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JIMI HENDRIX BRUCIA LA CHITARRA

31 marzo 1967. Siamo a Londra, all’Astoria di Finsbury Park, teatro nato come cinema nel 1930, ma che a partire dai primi anni ’60 ospitava anche concerti di musica rock. Jimi Hendrix vive nella capitale britannica da sei mesi. Non è ancora famoso e suona “da spalla” per altri. Quella sera di marzo brucerà la sua prima chitarra, una decisione presa assieme al suo manager per attirare l’attenzione della stampa, andando oltre a quanto già facevano gli Who, che distruggevano lo strumento. L’episodio non conquistò le prime pagine e venne ritenuto un’incidente. Hendrix replicò le fiamme alla sua “sei corde” nel mese di giugno in California, al Monterey International Pop Festival: lì l’effetto fu dirompente.

Il clima vacanziero ci permette di divagare un po’. Parleremo di chitarre, una passione condivisa da chi adesso scrive, pur non essendo un abile musicista. La “sei corde” simbolo di Jimi Hendrix era la Fender Stratocaster, anche se nel corso della sua carriera ha utilizzato modelli di altre marche. Si trattava di una chitarra “destra”, con delle modifiche.

Come già detto in passato, l’inventore della chitarra di Hendrix è stato Leo Fender che, insieme a George Fullerton, sviluppò la prima chitarra elettrica solid-body prodotta in serie, nel 1948, chiamandola Fender Broadcaster (ribattezzata Telecaster nel 1950). Nel 1951 viene presentato il Fender Precision Bass, il primo basso elettrico al mondo, e nel 1954 viene immessa sul mercato la Fender Stratocaster. Più elegante e tecnicamente migliorata rispetto la Telecaster, è stata la prima chitarra a presentare tre pickup elettrici (invece di due) e il braccio tremolo utilizzato per gli effetti vibrato. Il suo suono pulito e nitido gli è valso un fedele seguito tra i chitarristi, rivaleggiato solo dai seguaci della Les Paul di Gibson.
La nascita di quelle Fender ha segnato la rivoluzione degli anni Sessanta. E ancora oggi la Fender, “chitarra rock” per eccellenza, non sfigura se suonata dai musicisti contemporanei.

Poter maneggiare una Stratocaster restituisce una soddisfazione enorme, anche se non si è dei chitarristi provetti. Basta infilare il jack e accendere l’ampli, aggiungere un velo di distorsione, imbracciare lo spallaccio e riconoscerne il suono. Ciò che si sente ha un sapore antico e indimenticabile: quello della storia.

Jimi Hendrix, note biografiche

Jimi Hendrix è nato il 27 novembre 1942 a Seattle, Washington, da genitori afroamericani. Sua madre lo chiamò John Allen Hendrix e lo fece crescere da sola mentre suo padre, Al Hendrix, stava combattendo durante la seconda guerra mondiale. Quando sua madre si ammalò di alcolismo, Hendrix fu mandato a vivere con i parenti a Berkeley, in California. Suo padre, appena tornato dall'Europa nel 1945, divorziò dalla moglie, riprese Hendrix e lo ribattezzò James Marshall Hendrix.

Quando Jimi aveva 13 anni, suo padre gli insegnò a suonare una chitarra acustica. Nel 1959 Jimi abbandonò la scuola superiore e si arruolò nell'esercito degli Stati Uniti, ma presto rimase deluso dal servizio militare e s’infortunò anche, motivo per il quale venne congedato. Dopo essersi trasferito a New York City, Jimi ha scoperto la scena musicale del Greenwich Village, che ha lasciato in lui impressioni indelebili. Fu lì che iniziò ad assumere droghe.
Nel 1966, Linda Keith, fidanzata del chitarrista dei Rolling Stones Keith Richards e grande fan di Jimi, parlò di lui all'amico Chas Chandler, un manager. Quando Chandler sentì Jimi suonare, gli chiese di andare a Londra per formare la sua band, cambiandogli anche il nome, sostituendo James con Jimi. Dopo essersi stabilito in Inghilterra con una nuova band chiamata Jimi Hendrix Experience, Jimi ha scalato le classifiche con l'uscita del suo primo singolo "Hey, Joe ".

Nell'estate del 1967 Jimi si esibì di nuovo negli Stati Uniti al Monterey Pop Festival. In seguito la sua carriera è salita alle stelle con l'uscita dei primi due album degli Experience, "Are You Experienced?" e "Axis: Bold as Love", che lo hanno catapultato in cima alle classifiche. Tuttavia, le tensioni, forse legate all'uso di droghe da parte di Jimi iniziarono a fratturare alcune delle sue relazioni, incluso Chas Chandler, che lasciò l'incarico di manager nel febbraio 1968.

Nel settembre 1968 gli Experience pubblicarono il loro album di maggior successo, "Electric Ladyland". Per il festival musicale di Woodstock Jimi mise insieme un gruppo chiamato Gypsies, Sun and Rainbows. La loro unica esibizione nell'agosto 1969 a Woodstock ebbe luogo vicino a Bethel, New York, dove Hendrix e la sua band sarebbero stati gli interpreti principali della chiusura del Festival. A causa di problemi logistici, Jimi si è esibito la mattina del quarto e ultimo giorno. Solo 25.000 persone delle 400.000 presenti prima rimasero a guardare Jimi e la sua band durante la chiusura del Festival, dove l’interpretazione di Jimi dell’inno nazionale statunitense ("The Star-Spangled Banner", la bandiera adorna di stelle) divenne l'inno della controcultura.

Dopo Woodstock, Jimi formò una nuova band, col quale incise, nel maggio 1970, l'album "The Band of Gypsys". L'ultimo album di Jimi, "Cry of Love" anticipò i suoi problemi di droga che sarebbero arrivati a ucciderlo. La notte del 17 settembre 1970, a Londra, Jimi fu trovato morto dalla sua ragazza convivente Monika Danneman. Aveva 27 anni.

La vita di Jimi Hendrix è stata breve, ma il suo impatto sulla chitarra è ancora preso in esame e ha posto le basi per una nuova era della musica rock.

Linda McCartney, la fotografa

Linda Louise, Lady McCartney, era una musicista, fotografa, attivista per i diritti degli animali. Scrisse diversi libri di cucina vegetariana, fondando anche un’azienda che ne producesse gli alimenti.
Lei nasce a Scarsdale (New York) il 24 settembre 1941, figlia di un noto avvocato di New York, Lee Eastman (nessuna parentela con la società Eastman-Kodak), e di Louise Linder, ereditiera dei grandi magazzini omonimi. Era entrata in contatto col mondo del lavoro dietro al bancone del ricevimento della rivista Town & Country. Da lì aveva intercettato l’invito per un evento dal titolo «Meet the Rolling Stones» che si teneva a New York (era il 1967) su uno yacht ormeggiato a un molo sul fiume Hudson, nel West Side di Manhattan. Lei si presenta con la fotocamera e il suo sguardo ingenuo. Pochi scatti a Mick e il suo gruppo, e la sua visione fresca ne fece una delle più acclamate fotografe delle rock star e della scena pop di quel momento.
Paul McCartney lo conosce alla stessa maniera. La fama delle foto ai Rolling Stones le danno accesso al party per il lancio londinese di “Sgt Pepper’s Lonely Heart Club Band”, l’album dei Beatles che avrebbe cambiato per sempre la faccia del rock e pure la sua vita. Era il 19 maggio 1967. Il feeling fra i due fu istantaneo e reciproco, anche se le biografie dicono che Linda preferisse Lennon al bassista dei quattro.
Linda è stata una grande fotografa prima ancora di essere "la moglie di Paul McCartney", questa è la verità. Nei suoi scatti ha sempre cercato di catturare la vita. E nelle sue immagini c'è anche tutta l’esistenza che le appartiene: da quando si è avvicinata alla fotografia per caso, accompagnando una sua amica a un corso serale (scoprendo la forza degli scatti di Dorothy Lange), passando attraverso le fotografie della scena rock degli anni 60, dai Rolling Stones ai Beatles, fino alle immagini più intime della sua famiglia e della quotidianità.
Molti sono i musicisti ritratti da Linda nei suoi scatti, ma a noi piace ricordare anche le sue immagini relative alle memorie familiari. Lì traspare tutto il gusto fotografico di un’addetta ai lavori: quel tempo sospeso che diventa racconto, vita, intimità.

Chi era esattamente Linda? Non siamo dei biografi e poi non lo sapremo mai. C’è chi l’ha definita una ragazzina da concerto, una di quelle fan che seguono i loro idoli ovunque, sposandoli anche (come successo a David Bowie ed Eric Clapton). Crediamo non basti, però. Lei lascia al mondo tre figli, più un quarto proveniente da un precedente matrimonio e adottato da Paul. Restituisce alla vista i ritratti di tante pop star, più le foto da album di una famiglia voluta e curata. Anche per questo era fotografa, sin dall’approccio. Fu lo stesso Paul ad accorgersene: “Mi piaceva il modo col quale Linda teneva in mano la sua macchina, con le sue mani aggraziate, le dita affusolate; e anche il fare esperto ed elegante con cui gestiva l’apparecchio”.
C’è un altro piccolo dettaglio da aggiungere. Linda firmò col marito forse il brano più famoso dei Wings, “Live and Let Die”, composto per la colonna sonora del film di 007 “Vivi e lascia morire”. Leggerne una strofa è un po’ come ricordarla.

When you were young and your heart was an open book
You used to say life and let life

But in this ever changing world in which we live in
Makes you give in and cry
Say live and let die

Linda è stata piegata da una neoplasia nell’aprile del 1998.

Le fotografie

Jimi Hendrix. Ph. Linda McCartney

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