LA REGINA DELLA DISCO MUSIC
L’autoradio era estraibile e la portavamo con noi ovunque: al cinema, in pizzeria, a casa di amici. Alle volte la nascondevamo sotto il sedile del passeggero, correndo il rischio di non trovarla. Siamo negli anni ’80 e ascoltavamo spesso la cassetta di Diana Ross che riproduceva i brani della cantante americana, quelli già ascoltati in discoteca. Già, il ballo era un’abitudine del tempo e anche un appuntamento notturno consueto, mai prima della mezzanotte; con un ritorno a casa alle prime luci dell’alba.
Il nome di Diana Ross evoca ricordi e nostalgie, ma accende anche quella spensieratezza tipica della “Disco”: il luogo d’incontri a base di Coca e Rum, dove conoscere la ragazza del cuore, irraggiungibile di giorno. Già, i locali di quella musica rappresentavano un mondo diverso, lontano, quasi virtuale, incomprensibile e immaginario: surreale. C’era chi ballava bene, ma spesso alcuni, soprattutto i maschietti, rimanevano a bordo pista a guardare.
Diana Ross riempiva quelle nottate, restituendo l’adrenalina necessaria; poi l’idea di lei si trasferiva in auto, per un tempo che arrivava fino a casa per le ultime chiacchiere.
I riscontri di Diana Ross sono di assoluto livello: cento milioni di dischi venduti, dodici Grammy, una nomination all'Oscar, la Medaglia presidenziale della libertà conferitale da Obama nel 2016 e il titolo di "Artista femminile di maggior successo di tutti i tempi" del Guinness dei primati (1993). Resta comunque il ricordo di un tempo e di un’era, incancellabili entrambi; Diana Ross è la diva che riecheggia a ogni brano, anche se quel mangianastri dell'auto non suona più.
Per le fotografie ci siamo rivolti a un disco con le immagini di Victor Skrebneski.
Diana Ross, note biografiche
Diana Ross nasce il 26 marzo 1944 a Detroit, nel Michigan (USA). La sua carriera professionale iniziò nel 1959, quando si unì a diversi amici del vicinato per formare il gruppo vocale pop-soul Primettes, tutto al femminile. Il gruppo fu ribattezzato Supremes dopo aver firmato un contratto discografico con la Motown alla fine dell'anno successivo. Il gruppo ottenne 12 successi numero uno nelle classifiche pop, tra cui “Baby Love” (1964) e "Someday We'll Be Together" (1969). Nel 1967 il gruppo venne ribattezzato Diana Ross and the Supremes, prefigurando la carriera solista della cantante, che sarebbe iniziata nel 1970.
A partire da "Ain't No Mountain High Enough", l’album di debutto (1970), Diana Ross ha goduto di più di un decennio di successi ai vertici delle classifiche in varie categorie. "Love Hangover" (1976) e "Upside Down" (1980) furono tra i suoi successi pop, mentre il suo duetto con Lionel Richie dei Commodores, "Endless Love" (1981), fu in cima alla classifica pop e rhythm and blues (R&B) della rivista Billboard.
Diana Ross ha anche intrapreso una carriera di attrice cinematografica negli anni '70, iniziando con il ruolo da protagonista nei panni della cantante blues Billie Holiday in La Signora del Blues (1972) e continuando con Mahogany (1975), per il quale ha anche registrato The Wiz (1978).
Dopo aver cavalcato un'ondata di successi verso la metà degli anni '80, Diana Ross intravide una sorta di declino. Gran parte del suo lavoro mostrava un cambiamento stilistico dal pop e dall'R&B alla disco e la maggior parte dei suoi album erano riedizioni o nuove registrazioni di materiale precedente. Nel 2006, tuttavia, ha pubblicato I Love You, una raccolta delle sue interpretazioni delle canzoni di vari artisti e l'anno successivo ha intrapreso tour di concerti per promuovere l'album. Nonostante la sua virtuale assenza dalle classifiche, Diana Ross rimase un’attrazione per i concerti fino all'inizio del 21° secolo, spinta dal suo status duraturo di una delle interpreti musicali più importanti del suo tempo. Con i Supremes, è stata inserita nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1988. Ross ha ricevuto un Grammy Award alla carriera nel 2012 e la Medaglia presidenziale della libertà nel 2016.
Ross ha avuto diversi figli, tra cui Tracee Ellis Ross, una nota attrice.
(Fonte: Britannica)
Victor Skrebneski, note biografiche
Nato a Chicago nel 1929, Skrebneski ha studiato pittura e scultura all'Art Institute di Chicago e all'Istituto di design Lázló Moholy-Nagy di Chicago. Lì ha mostrato alcune delle sue fotografie a Harry Callahan, che lo ha esortato a visitare gli editori di New York.
Victor disse: "Non è stata una mia decisione passare alla fotografia, è solo quello che è successo; ci sono caduto dentro e ho deciso di portarla avanti per il resto della mia vita, perché mi piaceva".
Lo Skrebneski ventenne si concesse una pausa riflessiva, trascorrendo alcuni mesi a New York e altri in Europa. Siamo all'inizio degli anni '50 e prese la decisione: si sarebbe trasferito a New York. I bagagli erano pronti, ma all’improvviso iniziarono ad arrivare alcuni incarichi dal grande magazzino di Marshall Field a Chicago, il che allontanò l’idea della Grande Mela. Skrebneski fonda allora il suo Chicago Studio nel 1952, anche se inizia a fare la spola tra the “Windy City” e New York.
Nel 1962, Skrebneski diventa il fotografo esclusivo di Estée Lauder, l’azienda di cosmetici; con un rapporto di collaborazione che durerà ventisette anni. Ha continuato a lavorare per l'industria della moda, fotografando per Ralph Lauren, Chanel e Givenchy.
Oltre al suo lavoro commerciale, Skrebneski è noto per i suoi ritratti in studio, tra i quali quelli di Bette Davis, Orson Welles, Truman Capote e Andy Warhol. "Fotografare le celebrità è facile", diceva, "sono molto collaborative".
Skrebneski preferiva il bianco e nero, anche se ricorreva al colore per i lavori commerciali. Il motion blur (effetto mosso) era una caratteristica di alcune sue immagini. A lui mosso e sfocato piacevano molto.
Skrebneski ha contribuito a lanciare la carriera della top model Cindy Crawford, producendo anche alcune delle immagini più iconiche di Diana Ross, al culmine della sua carriera.
Le sue opere sono state esposte in Musei e Gallerie a Londra, Parigi, Amburgo, Modena, New York, Los Angeles, San Francisco, New Orleans e Chicago e si trovano nelle Collezioni Permanenti di Museum of Modern Art di New York, Los Angeles County Museum of Art, George Eastman House e Museum of Contemporary Photography di Chicago.
Skrebneski ci ha lasciato il 4 aprile del 2020 ed è ricordato con affetto dai tanti che sono passati davanti al suo obiettivo.
Le fotografie
Diana Ross fotografata da Victor Skrebneski nella copertina di un suo disco (1976)