la città lagunare, imprigionata dalle acque, nelle immagini di Art Kane.
C’era dell’altro, certo. Il Bel Paese veniva offerto sotto varie angolazioni (e interpretazioni): miseria, tristezza e disperazione da un lato, ma anche grandezza, gioia e amore.
La mostra, curata da Giovanna Calvenzi, era enorme, imponente. All’uscita, scendendo le scale di Palazzo della Ragione, quasi si veniva contagiati dalla sindrome di Stendhal, perché ai nostri occhi erano apparse tante mostre in una, con l’Italia sul piedistallo.
Abbiamo compreso una volta di più le ragioni di tanti viaggi e soggiorni nel Bel Paese, compreso quello del fotografo Robert Turnbull Macpherson, che incontriamo oggi.
Robert Turnbull Macpherson, piccole note biografiche
Robert Turnbull Macpherson è stato un artista e fotografo scozzese che lavorò a Roma, in Italia, nel XIX secolo.
Durante i suoi primi anni a Roma, Macpherson continuò a esercitare la professione di pittore. Sebbene esistano registrazioni di diverse opere tra il 1840 e il 1845, si sa che solo una sopravvive del periodo di Macpherson a Roma: un grande dipinto a olio della Campagna Romana, datato 1842.
Oltre alla pittura, ha lavorato come mercante d'arte. La sua acquisizione più notevole fu un grande pannello scuro che acquistò nel 1846. Dopo aver pulito il pezzo, fu identificato come La Deposizione di Cristo, un'opera incompiuta di Michelangelo. Macpherson fece uscire di nascosto il dipinto da Roma e nel 1868 lo vendette a la National Gallery di Londra.
Nel 1847, Macpherson incontrò e s’innamorò della diciassettenne Louisa Gerardine ("Geddie") Bate, che aveva viaggiato da Londra a Roma in compagnia di sua zia, la storica dell'arte Anna Jameson. Macpherson e Bate continuarono la relazione dopo il ritorno di Bate in Inghilterra, nonostante le obiezioni dei suoi genitori e della zia. Si sposarono nel settembre 1849, a Ealing.
Nel 1851, non essendo riuscito a farsi notare come pittore, Macpherson si dedicò alla nuova arte della fotografia, utilizzando l'albumina sui negativi di vetro. Nel 1856 passò alla collodio-albumina, che consentiva un trasporto più semplice delle lastre asciutte. In genere utilizzava negativi di grande formato e lunghi tempi di esposizione per ottenere dettagli eccezionali di architettura, monumenti, rovine, paesaggi e sculture romani. Il suo lavoro enfatizzava un'attenta composizione delle scene per catturare le relazioni architettoniche tridimensionali sul mezzo fotografico bidimensionale. Macpherson enfatizzò gli aspetti artistici della sua fotografia, affermando nel 1863: «Rimango un fotografo fino a oggi, senza alcuna sensazione che così facendo ho abbandonato l'arte, o ho in alcun modo rinunciato al mio diritto al titolo di artista».
All'inizio degli anni '60 dell'Ottocento, la carriera fotografica di Macpherson era vicina al suo apice, con mostre a Edimburgo e Londra. Il suo lavoro ha ricevuto il plauso della critica, con "soggetti scelti con gusto raffinato e immagini eseguite con abilità e delicatezza".
Macpherson fu il primo fotografo autorizzato a fotografare all'interno del Vaticano e nel 1863 pubblicò Vatican Sculptures, Selected and Arranged in the Order in which they are Found in the Galleries, una guida a 125 sculture vaticane.
Sebbene residente a Roma, Macpherson rimase un membro attivo della Photographic Society of Scotland. Il quotidiano The Scotsman ha notato nel suo necrologio che era “il padre della fotografia nella Città Eterna, Roma”.
Macpherson muore a Roma il 17 novembre 1872.
Le fotografie
La piazza di Norcia dopo il terremoto del 1859. Ph. Robert Turnbull Macpherson.
La Basilica di San Pietro e Castel Sant’Angelo, 1860. Ph. Robert Turnbull Macpherson.