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FRANCO BATTIATO, LA FILOSOFIA IN MUSICA

Il 23 marzo 1945, a Ionia, nasce Franco Battiato. Lui è considerato una delle personalità più originali della musica italiana dagli anni '70 a oggi. Le sue canzoni sono mosaici sognanti e controversi d’immagini e sensazioni, ricchi di temi esoterici, filosofici e religiosi dell'Asia orientale.
Il vero nome di Battiato era Francesco; è stato Giorgio Gaber a suggerirgli di cambiarlo in Franco. Questa forse è stata la sua prima sperimentazione, quella che lo accompagnerà durante tutta la carriera, portandolo persino alla lirica. Le sue collaborazioni (dal 1994 in poi) con il filosofo Manlio Sgalambro hanno aggiunto spessore ai suoi testi apparentemente senza senso, che invece traevano riferimenti da tanti pensatori anarchici.

Sul piano fotografico, ci facciamo aiutare ancora da Guido Harari; e proprio a lui vogliamo dedicare questo incipit, leggendo le sue parole dal libro “Incontri, 50 anni di fotografie e racconti”: «Cinquant’anni da fotografo. Arriva il tempo di contare i propri arcobaleni e salutare i propri temporali. Tutti i miei “me” sono qui, in questo libro. La mia testa ha viaggiato molto di più del corpo. Ho sempre voluto credere di essere un bluetooth umano, capace di sintonizzarsi con la musica che la gente ha dentro […]. Faccio il fotografo, non il chirurgo. Racconto storie, non faccio autopsie. […] Potrei anche definirmi un clown che colleziona attimi. Ho afferrato la coda della cometa di un’epoca gloriosa, della quale volevo catturare lo spirito, lo slancio, l’utopia. Citando Bob Dylan, ho cercato di entrare in Paradiso prima che chiudessero le porte. Non essendo la fotografia un procedimento ottico, ma immaginativo, mi sono lasciato trasportare tra immaginazione, esperienze e ricordi. […] Ho fatto ciò che ho potuto, ho fotografato ciò che ho visto».

Si può tracciare un parallelo tra Battiato e Harari? Non lo sappiamo, perché trarre delle conclusioni in tal senso forse risulta impossibile. Il primo ha sperimentato, sempre; l’altro probabilmente non è stato da meno. Guido ha cercato di continuo, nutrendosi di passione. Lasciamogli la cometa, ma consideriamo il moto perpetuo del suo creare. E’ un movimento continuo: saltiamoci sopra, c’è la luce di quell’astro che fugge senza spegnersi.

Franco Battiato, note di vita

Franco Battiato lasciò la sua nativa Sicilia trasferendosi a Milano intorno al 1965. La sua prima vera svolta avvenne nei primi anni '70 quando iniziò a registrare una serie di album per l'etichetta underground Bla Bla. Nel 1979 Battiato pubblicò "L'Era del Cinghiale Bianco", la sua prima registrazione per la sezione italiana della EMI, "Patriots" (1980) e, nel 1981, "La voce del Padrone". Questo è stato il primo album italiano a vendere più di un milione di copie, con ottimi arrangiamenti e testi molto ispirati e originali, a volte profondi, in altre occasioni ironici, pieni di riferimenti filosofici, politici e mitologici. "L'arca di Noè" (1982), "Orizzonti perduti" (1983), "Mondi lontanissimi" (1985), "Echi di danze sufi" (1985) furono i suoi album successivi.
Dal 1984 Franco Battiato è al lavoro su Genesi, opera in tre atti, registrata dal vivo su CD nel 1987 dall'Orchestra Sinfonica Arturo Toscanini e rappresentata per la prima volta al Teatro Regio di Parma, il 26 aprile 1987, riscuotendo consensi trionfali. Con la EMI ha pubblicato anche: "Nomadas" (1987, EMI Spagnola), "Fisiognomica" (1988) e, nel 1989, il doppio album dal vivo "Giubbe rosse".

Nel 1990 Franco Battiato ha composto la colonna sonora del film TV Benvenuto Cellini - Una vita scellerata. Nel 1991 incide "Come un Cammello in una grondaia". L'album contiene un'esecuzione di facile ascolto di lieder romantici di Beethoven, Johannes Brahms, Wagner. Nello stesso periodo lavorò alla sua seconda grande opera, Gilgamesh, rappresentata per la prima volta il 5 giugno 1992, che ebbe molto successo. Poi Battiato ha iniziato il Tour "Come un cammello in una grondaia", con Virtuosi Italiani, Antonio Ballista e Giusto Pio. Il 4 dicembre 1992 si reca a Baghdad con i Virtuosi Italiani per collaborare con l'Orchestra Nazionale Irachena. Nell'ottobre 1993 Battiato pubblica "Caffé de la Paix", ancora una volta miglior album dell'anno nel sondaggio di mercato della rivista Musica e Dischi. Nello stesso periodo ebbe luogo la prima esecuzione della Messa Arcaica, composizione per solista, coro e orchestra.

Nel 1996 Franco Battiato firma un contratto con la Polygram, segnando una nuova svolta musicale nella sua carriera con "L'imboscata", caratterizzato da ulteriori arricchimenti di sonorità dure e taglienti. Nel settembre 1998 incide "Gommalacca". L'album è stato anticipato dal singolo Shock nella mia città, che Battiato presentò al Festival di Sanremo come guest star l'anno successivo.

Nel giugno 2000 seguono "Campi magnetici". L'album contiene musiche per un balletto per il Maggio Musicale Fiorentino. Il balletto, su testi di Manlio Sgalambro, è andato in scena al Teatro Comunale di Firenze con la coreografia di Paco Decina. Nell'aprile 2001 Battiato pubblica "Ferro Battuto" con la partecipazione di Jim Kerr dei Simple Minds, Natacha Atlas e, nella versione spagnola, Mercedes Sosa.
Nel 2003 il cantante si è anche cimentato con la regia, girando il film "Perdutoamor". Nel dicembre 2004 esordisce come presentatore di un programma culturale in sei puntate, del quale è stato anche il curatore: Bitte, keine réclame ("Per favore, niente pubblicità"), andato in onda sul canale satellitare Rai Doc.

Nel nuovo decennio partecipa al Festival di Sanremo 2011 accompagnando Luca Madonia con il suo brano "L'alieno". Nell'autunno del 2012 esce il suo nuovo disco "Apriti sesamo"; all'inizio del mese di novembre dello stesso anno diventa assessore al Turismo e allo Spettacolo per la regione Sicilia. L'esperienza dura pochi mesi e Battiato non riceve alcun compenso.
Nel 2019 pubblica il suo ultimo disco: "Torneremo ancora", dopodiché si ritira dalle scene.
Nel 2020 lo scrittore Aldo Nove pubblica la biografia dell'artista siciliano (Sperling & Kupfer).

Malato da tempo, Franco Battiato si spegne all'età di 76 anni il 18 maggio 2021, nella sua casa.

Guido Harari, note biografiche

Guido Harari nasce al Cairo (Egitto) nel 1952. Nei primi anni Settanta avvia la duplice professione di fotografo e di critico musicale, contribuendo a porre le basi di un lavoro specialistico, sino ad allora senza precedenti in Italia. Dagli anni Novanta il suo raggio d'azione contempla anche l'immagine pubblicitaria, il ritratto istituzionale, il reportage a sfondo sociale. Dal 1994 sono membro dell'Agenzia Contrasto. Ha firmato copertine di dischi per Claudio Baglioni, Angelo Branduardi, Kate Bush, Vinicio Capossela, Paolo Conte, David Crosby, Pino Daniele, Bob Dylan, Ivano Fossati, BB King, Ute Lemper, Ligabue, Gianna Nannini, Michael Nyman, Luciano Pavarotti, PFM, Lou Reed, Vasco Rossi, Simple Minds e Frank Zappa, fotografato in chiave semiseria per una storica copertina de «L’Uomo Vogue». È stato per vent’anni uno dei fotografi personali di Fabrizio De André. Ha al suo attivo numerose mostre e libri illustrati tra cui Fabrizio De André. E poi, il futuro (Mondadori, 2001), Strange Angels (2003), The Beat Goes On (con Fernanda Pivano, Mondadori, 2004), Vasco! (Edel, 2006), Wall Of Sound (2007), Fabrizio De André. Una goccia di splendore (Rizzoli, 2007).

Di lui ha detto Lou Reed: «Sono sempre felice di farmi fotografare da Guido. So che le sue saranno immagini musicali, piene di poesia e di sentimento. Le cose che Guido cattura nei suoi ritratti vengono generalmente ignorate dagli altri fotografi. Considero Guido un amico, non un semplice fotografo».

Le fotografie

Franco Battiato, Milo 2012. Fotografia di Guido Harari.
Alice e Franco Battiato, Rescaldina, 1983. Fotografia di Guido Harari.

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